venerdì, giugno 30, 2006

incipit astruso


la fiamma sdrappeggiava al vento mentre il cocco scrutava dall'alto i miseri resti della grancassa.
quattro reperti stretti attorno alla luce pirica, stremavano.
due adami e due eve.
anzi, due vulcani e due veneri.
che è situazione moralmente molto più acconcia per iniziare una stirpe, se non altro.

giovedì, giugno 29, 2006

il nano reietto


i sette nani sono eolo, pisolo, mammolo, gongolo, dotto, cucciolo e brontolo.
mentre dotto è il più stimato, e cucciolo quello più amato in quanto fa tenerezza.
parlo in generale. perché a me non fa tenerezza. a me fa schifo.
cioé, lo rispetto, però mi fa schifo, se ci penso.
in realtà tutti i nani di biancaneve mi fanno schifo.
sette coglioni.
che difendono una che non gliela dà.
ma non voglio dilungarmi né ripetermi su un argomento che comunque è di una certa importanza.
in realtà scrivo questo post per il nano mariangelo*. che fu da subito escluso dal casting e discriminato in quanto ufficialmente era già troppo famoso e uoldisnei non voleva che offuscasse la stella di biancaneve. in realtà probabilmente venne escluso in quanto negro. a vantaggio di mammolo, che era gay.
mariangelo infatti divene famoso in quanto nano di corte di enrico quarto più quarto, in pratica ottavo.
prima di lui ci furono infatti altri ben sette re enrichi.
prima dell'attuale papa ci sono stati ben altri quindici benedetti.
il bello è che sette più quindici fa ventidue.
e ventidue è il giorno in cui sono nato.
sette è il mese.
millenovecentosettanta l'anno.
1970. e se si sommano uno, nove e sette, si ottiene 17, e se si sommano uno e sette si ottiene otto. proprio come enrico. ottavo, per l'appunto.
ma se si sommano 22 7 1 9 e 7 si ottiene 46, e 6 più 4 fa 10, e uno più zero, fa uno.
in pratica io sono il numero uno.
e il nano mariangelo non mi fa paura.

*vedasi la storia del nano mariangelo su www.ilariar.splinder.com

poesia


Mi capita a volte
Di sognare cieli dorati
Su mari inquinati
E crini ritorti.

Mi capita, a volte
Di vedere cani a tre teste
Bubboni di peste
E giganti corti.

Mi capita a volte
Di ascoltare musiche strane,
Di terre lontane,
Suoni silenti.

Mi capita a volte
Di mangiare cibi squisiti
Bere vini assortiti
Ma inesistenti.

Mi capita, a volte.
E non è normale
Ma meno male.

mercoledì, giugno 28, 2006

le donnenude


quand'ero piccolo la parola donnanuda mi scatenava dentro un non so che.
ora che sono grande, e so che, la parola donnanuda continua a scatenarmi dentro quella cosa.
perché la donnanuda è la cosa più bella del mondo.
non ce ne sono uguali, alle donnenude.
la donnanuda era un mito inarrivabile, quando ero piccolo.
era una cosa tipo babbonatale.
la donnanuda ti bastava a farti sognare e gioire, eccetera.
le donnenude sono il massimo della vita.
ci sono tante altre cose belle nella vita.
ma le donnenude di più.

martedì, giugno 27, 2006

qui pro quo


mio nonno era un grande lettore del reader's digest.
divorava i brani di libri selezionati, e poi me li raccontava come fatti di cronaca.
che fossero pezzi di libri noir, storie d'amore, fantascienza o brani introspettivi, nei suoi racconti diventavano cose successe davvero. da qualche parte, in qualche tempo. e le raccontava con il tono grave dei vecchi, quasi le avesse vissute lui in prima persona, quelle storie.
non ho mai capito se davvero pensasse fossero storie vere, o meno.
ma questa storia, oltre a fare schifo, non è vera. e quello non è mio nonno ma un vecchio a caso.

saggezza


non ti seguo, mi dice rocco.
neanche io. gli rispondo.
e poi aggiungo: anche perché seguirsi da soli è difficile. ci provano solo i cani. e fanno sonore figure di merda.
stupidi.

magogì





capita a volte che un pubblicitario inconsapevolmente finisca nei pressi dell'astruseria. pertanto vengan fuori dei personaggi che uno si chiede: e questo mo' che cazzo c'entra? era il caso di magogì. non so se tutti se lo ricordano, ma pazienza.
insomma, era un mago che però era vestito da clown, giallo e rosso, e girava sui pattini, e spingeva una carriola (come da immagini). ora è sparito. anche in rete non è facile trovarne tracce. ma io l'ho rintracciato nella terra dell'astruseria. è depresso. si lamenta perché dice che i suoi creatori non hanno tenuto conto che somigliava troppo a un altro clown giallo e rosso come a lui.
e ora non trova più lavoro. si lamenta dello stato italiano proprio come se non fosse un mago. il brutto è che il suo livello di alienazione è arrivato a un punto tale che si lamenta delle tasse anche se lui non le paga, né le ha mai pagate. sta proprio messo male. mi sa che organizzo una campagna di beneficenza per dare un po' di soldi al magogì. anche se non è che ha bisogno di tanti soldi. giusto quelli per un paio di pattini nuovi.
che storia terribile questa del magogì.

lunedì, giugno 26, 2006

speloncando


Speloncare è un verbo che secondo alcuni non esiste, ma se anche secondo quelli esistesse, significherebbe creare spelonche. Che sono caverne e ovviamente a me piacciono parecchio. Quindi, secondo me esiste. Solo che la gente di buon senso davanti a un verbo del genere storcerebbe il naso e “Ma insomma, che brutto suono”, direbbe. O cose così. Questo perché il buon senso serve veramente a poco. Infatti secondo me sarebbe un verbo magnifico. Pertanto, visto che nessuna legge me lo vieta, da questo momento dichiaro esistente il verbo SPELONCARE. E anche se una legge me lo vietasse, io credo che dichiarerei lo stesso quanto ho appena dichiarato. Speloncare merita rispetto. Merita di occupare il giusto posto nel mondo dei verbi. Infatti, per le regole della lingua italiana, ogni verbo che derivi da un sostantivo, non è errato (e questo ovviamente me lo sono inventato in questo preciso momento, ma non significa che non è vero). E viceversa (anche questo). L’essere è un essere, ma anche un verbo. Stessa cosa per cammino e camminare. Accumulo e accumulare. Casa e casare. Perché io devo dire costruire una casa quando posso semplicemente dire “casare”? Si risparmierebbe tempo. Queste sono cose importanti. Cazzo.

domenica, giugno 25, 2006

zorro


zorro è un eroe astruso. uno vestito di nero con la maschera sugli occhi che fa le zeta sul culo del sergente garcìa. trattasi anche di sfumatura sul cow boy. cioè, zorro sfuma sul cow boy, sia geograficamente che cronologicamente. dopo zorro c'è il cow boy. insomma, zorro è un eroe coi controcoglioni. anche sandokan, a dire la verità. ma sandokan non ha niente a che vedere con i cow boy. mentre zorro sì. e i cow boy sono tanta roba. ai miei tempi uno da bambino infatti si vestiva da sandokan, da zorro, da cow boy, da indiano, da actarus. mentre le bambine tipo da fatina. però i vestiti delle bambine da carnevale fanno cagare. io se avrò una figlia certo non la faccio vestire da zorra, che infatti significa una cosa sconveniente. ma a meno che non mi nasce una figlia scema, la faccio vestire tipo da qualcosa di figo, tipo da vampira. non da fatina. né damina, né colombina, né altre di queste cose.
perché è diseducativo.
(no è che ieri sono andato con una mia amica in giro per milano alle notti bianche. io pensavo che come me voleva vedere tipo concerti e roba così. quella invece si è infilata nei negozi. e non usciva più, e io fuori a fumarmi roba tipo cento sigarette. ma quando entravo a tirarla fuori, c'erano tutte ste donne che da bambine si erano vestite da fatine. un girone di inferno dantesco. raramente ho passato momenti così brutti. c'erano altri uomini avviliti come me. fuori. a fumarsi sigarette. no, no, niente fatine. mi dispiace, figlia mia, ma se nasci, dimenticati il vestito da fatina. fatina niente. fatina rauss. fatina verbotten.
se no poi quando cresci entri nei negozi.
e fai venire il cancro ai polmoni a tuo marito.
ebbene sì, stamane misoginia a palla.)

sabato, giugno 24, 2006

quest'uomo qui


quest'uomo qui si chiama padoa schioppa. e a me mi piace un sacco sto nome. lo potrei ripetere all'infinito. padoaschioppa a tutti!

"buongiorno"
"salve, come sta?"
"bene... insomma... in tutta sincerità, in tutta franchezza..."
"sì?"
"sono un po' amareggiato..."
"...cioé?"
"lei mi aveva assicurato che..."
"se gliel'ho assicurato..."
"si ho capito, ma poi... non tutto è andato come lei mi aveva detto."
"si spieghi. cosa non ha funzionato?"
"mi sono fidato di lei. e devo dirle che me ne sono un po' pentito."
"ma perché?"
"lei mi aveva detto che..."
"se ho capito a cosa si riferisce..."
"mi lasci finire. lei aveva detto che se facevo come diceva lei, avrei ottenuto di..."
"lei ha fatto esattamente come le ho detto io di fare?"
"certo."
"quindi ha..."
"sì."
"e poi..."
"sì..."
"e per finire..."
"sì, cioé, insomma, sa, la situazione era..."
"no, scusi. le mi ha detto di esserci rimasto male. mi ha detto che non tutto è andato come avrebbe dovuto, mi ha detto che lei ha fatto esattamente quello che le ho detto di fare, e ora..."
"lasci che le spieghi. non ho potuto, vista la situazione..."
"che situazione?"
"il tempo di prendere la..."
"le avevo detto di tenerla a portata di mano."
"sì, ma non volevo sembrare...."
"se le ho detto di tenerla a portata di mano, c'era un motivo."
"certo, però..."

venerdì, giugno 23, 2006

la storia della mia vita


sono nato un po' di anni fa in puglia.
dei primi anni della mia vita non mi ricordo un cazzo.
tranne che feci inghiottire una palla dal pavimento. perché lo volevo e successe.
me lo ricordo ancora.
poi andando avanti con gli anni non mi è più successo perché mi spiegarono che era impossibile.
io ho sempre avuto il sospetto che mi prendessero per il culo, che magari erano loro che non erano capaci.
però ora non sono più capace di fare ingoiare palle dal pavimento.
e questo un po' mi dispiace.
per il resto non mi posso lamentare.
fine.

giovedì, giugno 22, 2006

acque malsane


in un impeto igienico, stamattina ho comprato una sorta di flacone verde anitra wc e l'ho attaccato alla tazza del cesso che ha cominciato a spandere un tenue afrore di pino silvestre. il problema e' che mi ero dimenticato di aver messo nello scarico un dado di quelli che fanno l'acqua dello sciacquone blu.
insomma, mi sono accorto che l'acqua dentro il water era diventata gelatinosa. ed esalava un odore di pino silvestre misto a etere. ha cominciato a girarmi un po' la testa.
tornato in camera, ho trovato ad aspettarmi lo spancino e il fiffero, che volevano portarmi a forza nella sacristozza. visti i miei rifiuti, hanno cominciato a eseguire dei tripli salti mortali nella mia stanza, ma siccome e' piccola, ogni volta che avrebbero dovuto andare a sbattere contro il muro si rimpicciolivano quel tanto che bastava per non farsi del male. a quel punto, visto che non ho desistito, si sono moltiplicati, diventando duecentoventidue così suddivisi: duecento spancini e due fifferi.
che infatti sono molto piu' preziosi.
tutti a fare tripli salti mortali nella mia stanza.
ne mancano venti. ma non so che fine hanno fatto.
hanno con l'acca. abbiano acca non ne ha, ed è molto molto meno esotico.
inoltre è un congiuntivo, e non glielo perdono.

risveglio greve


stamattina appena ho aperto gli occhi, dall'alto del mio soppalco, riflettevo su quanto la natura sia stata generosa con me.
non so in assoluto, ma di certo non mi lamento.
sopattutto la mattina.
come credo capiti non solo a me.
è bello svegliarsi la mattina e trovarsi pronti.
ma anche no.
soprattutto quando sei solo.
e non puoi condividere questa prontezza.
goderne e farne godere.
e invece no, ti svegli, sei pronto, ma quella prontezza non ti serve a un cazzo.
questo per chiarire le eventuali sottigliezze disseminate.
eventuali, perché alla fine mi sembrano piuttosto grossolane e prosaiche.
diciamola tutta, questo è un post del cazzo.

mercoledì, giugno 21, 2006

il cranio di astrosio



sempre in esclusiva, ecco un altro pezzo di me.
devo confessare che non è stato difficile ottenere l'esclusiva da me stesso.
e ora, frenologi della blogosfera, scatenatevi!
se volete...
altrimenti, no.

l'occasione


spesso l'occasione si presenta all'improvviso.
ma siccome è all'improvviso, non si può sapere quando si presenta.
pertanto, è inutile agitarsi.

martedì, giugno 20, 2006

a me gli occhi



ecco in esclusiva (d'altra parte...) i miei occhi ritagliati da una foto eseguita da rocco o dalla sua progenie. mo' non mi ricordo di preciso...

l'astronomia


io una volta ero appassionato di astronomia. bugia.
non è assolutamente vero. perché in realtà sono appassionato solo di me stesso e della mia mente brillante. e della figa.
l'astronomia non mi ha mai appassionato.
ma se ci fosse qualcosa a cui potrei appassionarmi, quella è l'astronomia.
innanzi tutto mi piace il suffisso, "astr".
e poi perché l'astronomia, una volta che approfondisci, ti spinge all'angolo della razionalità. e ti riempie di pugni.
perché tu puoi pensare quello che vuoi, che c'è un dio, che non c'è un dio, che ci sono delle leggi fisiche certe, delle regole morali e/o etiche, che tutto va come deve andare o che non va come dovrebbe.
ma se poi pensi alle stelle.

astrusi di razza - mino reitano


certe volte uno ha l'astruseria sotto gli occhi e manco se ne accorge.
chi non conosce e apprezza mino reitano?
chi non ammetterebbe che è astruso?
chi non ha mai ammirato i suoi denti e le sue dentali?
chi?
eh?
chi?

domenica, giugno 18, 2006

astrusi di successo - valentino rossi


valentino rossi è un astruso di successo. è astruso per una serie di motivi precisi. quali sono però non lo so, né mi va di andarli a individuare. né voglio convincere alcuno che valentino rossi sia astruso. se non siete d'accordo, bene, vi rispetto. ognuno ha diritto a pensarla come vuole. questa è democrazia! però alla fine non mi sento in dovere di spiegare e convincere. non è il mio mestiere. io asserisco. affermo. però, al contrario di altri miei colleghi, altri assertori e affermisti di mestiere, io non impongo nulla a nessuno. per me valentino rossi astruso lo è un bel po'. chi non è d'accordo ha tutto il mio rispetto. ma non mi chieda di spiegarmi o di convincerlo, argomentare eccetera. no, per carità, no. quando mi va spiego. se non mi va, però, non spiego. non è arroganza, la mia. altrimenti imporrei. invece non impongo. asserisco, affermo. e non pretendo che mi si dia ragione e che tutti la pensino come me. se non la pensano come me, ok, non insisto, non pretendo di convincere nessuno, l'importante è che non mi si chieda di argomentare, motivare le mie affermazioni. quando non mi va. perché poi ci sono volte che mi va, e allora lo faccio. altrimenti, in tutta sincerità, non riesco a percepire l'obbligo di argomentare le mie affermazioni. perché io non ho la pretesa che mi si dia ragione, contrariamente invece ad altri. e questo può, effettivamente trarre in inganno, me ne rendo conto. infatti, molti altri che come me affermano e asseriscono senza argomentare, hanno poi la pretesa di imporre il loro punto di vista. io no, io asserisco, affermo, è vero. non spiego, è vero. non argomento, giustissimo. ma non voglio imporre il mio punto di vista. quindi, di conseguenza, non mi sento in obbligo di dare spiegazioni e motivare più di tanto.
pertanto io mi limito ad affermare, in questo caso. altre volte no. altre volte invece ci provo gusto ad argomentare, a spiegare, a trovare qualche motivazione alle mie conclusioni astruse, tramite diversi espedienti retorici o dialettici. invece in questo caso no. non mi va di spiegare, di cercare di far capire le mie ragioni. in compenso però non voglio convincere nessuno, non pretendo che si aderisca alle mi opinioni, che mi si dia ragione. anzi, ben venga il disaccordo, non c'è problema. certo non ribatto, ma accetto il disaccordo. perfetto, va bene. e mi rendo anche conto che potrebbe trarre in inganno il fatto che spesso chi come me afferma senza argomentare, abbia anche la pretesa di costringere gli interlocutori a condividere le sue opinioni, ad aderire alle sue istanze. questo invece io non lo faccio, assolutamente. affermo, ma non spiego, e non pretendo che mi si dia ragione.
e così all'infinito.

sabato, giugno 17, 2006

sentite questa


sentite questa. stamattina uno mi ha fermato per la strada perché mi ha scambiato per starsky di starsky e hutch. allora io sono andato dal giornalaio e gli ho chiesto, sai qual è il problema della società moderna? e lui: no. e io: ci sono troppi congiuntivi! e il giornalaio ha riso di gusto. chissà perché.
comunque, essendosi fatta una certa ora ho deciso che il momento era giusto per un buon bicchiere di gatto. ma nei bar non ne avevano, anzi, alcuni mi hanno anche cacciato. quindi mi sono recato dallo speziale per comprare dell'acetilsalicilico in quanto avvertivo un lieve dolore al noce di cocco, l'osso compreso nel metalico asteriore. quello del piede. ma invece lo speziale mi ha mandato dal pizzicagnolo. che però era gay e mi ha riempito di pizzichi convincendomi che non era il caso di insistere nel chiedergli una cura per il mio dolore carpale.
quindi sono tornato a casa con l'affanno. sono andato in bagno. poi sono tornato in camera, quindi ho letto un po' il giornale che, fra le altre cose, avevo comprato dal giornalaio. poi mi sono alzato dalla poltrona, sono andato alla scrivania e sto scrivendo questo post.
che è del tutto inutile, senza senso, assolutamente privo di uno scopo, di un messaggio, di una proposta culturale e intellettuale, di una critica alla società moderna, di un intento propagandistico, di aspirazioni estetiche, di birra, vino e zuccheri. quindi, tutto sommato, non si ingrassa a leggere questo post. quindi, alla fine, almeno qualcosa si può dire: è un post dietetico.

le interviste impossibili


Tempo al tempo, il mio genio inespresso e non comincia ad essere riconosciuto. Invitato nel prestigioso salotto intellettuale - mondano di Ilaria, un MUST della blogsfera che conta, mi sono compiaciuto di rilasciare un'intervista da Grande Artista Contemporaneo, insieme ad altri illustri ospiti.
Mi sono piccato del fatto che non è stata pubblicata una mia bellissima foto relativa da un momento topico dell'intervista, dunque me ne sbatto dell'esclusiva e replico quì in sede. Mi si faccia dunque causa.
Perchè tutto questo? Per una buona ragione. Dio solo sa quale.

venerdì, giugno 16, 2006

modi a modo


Ho incontrato i modi verbali nella dimensione astrusa.
È indicativo è un tipo abbastanza scontato. Non ha grandi ambizioni anche perché vive più che bene di rendita in quanto è il più ricco di tutti. C’ha tutti i tempi e tutte le persone possibili e immaginabili.
Il condizionale è un modo a modo a patto che non provi a fare il congiuntivo. Infatti, è un po’ snob.
Ma il peggiore è il congiuntivo, il congiuntivo è veramente il peggio. Se per ipotesi ti capita il congiuntivo fra i piedi, evitalo. Pensa di essere il più importante fra i modi verbali. Ti fa la morale su tutto. Ti corregge in continuazione. Veste male. Ma pensa di essere un elegantone. Si compra sempre il cellulare alla moda, ma fa finta che dei cellulari non gliene sbatte niente. Si guarda un casino di televisione, ma poi dice che gli fa schifo. Rompe i coglioni in un modo inumano. Ma il brutto è che ci sta un sacco di gente che gli sta dietro. Infatti poi non è che ha tutte le colpe, a sua discolpa infatti c’è il fatto che tanta gente gli dà corda, e ovviamente lui se la prende. E comunque resta insopportabile, soprattutto per come si comporta con i parenti poveri, tipo la congiunzione. Che fra l’altro è carina. Ma quando la congiunzione cerca di salutare il congiuntivo, quel coglione si gira dall’altra parte. Forse è anche un po’ ricchione.
L’imperativo è un po’ autoritario ma molto discreto.
Il participio invece partecipa, ma è sempre di corsa. In compenso ha una memoria di ferro.
Il gerundio poveretto è complessato per il nome di merda che si ritrova.
L’infinito invece se la ride di tutti quanti perché sa che senza di lui gli altri non esisterebbero.
Quindi, pur non essendo ricco, è molto potente. È praticamente un mago. Vive rintanato nel suo antro, si accontenta di pasti frugali e vita all’aria aperta. E dà la vita ai verbi.
Quindi, secondo la loro religione, “in principio era il verbo” non ha senso. In quanto senza l’infinito non avrebbe mai potuto esserci un verbo. Per loro, “in principio era il modo”. È qualcosa su cui riflettere. Ma io me ne sbatto i coglioni.

contraddizioni


le contraddizioni non esistono. esistono solo tante addizioni. per cui, sommando, sommando, si arriva a un punto. che molte volte non è lo stesso di un altro. diciamo che ci sono miriadi di piccoli punti. che lasciano in sospeso le questioni. sono puntini di sospensione. non certo contraddizioni. per finire, che questa me la potevo risparmiare, ne ho il forte sospetto. ma io ho le mani bucate. e non perché sia unto. tutto sommato, credo di avere delle abitudini igieniche soddisfacenti. almeno, a me mi soddisfano. e siccome per la strada non mi scansano, credo che alla fine siano soddisfacenti in generale. per finire, se questo post non vi piace non so che dirvi. un po' mi dispiace, altrimenti non farei post e non avrei un blog. però... non voglio contraddirmi... ecco... lo sapevo!

giovedì, giugno 15, 2006

zaffiro e acciaio




non so quanti se lo ricorda(i)no.
merita una menzione d'onore nella mia galleria dell'astruseria.
http://www.anja.it/zaffiro_e_acciaio/home.htm
la fiscion televisiva più astrusa mai trasmessa.
non aggiungo altro per rispetto.

mercoledì, giugno 14, 2006

metamorfosi


grazie a un rito magico ho trasformato un commento di rocco in un post. questo perché a mio insandacabile giudizio ne vale la pena.

mi ricordo di quella volta che mi trovai anche io su un naviglio minore, ma c'era la nebbia, ed il comandante aveva bevuto...

poi suonarono le campane, ed un naviglio maggiore apparve dritto sulla nostra rotta.

Rischiammo l'abbordaggio, ma il nocchiere di bordo, un mio amico di benevento, ordinò di assicurare immediatamente i gerli sui pennoni, mollare le scotte di dritta delle vele maestre, e quindi il naviglio scapolò a sinistra senza nessun pericolo...

io mi attaccai con una mano alla borosa di bugna, mentre con l'altra tenevo stretta la bisaccia del rhum....

poi non mi ricordo più niente...

che ne sai?
magari non è successo un cazzo e questa cosa me la sono sognata...
ma cazzo quanto era buono quel rhum...

Rocco

una passeggiata...


l'altro giorno, mentre passeggiavo sui navigli, non mi ricordo più che è successo.
passeggiavo tranquillo e a un certo punto forse è successo qualcosa, ma è anche probabile che non sia successo assolutamente nulla di importante. di questo non posso esserne certo al cento per cento, ma è statisticamente possibile. d'altronde, si ricordano eventi significativi. è dunque probabile che non sia successo niente di significativo l'altro giorno, mentre passeggiavo sui navigli. visto che non me lo ricordo. mi sembrava doveroso segnalarlo.

lunedì, giugno 12, 2006

Commento esterno al musical Astruso...


Statler: HHEEYyy, That was wonderful!!
Waldorf: BRAVOO
Statler: I loved that
Waldorf: It was GREAT
Statler: Well, it was pretty good..
Waldorf: well, it wasn't bad
Statler: There were parts of it that weren't very good tho
Waldorf: It could of been a lot better
Statler: I didnt really like it
Waldorf: It was pretty terrible
Statler: It was bad
Waldorf: It was awful
Statler: Just TERRIBLE!!
Waldorf: a terrible way
All together: HEEY...BOOOOOOOOO!!

Cliccare qui per ascoltare il commento originale dei due simpatici vecchietti

musical astruso - seconda parte

Una risata sardonica irrompe sulla scena.

BUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!

Ilaria e Rocco si abbracciano impauriti.

Ilaria: chi… chi è là?!
Rocco: …cavolo che paura…
Voce fuori campo: io è Omonero. Molto cattivo, molto. Io è amico di Astrosio, ma ora arrabbiato co’ Astrosio. Astrosio sparito e io rimasto male.
Ilaria: …ah… sei tu Omonero?
Omonero: …detto prima, tu stupida?
Ilaria: no no… è che si usa così nei musical…
Omonero: allora tu perdonata.
Ilaria: non vorrai farci del male, vero?
Omonero: vorrei fare male, sempre. Ma voi niente paura di Omonero. Voi amici del mio amico, quindi amici di Omonero.
Rocco: Vieni fuori, dove sei?

Dei passi rimbombano. Omonero entra in scena poco dopo.

Omonero: io volio bene poca umanità. Io mangiare umanità, ma non umanità che volio bene. E io volio bene voi, quindi non mangiare voi.
Rocco: (sussurrando a Ilaria in un orecchio) Possiamo fidarci?
Ilaria: (sussurrando) Per il momento sì, ma finché non siamo sicuri teniamoci a distanza.

Omonero si gratta qualcosa all’altezza di un orecchio.

Omonero: sentito voi cantare… voi di nuovo astrusi?
Rocco: ehm… se ho capito bene quello che hai detto… sì, vorremmo provarci…
Ilaria: vuoi unirti a noi?

Rocco dà una gomitata a Ilaria.

Rocco: (sussurrando) sei impazzita?Ilaria: (sussurrando) non fare lo stupido. Meglio averlo dalla nostra parte!
Omonero: Omonero è interessato. Omonero vuole astrusie.
Ilaria: Bene! Allora sei dei nostri! Mi fa molto piacere! Sono contenta!
Omonero: Rocco non parlare mai… Rocco non fidare di Omonero?
Rocco: sì… sì… come no… certo.
Omonero: Bene, allora anche Omonero è felice. Niente canzone?

Ilaria e Rocco si guardano negli occhi, e iniziano a cantare:

ILARIA E ROCCO:
Siamo tre sopravvissuti,
tre speciali sostituti
NON SIAM TROPPI PER UN SOLO BLOooOOooG!

Finisce la musica e i tre si abbracciano.
A un certo punto si sente la musica di Rocky, (pa pa ppaaa… papappàaaaaaa…)
Sulla scena irrompe un uomo mastodontico con una maschera, vestito da wrestler e/o supereroe, con il simbolo I&I sul petto.
Fa un salto mortale, e cade in piedi.

Uomo Mascherato: Salve a tutti, sono I&I, l’uomo più forte del mondo!
Omonero: tu molto grosso, io quasi quasi mangiare te!
Ilaria: NO! Omonero, aspetta un attimo! (rivolta all’uomo mascherato) Scusa, vorresti dirmi che sei l’idiotaignorante?
Idiotaignorante: Ebbene sì, proprio io!
Ilaria: non ti facevo tanto grosso.
Idiotaignorante: infatti, non sono esattamente così, ma questo è un musical, e quindi chi se ne fotte!Ilaria: giusto. Nulla da obiettare.
Rocco: Idiota! Vieni qui! Fatti abbracciare!

Rocco e l’Idiotaignorante si abbracciano.

Omonero: non è che ‘sti due planano di orecchio?
Ilaria: no, no, sono solo molto amici…
Rocco: Da dove spunti fuori? Hai saputo la novità?
I&I: sì, passavo da qui per caso e ho ascoltato tutto!
Ilaria: comunque questo musical non funziona benissimo. Dopo tanti anni ci ritroviamo tutti qui per caso e nessuno sa perché!
Rocco: che significa, Ilaria? Secondo te è normale che la gente canti e balli all’improvviso in ogni situazione possibile e immaginabile?
Ilaria: beh, effettivamente…
Rocco: e allora rilassati! È un musical, e poi abbiamo altro a cui pensare.
Ilaria: e allora… cantiamo!

ILARIA, ROCCO e I&I
Siam quattròsopravvissuti
Gli speciali sostituti
NON SIAM TROPPI PER UN SOLOOOOOOOO BLOooOOooOOG!

Sulla scena arriva un altro personaggio.

Altropersonaggio: essere o non essere… questo il problema. Ma un altro problema è: chi se ne frega!
Ilaria: GHIAIA!!!
Ghiaia: Ilaria… Rocco? Omonero? Idiotaignorante? Ma… ma… che ci fate qui? Non mi dite che c’è anche Astrosio…
Rocco: no, purtroppo no… chissà dov’è…
Omonero: io non mangiato lui, giuro.
Ghiaia: ma… ma… ABBRACCIATEMI, CHECCAVOLO!

I cinque si abbracciano festosi. Omonero, nella confusione, fa per addentare un braccio di I&I, ma poi ci ripensa e lascia perdere.

Ghiaia: allora? Fate una riunione e non mi dite niente?
Ilaria: ma che riunione, ci siamo incontrati qui per caso.
Ghiaia: dai, inventatene un’altra, questa non funziona.
Ilaria: giuro, Ghiaia, giuro. E poi, non ti dimenticare, che è un musical…
Ghiaia: già, è vero. Ma a questo punto, visto che è musical… CANTIAMO!!!

ILARIA, ROCCO, I&I, GHIAIA
Ormai siam cinque tutti uniti
Gli speciali sostituti
NON SIAM TROPPI PER UN SOLOOOOOO BLOOooOOooG!

La musica sfuma su bandiera rossa, la trionferàaaaaaaaaaa… entrano altri due personaggi. Uno è vestito in abiti settecenteschi, l’altro invece è vestito da Zorro.

Ilaria: Pablo! Diderot! Mancavate solo voi?
Pablo: sogno o son desto?
Diderot: Compagni!

Ilaria scoppia a piangere.

Rocco: Ilaria, che c’è?
Ilaria: niente, piango di felicità. Sai, io sono una donna, e le donne in genere nei musical…
I&I: ok, ok, basta con questa ironia metaqualcosa sui musical. Ora che ci siamo tutti, che ne dite di organizzarci?
Pablo: volete rifare il blog di Astrosio, vero?
Diderot: anche io l’avevo capito…
Rocco: bene, questo ci risparmia un po’ di spiegazioni. Credo sia giunta l’ora di cantare una canzone tutti insieme prima di iniziare la storia. Ci state?
Tutti in coro: SIIIIIIIII!!!!!!!!!!!

TUTTI TRANNE OMONERO:
Siamo tutti qui riuniti
Di Astrosio sostituti
NON SIAM SOLI PER IL NOSTROOOOOOO BLOOOOOOOOOOOOOOOOOG!
E NON SIAM SOLI PER IL NOSTROOOOOOOO BLOOOOOOOOOOOOOOOOOOOG!
NO, NON SIAMO SOLI PER IL NOSTROOOOOOO BLOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOG!

fine seconda parte

domenica, giugno 11, 2006

Musical Astruso

NON SIAMO TROPPI PER UN SOLO BLOG

Rocco e Ilaria si incontrano nei pressi di fabbrica dismessa.

Rocco: Ilaria? ILARIA!
Ilaria: ROCCO!!!!!!!!!

I due si abbracciano stupiti e felici.

Rocco: Quanti anni sono che non ci troviamo?
Ilaria: Non lo so… due, tre…
Rocco: Diamine. Erano bei tempi quelli, eh?
Ilaria: A chi lo dici, se ci penso, mi balla il cuore… mi viene da piangere… chissà se torneranno mai più…
Rocco: Già, da quando Astrosio è sparito… a poco a poco è finito tutto…

Parte la musica. Malinconica e lenta. Accompagnamento: fisarmonica.

Rocco:
Un tempo ormai vecchio
Di cui son lo specchio
Astrosio ispirava
E la gente ascoltavaaa!

Ilaria:
Stronzate ed affini
Per grandi e piccini
Molteplici cose
Di spine e di roseee…

Rocco:
Un po’ tutto questo
Nel blog rimesto
Mescolato e speziato
A volte rimatoooo…

Ilaria:
Immagini astruse
Favole incluse
Robe da matti
Per cani e per gattiii…

INSIEME
Ma poi tutto questo
Nel blog rimesto
Di colpo scomparve
Come mosche in larveeee

Astrosio è scomparso
Dal tempo riarso
Sparito nel nulla
Per una fanciullaaaaaaa…

Ilaria e Rocco rimangono in silenzio affranti.

Rocco: Ma lo sai che io avevo anche l’id e la password del suo blog? Una volta che si è assentato gli ho fatto da sostituto.
Ilaria: COSA?

Rocco: Sì, eravamo molto amici io e Astrosio… si fidava ciecamente di me…
Ilaria: …non posso crederci…
Rocco: Ti giuro...
Ilaria: Sì, Rocco, ti credo, ma anche io avevo password e id, e anche io l’ho sostituito…
Rocco: Veramente? Quale post hai scritto?
Ilaria: quello sulle scarpe…
Rocco: ahahaha, ho riso un sacco per quel post… bellissimo…
Ilaria: grazie! E tu quale post hai scritto?
Rocco: quello sugli scoiattoli… quello sulla mozzarella in carrozza e le polpette di melanzane…
Ilaria: AHAHAHAH, sì mi ricordo, fantastici… che tempi… davvero bei tempi… e ti ricordi pablo? E ghiaia? E l’idiotaignorante, e diderot! E quello in cantina? te lo ricordi l'omonero?
Rocco: sì, sì, come no… e ora invece ci siamo solo io e te… qui, nei pressi di questa fabbrica dismessa…


Ilaria guarda Rocco sorridendo… lo prende e lo tira a sé. Lo guarda intensamente.

Ilaria: E allora sai che ti dico? Saremo gli Adamo ed Eva dell’Astruseria… i progenitori della rinascita!

Rocco guarda Ilaria interessato e un po’ imbarazzato...

Ilaria: ma ti rendi conto? Siamo gli unici sostituti di Astrosio mai esistiti! Siamo due sopravvissuti! E abbiamo avuto la fortuna di ricontrarci… ripartiamo, dai!

Parte la musica. Briosa stile Broadway.

Ilaria:
Rocco, ascoltami..
Non scherzo
Nulla forse è perso
In due non siamo troppi,
Non siamo troppi per un solo blog.

Rocco:
Ilaria, mi sa che c’hai ragione,
Già vedevo la pensione
Ma ora sai che penso?
Che non siamo troppi per un solo blog!

ROCCO E ILARIA:
Siamo due sopravvissuti
Due speciali sostituti
NON SIAMO TROPPI PER UN SOooOOooLOOO BLOOOOOOOOOOG!

fine prima parte

sabato, giugno 10, 2006

incomprensioni




scusa che ore sono?
le dieci.
ne sei sicuro?
..uh?
dico, hai visto l'orologio e l'orologio per te è fede, legge, religione?
e dove dovevo vedere che ore sono?
chiedere, informarti, viaggiare...
per sapere che ore sono?
ti sembra poco importante?
no... cioé...
ecco vedi?
cosa?
sei incerto, insicuro, dubbioso...
senti scusa non ho tempo da perdere!
allora per te il tempo è importante?
mavaffanculo!
(il tipo si allontana)
io: maleducato!
(il tipo torna indietro minaccioso)
il tipo: buona educazione a me? e tu che giri per strada a rompere i coglioni alla gente?
io ti ho chiesto solo che ore sono.
sì, vabbé ma poi...
poi cosa?
senti, se non hai niente da fare, se hai voglia di perdere tempo...
ahia! (lo interrompo) di nuovo il tempo... se per te è così importante forse non dovresti fidarti solo di un orologio, che per quanto costoso, non può diventare il tuo feticcio, il tuo dio!
tu sei pazzo...
di certo non ho come dio un orologio!
ma neanche io... ma senti, che vuoi da me?
uhm... fammi pensare... sei maschio, quindi soldi.
cazzo, potevi dirlo subito, quanto vuoi?
un milione di euro.
ma vaffanculo va...
(il tipo si allontana di nuovo)
MALEDUCATO! (gli grido io alle spalle)
(il tipo torna indietro tirando fuori da una tasca il portafoglio)
tieni pezzente, li vuoi dieci euro?
sì, ma non sono pezzente.
(il tipo mi da' dieci euro in maniera piuttosto brusca, e se ne va.)
(io mi fermo all'edicola e chiedo che ore sono all'edicolante: oggi ho bisogno di certezze.)

venerdì, giugno 09, 2006

carneade


chi era costui? è questo! brutto stronzo di un prete vigliacco!

Settimino (racconto)


Settimino era nato rispettando i tempi. Dopo nove mesi di gestazione. Ma i genitori lo chiamarono così per prenderlo per il culo.
Nonostante questa falsa partenza, che però è del tutto vera, ebbe una vita piuttosto semplice e bella fino ai vent’anni, e anche dopo.
Infatti non ebbe mai grossi problemi. Se per problemi non si intendono i brufoli durante l’adolescenza, piccole incomprensioni, qualcosa andato storto negli affari di cuore, patemi prima di qualche esame universitario e roba del genere.
Tutto sommato questa storia non si capisce bene perché valga la pena di essere raccontata.
Effettivamente non c’è molto da dire su Settimino. A parte, ovviamente, il fatto che si chiamasse Settimino. Uno dei “problemi”, e li chiamo problemi giusto per intenderci, che ebbe durante la sua vita, fu il fatto che pur chiamandosi Settimino, non era nato prematuro. Era stato solo perché i genitori lo volevano prendere per il culo. Ma la gente non ci credeva poi tanto e diceva cose del tipo: “Ma guarda che non c’è niente di male a essere nato settimino”. E anche se lui provava a spiegare che ne era pienamente convinto, la gente non sempre gli credeva si convinceva che lui fosse complessato in quanto nato prematuro e non voleva rivelarlo agli altri.
Morale della favola: È facile nella vita credere più a una cosa tipo i complessi, che al fatto che i genitori ti abbiano voluto prendere per il culo fin dalla nascita.
Fortuna che a Settimino gli andò tutto bene.

p.s. io non mi chiamo settimino, e i miei genitori non c'entrano un cazzo con questa verità oggettiva da me individuata e descritta.


tutto è il contrario di tutto, ma non è vero.
infatti se tutto è il contrario di tutto, e se ciò fosse vero, non può non essere anche non vero. pertanto non si sbaglia dicendo che l'affermazione "tutto è il contrario di tutto" non è vera.
anche se io non sono d'accordo.

giovedì, giugno 08, 2006

questione teologica


voglio rivolgere un quesito ai sempre più numerosi lettori di questo blog :

bestemmiare i morti di un terzo a caso è peccato?

p.s non sapevo che si espiasse anche nel modo rappresentato nell'immagine... tutto sommato mi è andata bene, essendomela cavata sempre con tre avemaria.

astrusi di razza - amintore fanfani


un omaggio commosso e sentito a questo personaggio politico indimenticato e indimenticabile. ha diritto ad entrare nella galleria dell'astruseria soprattutto per il nome. amintore. per il resto non mi ricordo un cazzo. anzi, effettivamente non so se mai nella mia vita ho saputo qualcos'altro di lui. (è quello in basso. e fra l'altro era anche basso.)

parole sante - insufficienza


sopravvivere non è sufficiente.

7 di 9

mercoledì, giugno 07, 2006

perle


tali perle vengan fuori dalla chat con rocco loturzo, tuttora in corso.
astrosio: "...io non so se quella cosa del tre è mia o no. non so se magari l'ho rubata a qualcuno, e non me lo ricordo, tipo a vudi allen o amintore fanfani."
rocco: "uhm... burp... guarda questa giungomma che stavo masticando, ora me la infilo nel naso guarda..."
astrosio: "che poi per la storiografia contemporanea, vudi allen e' diventato piu' ricco di amintore fanfani infatti si è messo a fabbricare viustel, i famosi viustel vudi."

...e giù risate...
rocco: "vaffanculo gì, sei simpaticissimo e brillantissimo, davvero, sei capace di fare ridere sia in maniera fragoroso che in maniera sottile. "
astrosio: "visto? mortacci quanto sono simpatico..."
rocco: "mortacci di chi?"
astrosio: "mortacci di un terzo a caso!"
...e giù risate...
di comune accordo con rocco loturzo si è deciso che l'imprecazione ufficiale dell'astruseria è:
"mortacci di un terzo a caso"
amen

tre


il tre è il numero perfetto, ma anche gli altri non sono male.

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martedì, giugno 06, 2006

Astruseria - Manifesto




1) Ogni essere vivente e non vivente è Astruso. Ognuno nel suo proprio modo.

2) L’Astruseria non è una forma di pensiero, non è una corrente di pensiero.

3) L’Astruseria è una dimensione.

4) L’Astruseria non è una dimensione parallela, non è una dimensione alternativa.

5) L’Astruseria è una dimensione invisibile in quanto immanente.

6) Per trovare indizi sull’esistenza dell’Astruseria, si deve cercare fra ciò che è detto e ciò che non è detto, dietro, davanti e in mezzo secondo lo schema sopra riportato (figura 1); ivi ci sono infatti enormi oceani e continenti inesplorati che in genere contengono tesori.

7) L’Astruseria non ha morale, non ha tempo e non ha spazio.

8) Si potrebbe dire che ogni cosa ha il suo lato Astruso. In realtà, ogni cosa è Astrusa.

9) Montagne, piante e animali, venti e fenomeni atmosferici vari, gas, parole, opere e omissioni, e tutte le altre cose, possono avere sede, identità e diritto a un Nome Proprio nell’Astruseria.
L’importante è non farsene una colpa.

10) L’ Astruseria si fa gioco. È infatti una cosa seria.

venerdì, giugno 02, 2006

barbapapà


un mio amico ha avuto una figlia e l'ha chiamata barbara. giustamente suo fratello, mio maestro di vita, ha chiarito che si può parlare, a proposito del fratello, di barbapapà. d'altronde, non scherziamo, barbapapà era veramente astruso. e su questo le chiacchiere stanno a zero.

giovedì, giugno 01, 2006

willy wonka


quando vidi per la prima volta willy wonka rimasi scioccato.
ero piccolo, non so neanche io quanto.
c'era questo che non si capiva se era buono o cattivo. ma mi piaceva da matti.
crescendo, presi coscienza del mio lato astruso. e willy wonka è uno dei campioni assoluti dell'astruso.
senza willy wonka il mondo sarebbe certo peggiore.
willy wonka fa cose brutte ai bambini antipatici.
non che dice: "vabbé, sono bambini...", no, col cazzo.
se un bambino è uno spacca coglioni di merda, è uno spacca coglioni di merda anche se è piccolo.
e allora gli devono capitare cose brutte.
tipo che cade nel fiume di cioccolata. e robe così.
willy wonka non le manda a dire.
parla chiaro e agisce subito.
non è sempre simpatico.
anzi, diciamo che la simpatia sta da una parte e willy wonka dall'altra.
per questo willy wonka è un eroe.
non è uno molto equilibrato, fra l'altro.
anzi, diciamo che l'equilibrio e willy wonka stanno agli antipodi.
per questo il valore di willy wonka è illimitato.
willy wonka, insomma, è un personaggio di infinito valore.
mentre invece per esempio mi fa cagare pinocchio. lo odio proprio.
non vale una sega.

ingiustizie


che cazzo vuol dire tazzina? chi ha stabilito quanto deve essere grande una tazza? lo trovo sommamente ingiusto nei confronti delle tazze per il caffé. che significa? chi lo ha detto? chi lo ha stabilito? chi è la tazza del latte o del té per arrogarsi il diritto a chiamarsi tazza? e poi, se la tazza per il caffé è una tazzina, quella per il latte o per il té una tazza, la tazza del cesso cos'è? una tazzona? no! nessuno chiama la tazza del cesso tazzona! perché altrimenti la tazza per il latte e quella per il té si sentirebbero sminuite, e nessuno osa sfidarne l'arroganza e la supponenza.
invece arroganza e supponenza non devono spaventare quando si è nel giusto!
io chiamo tutte le tazze uguale, e vaffanculo a té e latte, che fra l'altro non occupano un posto importante nei miei gusti di roba commestibile. anzi, il té e il latte mi fanno cagare. il primo in senso metaforico, il secondo anche in senso letterale. mentre il caffé mi fa cagare in senso letterale ma non metaforico. questo per chiudere.

ospiti



a me piace avere ospiti, e r. l. penso possa confermare. questa coppia d'amici resterà con me per tutta la vita. anche perché, essendo morti da tempo, non danno alcun fastidio.