sabato, marzo 31, 2007



il qui presente astrosio prende congedo fino alla fine di pasqua. ma tornerà, ah!, se tornerà! insomma, il blog andrà un po' in vacanza per una settimana. non completa. se posso posto. (volevo troppo scrivere "possoposto.)

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venerdì, marzo 30, 2007

il gioco dell'oca



ormai anche per fare degli esempi non si usa più il gioco dell’oca ma bensì si usa di più il monopoli. chi si sente spiritoso a volte dice cose del tipo: “vai in prigione senza passare dal via, ha, ha, ha!”. ma non fa ridere nessuno. almeno, a me non mi fa ridere. se poi trova qualcuno che lo fa ridere buon per lui, non sto mica a rompergli il cazzo, a lui o a quello che lo fa ridere. sono affari loro e non mi immischio. certo però che non mi faccio una bella opinione su di loro. io certo non sono nessuno per giudicare, ma sono qualcuno in generale. o almeno così mi hanno fatto credere da quando si dice che sia nato. in sostanza, quindi, in quanto qualcuno, penso che cazzo voglio. e penso che chi ride delle battute che fanno tutti, e chi fa le battute che fanno tutti, siano degli emeriti coglioni. e siano patetiche le situazioni in cui uno che fa una battuta del genere ottiene successo in società. tipo quelli che fino a qualche anno fa ripetevano in continuazione i tormentoni di zelig. provocando pioggia di risate. un pioggia di napalm, si meritavano, altroché. quello ci voleva. napalm. o lanciafiamme. robe del genere. di modo che la smettevano subito invece di continuare. infatti smettere è il contrario di continuare. ma e qui nasce il paradosso, se uno continua a smettere che fa? sta smettendo o sta continuando? e se uno smette di continuare? no, quello smette e basta. non c’entra. ma se uno continua a smettere, per smettere dovrebbe continuare, e continuando, continuerebbe, appunto. e mi sa che stavolta non se ne esce. (quanto mi incazzo quando vado a sbattere contro muri...) cioè, siccome non se ne esce, significa solo una cosa: che per quanto l’uomo se la meni con il fatto che è intelligente, ha delle categorie di pensiero limitate, delimitate dalle parole. e non è poco. insomma, io almeno ci provo. anche se sotto sotto spero che tutto sia un cerchio. se è così, mi stanno bene anche i muri.

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documento

razionar(l?)e sta ad indicare qualcosa di buon funzionamento. quindi, per poter applicare ciò che è razional(r?)e, è tutto il risultato di processi tecnico-scientifici, fisici-matematici, logici-biologici.

dagli appunti dettati dal mio professore di educazione tecnica delle medie

i criceti ammaestrati



secondo quanto posso dire conformemente alla mia opinione personale, e condizionato indubbiamente dal mio punto di vista frutto delle mie esperienze personali e dell’ambiente in cui sono cresciuto, il criceto è un animale che nulla a che vedere con il ricambio dell’olio di un’automobile. penso però che un ammaestratore di criceti particolarmente capace possa arrivare ad ammaestrare un criceto a fare il cambio dell’olio. ma siccome le dimensioni sono quello che sono, questa eventualità ritengo sia possibile solo per macchine di piccolissime dimensioni. che quindi non servono a niente in quanto un essere umano, per quanto di statura piccola, non ci potrebbe mai salire. pertanto ritengo sia uno sforzo inutile ammaestrare un criceto a fare il cambio dell’olio a un’automobile. questo per togliere ogni dubbio su un argomento di cruciale importanza nel mio mondo immaginario. frutto della mia propria capacità di astrazione e ricombinazione di elementi eterogenei. e per quanto possa sembrare che quanto fin qui scritto non abbia alcuna importanza né sia caratterizzato da particolare profondità, io me ne infischio e dico che potrebbe anche non essere così. non si sa mai. ma, per essere massimamente onesti e completi, occorre precisare che il caso che abbia scritto un’emerita stronzata non è da scartare a priori. anzi, in un orizzonte probabilistico, c’è da comprendere questa possibilità, ossia che riflettere su quanto sia utile insegnare a un criceto a fare il cambio dell’olio sia un’emerita stronzata.

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giovedì, marzo 29, 2007

cucina astrusa - mammellata

recatevi da un chirurgo plastico specializzato in mastoplastica riduttiva. pregatelo di farvi consegnare, dietro minaccia o eventuale compenso, un po’ di materiale di scarto tipo il tessuto adiposo drenato durante un intervento avvenuto massimo due o tre ore prima. recarsi quindi a casa con una certa premura e immediatamente versare il composto in una casseruola, porre la stessa sul fuoco insieme a molto zucchero (circa due parti per ogni parte di tessuto adiposo) e portare a ebollizione. qualora il composto risulti troppo denso, si consiglia di aggiungere qualcosa per renderlo meno denso. a piacere. l’importante è evitare l’aceto perché condizionerebbe eccessivamente il gusto e l’aroma del preparato. si raccomanda, soprattutto nella prima fase, una certa cautela essendo dubbia la liceità della fornitura da parte del chirurgo del materiale di scarto di un intervento di mastoplastica riduttiva. ridurre quindi all’essenziale i contatti con il chirurgo, e si consiglia che tali contatti avvengano di persona e in ambienti bonificati da intercettazioni ambientali. la presente ricetta è qui presentata a solo scopo dimostrativo e di intrattenimento. l'autore declina ogni responsabilità per ogni eventuale conseguenza negativa sulla fedina penale di chi si cimentasse nella preparazione della presente ricetta, e\o ne ingerisse il contenuto.

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cucina astrusa - marmellata di cozze

sgusciate una consistente quantità di cozze in modo che, private del guscio, il loro peso si aggiri sui 5 kg. una metà riducetela in purea frullandola. mettete il tutto in una terrina con lo zucchero (otto etti per ogni chilo di cozze) e lasciate macerare il tutto per una notte. versare quindi il composto in una casseruola e fate bollire a fuoco lento mescolando continuamente. per capire quando la marmellata è pronta, potrete seguire questa astuzia: mettere un piatto nel punto più freddo del frigo, quando stimerete che la marmellata è pronta ritirare il piatto dal frigo e mettere appena un poco di marmellata nel piatto, se si stende continuare la cottura e rimettere il piatto in frigo. se invece si addensa la marmellata è pronta. infine, aggiungo che tutto ciò è opportuno non farlo mai in quanto potrebbe risultare dannoso alla salute. la presente ricetta è qui presentata a solo scopo dimostrativo e di intrattenimento. l'autore declina ogni responsabilità per ogni eventuale conseguenza negativa sulla salute di chi si cimentasse nella preparazione della presente ricetta, e\o ne ingerisse il contenuto.

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mercoledì, marzo 28, 2007

Cucina Astrusa - Introduzione


in anteprima l'introduzione al libro di cucina astrusa che forse non verrà mai pubblicato. anzi, è molto probabile. ma se qualche editore volesse imbarcarsi in un'avventura senza scopo e senza senso (non si sa mai), gli cederò volentieri i diritti. a pagamento.

perché leggere questo libro? effettivamente non c'è un motivo. ma proprio questo potrebbe essere il motivo. se volete fare qualcosa che non ha alcun senso, se volete leggere qualcosa di perfettamente inutile e irrealizzabile. o se volete realizzare qualcosa di completamente inutile, come le ricette presentate in questo ricettario, ebbene, questo è il libro che fa per voi. detto questo, tocca dire che il libro che avete fra le mani nasce dalla collaborazione spontanea di diversi blogger, fra cui kaishe (marcolo no perché è invidioso e non ha un profilo), è vero, ma soprattutto dalla mente brillantissima e sempre in fermento di astrosio, un blogger oltre che intelligente, anche bellissimo fisicamente. la sua presenza è contesa per vari avvenimenti, vernissage, conferenze, congressi e show room. ha grandissime capacità di intrattenimento, sa raccontare meravigliose ed esilaranti barzellette e ha un ascendente incredibile sulle donne. tutte le donne del mondo sognano una notte d'amore con lui, almeno una. ma ancora non lo sanno.
buona lettura.

cucina astrusa - acqua aromatica

spostate dal tavolo della cucina la brocca; visto che ce l'avete in mano riempitela d'acqua dal rubinetto e riponetela sul tavolo. lasciatela sul tavolo senza copertura per due o tre giorni. in questi due o tre giorni, impegnatevi nel soffriggere almeno, almeno due volte al giorno, aglio o cipolla. si raccomanda di chiudere la porta della cucina ogni volta che la si apre, e di non aprire mai la finestra per tutta la durata della preparazione. l'acqua si aromatizzerà con tutti gli odori assumendo così un importante afrore che si accompagnerà bene a qualsiasi tipo di piatto. (per la versione estiva, basta riporre la brocca senza copertura in un frigo in cui si conservino: angurie, pesce, formaggi, spicchi d'aglio, cipolla, panna da cucina già aperta, eccetera. si raccomanda di aprire spesso il frigo, di modo che il raffreddamento avvenga più lentamente e gli aromi vengano assorbiti dall'acqua in modo più completo.)

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martedì, marzo 27, 2007

non leggete questo post


oggi si parlerà del quieto vivere che è quella cosa per cui la gente vive quieta. ma non per questo significa che questo quieto vivere sia una cosa necessariamente da porsi come obiettivo. nel senso che poi alla fine non si può dire né sapere qualcosa di più su quanto accade nel mondo dalla televisione e dai giornali. ma per essere ancora più sconsclusionati si dovrebbe arrivare a dire qualcosaltro che invece però già dicendolo si arriverebbe probabilmente a qualche conclusione, attuale o potenziale. che sono due categorie dell'essere. cioé quello che uno è in potenza e quello che uno è in matera. che sono i due capoluoghi di provincia della basilicata. una regione a mio avviso molto trascurata. e soprattutto che non fa tendenza. come tipo la camargue francese. vuoi mettere? uno che dice: sono stato in vacanza in basilicata vs. uno che dice: sono stato in vacanza nella camargue francese. vince nettamente il secondo. perché alla basilicata non ci pensa mai nessuno. eppure la basilicata ha tante cose tipo il pane buono, il mare, i fiumi, l'amaro lucano, eccetera. solo che la basilicata non fa tendenza, mentre la camargue sì. e questo è dovuto soprattutto a qualche motivo che non mi va di individuare e analizzare. stamattina proprio non avrei dovuto proprio scrivere un post. ho tante cose per la testa. sto pensando a organizzare il mio matrimonio: è tutto quasi pronto. manca solo la sposa e il ristorante. io quando mi sposerò mi sposerò in un ristorante. fuori ci deve essere scritto proprio "ristorante". non tipo "residenza", o "castello", o "villa". no, ci deve essere scritto proprio "ristorante". la gente deve venire, si deve sedere e deve mangiare: 1) antipasto misto di affetati; 2) pasta alla amatriciana; 3) arrosto misto; 4) contorno di insalata di lattuga; 5) una mela; 6) la torta; 7) l'amaro. vino o birra e scelta. acqua minerale gassata. fanta e coca cola. se è estate al punto 5 ci metto una fetta d'anguria. poi non devo fare i tavoli: ognuno si siede con chi cazzo gli pare. ahhhhhhhhh! e non mi si rompessero i coglioni con tutte quelle cose da rottura di coglioni che si fanno quando le genti si sposano fra loro, che finiscono sempre per rompere i coglioni. appunto. ebbasta co' sti matrimoni che sembrano tipo delle cose da zucca delle favole. con i dolci fuori in giardino su un tavolo a parte che tutti dicono "OH! CHE MERAVIGLIA!". andate a fare in culo. voi e i vostri dolci del cazzo. se vuoi, c'è sta torta. se non la vuoi, fuori dai coglioni. la torta deve essere fatta: fuori panna montata, dentro pasta sfoglia imbevuta di caffè, con strati di nutella e crema chantilly. ecco. questo sarà il mio matrimonio. chi non si ubriaca verrà cacciato fuori a calci in culo. chi è vegetariano, pure. oppure no, dai, faccio una stanza a parte per vegetariani e astemi. anche se penso che fra i miei invitati ce ne saranno pochi. comunque, per togliere ogni dubbio, non mi sto per sposare. né ne ho tanta voglia, a dire la verità. però mi è venuto in mente. e mo tutti a dire: "vuol dire che inconsciamente, blablabblà...". ma andate a fare in culo voi e l'inconscio. senza offesa.

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lunedì, marzo 26, 2007

post d'impegno sociale e civile


è pazzesco che nel ventunesimo secolo ci siano ancora tante cose brutte e barbariche che si verificano. si fossero verificate 7 o 8 anni fa, era un altro discorso. in quanto era ancora il ventesimo secolo. ma nel ventunesimo secolo no, non si possono accettare. si devono distruggere queste cose barbariche e brutte che si verificano come: la fame nel mondo, la guerra, le bombe atomiche, le scamorze taroccate, i maltrattamenti delle padelle prese a colpi di gatto, il made-in-italy vituperato, i palinsesti televisivi organizzati male, la gente insensibile ai sentimenti, le polveri sottili, la vecchiaia, il traffico, la guerra tra i sessi, i popoli oppressi, la violenza negli stadi, i genocidi, gli infanticidi, i parricidi, gli uxoricidi, gli omicidi in generale, la sovrappopolazione, le malattie incurabili, gli scippi, le tasse alte, gli acciacchi vari, il mal di denti, il mal di testa, la sindrome di stendhal, il razzismo, la droga, la prostituzione, l'effetto serra, le vallette che la danno per andare in tv, la corruzione nel mondo dello sport e tante altre cose che non vanno bene. ormai siamo nel ventunesimo secolo, ci siamo lasciati alle spalle venti secoli. e finché tutte queste cose succedevano nei venti secoli precedenti, poteva anche andare bene. ma adesso non più. perché siamo nel ventunesimo secolo. se eravamo ancora nel ventesimo secolo, no. poteva ancora andare. ma mo basta.

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domenica, marzo 25, 2007

ora legale! (se no scappano)


ma se noi perdiamo un'ora, no? quell'ora che fine fa? chi se la prende? a me questa storia che dobbiamo perdere un'ora non me la conta giusta. secondo me c'è dietro qualcuno che si prende queste ore e se le mette in cassaforte e vive per esempio cento anni in più. prendendone un po' alla volta dalla cassaforte. ma a parte questo, il discorso è un altro. è un discorso intricato e complicato. cioè, noi tutti convinti che il tempo scorra nel modo in cui a noi ci sembra scorrere, però poi senza battere ciglio, se ci dicono "stanotte perdi un'ora", noi perdiamo quell'ora e non ci pensiamo più. qui c'è aria di complotto.

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sabato, marzo 24, 2007

parole sante - cultura scientifica


Stiamo iniziando a comprendere le conseguenze (e a pagare il prezzo) della separazione fra scienze umane e scienze naturali ed esatte che ha segnato la cultura italiana del '900. Tale separazione ha caratterizzato, e purtroppo ancora oggi caratterizza, il nostro modo di pensare, i nostri processi formativi, l'organizzazione delle nostre scuole. A tale separazione oggi attribuiamo la crisi delle vocazioni scientifiche e tecniche dei nostri giovani, crisi che rischia di segnare profondamente il nostro progresso e quindi il benessere del nostro paese. Altre culture, ad esempio la cinese o la indiana, sanno bene che la scrittura di una commedia e la formulazione matematica di un teorema richiedono la stessa dose di creatività e rigore mentale.
Giulio Ballio - Rettore del Politecnico di Milano

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giovedì, marzo 22, 2007

5 domane a... Roberto Ferrarese


Roberto Ferrarese, oltre a fare fumetti, è research associate nel Dipartimento di Biologia del City College of New York, City University of New York. Si occupa del sistema immunitario degli insetti, fra le altre cose. Oltre a questo, scrive una rubrica fissa, Smoke, sul blog www.freddynietzsche.com . Il fatto è che io trovo estremamente astrusi gli insetti e il loro mondo. Adoro le blatte, e quando ne vedo strisciare una per casa, mi illumino di immenso (vabbè, ho un po' esagerato). Insomma, dopo le precedenti due interviste ad Alessandra Rotundi sulle comete, e a Francesco Dimitri sull'immaginario, cose enormi e immanenti, secondo me è bello fare un'intervista su qualcosa di piccolo e, forse, transeunte. (Gli insetti sono transeunti? Non lo so. In effetti forse non c'entra molto, però non ho compreso questa domanda nelle cinque che ho spedito a N.Y., mannaggia!) Insomma, andare dall'enorme al piccolo, con tutte le implicazioni che ne coseguono, risulta alla fine molto rivelante (oltre che rilevante) di quanto la roba astrusa, grande e piccola, comete, immaginario e insetti, finiscano poi per avere a che fare con la specie umana. Insomma, cade una cometa sulla terra, si forma la vita, l'uomo immagina, gli insetti ci aiutano a guarire dai malanni. E questo è di molto astruso.


1. QUAL E? PRECISAMENTE IL TUO SETTORE DI RICERCA ATTUALE?
Attualmente il mio principale interesse e’ studiare il sistema immunitario degli Insetti. L’organismo modello che sto usando, il moscerino della frutta o Drosophila melanogaster, e’ molto comune in questo e in molti altri settori della ricerca. In particolare io studio la risposta immunitaria di questo insetto a organismi patogeni multicellulari (cioe’ praticamente tutto cio’ che non e’ un batterio, un virus o un protozoo...). Ancora piu’ nel particolare, gli organismi che utilizzo per evocare le difese immunitarie nei moscerini, appartengono al gruppo (inteso non in termini filogenetici) dei parassitoidi. Questi animali, per lo piu’ imenotteri (cioe’ vespe), hanno delle abitudini particolari: gli adulti a vita libera depongono uno o piu’ uova all’interno del corpo di un altro insetto ospite; dall’uovo nasce una larva parassita che cresce all’interno del proprio ospite nutrendosi dei tessuti di quest’ultimo; quando l’ospite muore, viene interamente consumato dalla larva parassitoide, la quale infine compie la metamorfosi e diventa una vespa adulta a vita libera pronta ad infettare a sua volta nuovi ospiti. In pratica, per i non addetti e/o per i nozionisti, l’idea di Alien e’ nata da qui...
Comunque, ospiti e parassitoidi nel corso della loro convivenza hanno sviluppato sistemi per resistere alle infezioni (i primi) o per aggirare le difese immunitarie (i secondi), in entrambi i casi il successo di questi meccanismi determina la sopravvivenza di una (e una soltanto) delle due specie.
Ecco, io studio questi meccanismi.
Questo ci porta alla tua seconda domanda...
2. QUAL E? L?AMBITO DI APPLICAZIONE PRATICA DELLE TUE RICERCHE?
Ci sono differenti punti di vista da cui si puo’ guardare questo tipo di ricerca. Mi soffermero’ sui due principali, ricordando pero’ che la ricerca dovrebbe essere ricerca della conoscenza e, seppur con dei criteri di priorita’, gli scienziati avrebbero quindi il compito di descrivere i fenomeni naturali in quanto tali, evitando di essere mossi (e percio’ vincolati) da uno scopo particolare.
Detto questo, il primo motivo di interesse e’ che un numero sempre maggiore di evidenze dimostra come molti dei meccanismi implicati nel riconoscimento di organismi patogeni e nella loro eliminazione sia pressocche’ identico (tecnicamente, si dice che sono altamente conservati) in animali molto diversi quali, per esempio, gli Insetti (moscerino) e i Vertebrati (uomo). Tuttavia, a differenza dei Vertebrati, in cui la situazione e’ complicata dalla presenza di un particolare tipo di risposta immunitaria legata agli anticorpi, gli Insetti possiedono soltanto la cosiddetta immunita’ innata, diversa da quella acquisita (anticorpi) ma comunque presente anche nell’Uomo. Insomma, gli Insetti, possedendo soltanto una parte del sistema immunitario dei Vertebrati ed essendo questa parte molto conservata, costituiscono un buon modello per capire come essa funzioni e quale sia il suo ruolo nella risposta agli agenti patogeni.
Il secondo motivo e’ di carattere ecologico. Molti Insetti sono dannosi per le coltivazioni, per questo sono stati inventati e prodotti i pesticidi, insetticidi in particolare. Il caso, penso a tutti noto, del DDT descrive chiaramente quali siano i problemi sorti dalla dispersione di queste sostanze nell’ambiente: non uccidono soltanto gli organismi dannosi, ma anche gli altri, tra cui alcuni benefici e, in ultimo, l’uomo. Ora, molto spesso le interazioni tra i parassitoidi e i loro ospiti sono specifiche al punto che un particolare parassitoide e’ in grado di infestare soltanto un data specie ospite e non altre; questo vuol dire che i meccanismi che utilizza per l’infezione vanno bene per quel dato ospite ma non per altri. Da qui l’idea di tentare di riprodurre quei meccanismi che vanno a colpire in modo cosi’ specifico le specie dannose ma che non producono effetti sulle altre.
Questo mi permette di procedere con la prossima questione...
3. QUALI SONO, ATTUALMENTE, LE PREOCCUPAZIONI IN AMBITO SCIENTIFICO, A PROPOSITO DELLA BIODIVERSITA’?
La biodiversita’ e’ un tema molto ampio e la ricerca scientifica che se ne occupa risulta spesso abbastanza frammentata. Tuttavia, credo che la visione generalmente diffusa attualmente preveda che analisi, protezione e gestione di questa risorsa debbano essere coordinate a un livello superiore e che le informazioni provenienti da settori molto diversi tra loro vengano integrate per ottenere una visione olistica del sistema.
Da un punto di vista teorico, la vera questione riguardo la biodiversita’ penso sia la posizione che la specie umana debba occupare nel quadro generale: l’uomo e’ probabilmente l’unica specie in grado di comprendere la propria posizione nell’ecosistema e di valutare la propria influenza su di esso.
4. JAQUES MONOD DICEVA CHE GLI ESSERI UMANI SONO “OGGETTI STRANI”. COSA PENSI A RIGUARDO?
Io nel sottoscrivere, aggiungerei che gli organismi in genere sono “oggetti strani”; gli esseri umani sono forse i piu’ strani di tutti...
Pur non essendo un esperto della materia, la componente che piu’ mi affascina della Genetica e’ la comprensione del legame che collega l’espressione genica, legata a fattori fisici e meccanici ben definiti, alla manifestazione di comportamenti complessi. Da questo punto di vista credo che l’uomo rappresenti un “oggetto” veramente strano!
Ricordo soltanto brevemente che spesso si sono affrontate considerazioni riguardo la “stranezza” degli organismi viventi sulla loro natura fisica, su basi termodinamiche e, non ultimo, sul concetto stesso di organismo. Concludo suggerendo, a proposito di quest’ultima considerazione, la lettura del ben noto “The selfish gene” di Richard Dawkins, ottimo esempio di riflessioni sulla Biologia.
5. TI SENTI UN “CERVELLO IN FUGA”?
Beh, per la verita’ no! Credo che il ragionamento sia semplice: io volevo che il mio lavoro fosse quello di fare ricerca scientifica; in Italia, al momento, le alternative sono o essere uno dei pochissimi ricercatori assunti tramite concorso pubblico in enti statali (e comunque essere sottopagati) o accettare una borsa di studio, lavorando a tempo determinato con delle entrate che definire stipendio sarebbe offensivo. Guardando all’estero l’offerta e’ semplicemente piu’ allettante, negli Stati Uniti in particolare. Da qui la mia decisione.
Non ne farei un questione di politica nazionale: e’ un dato di fatto che la comunita’ scientifica ha attualmente una scala (quasi) planetaria, di conseguenza non vedo perche’ l’offerta lavorativa debba essere limitata entro i confini della propria nazione. Casomai, fossi io a dover decidere degli investimenti nazionali per la ricerca, mi preoccuperei di mantenere il livello della ricerca (piu’ che i ricercatori) alla pari con la concorrenza internazionale...
Ma purtroppo/per fortuna non sono io a decidere!

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mercoledì, marzo 21, 2007

intervallo

martedì, marzo 20, 2007

transeunte


ma quanto mi piacciono a me certe parole non so dirlo e forse non posso perché non bastano i numeri. e i numeri sono tanti. quindi immaginarsi quanto possono piacermi queste parole. che se sarei più intelligente, e saprei usare bene tutte queste conoscenze, mi farei una borza di pelle di camoscio e andrei in giro sciando sull'asfalto con gli sci rossignol. questo per dire. ma tornando alle parole che mi piacciono, per riprendere il filo del discorso, una di queste parole è transeunte, che in termini filosofici significa "soggetto al divenire". e siccome io sono molto soggetto al divenire, forse più degli altri, ecco, mi sono appena reso conto che quanto ho scritto dopo e siccome non ha molto senso. (il neretto, il corsivo e il colore li ho aggiunti dopo l'epifania.) in quanto, e qui si fa filosofia (quasi, in quanto sono uno scettico), probabilmente non si può stabilire una scala di misura dell'essere soggetti al divenire. tutti siamo infatti soggetti al divenire in ugual misura. si potrebbe a questo punto trovare l'escamotage logico-formale per cui non tutti sono soggetti al divenire, transeunti, in egual misura, e forse, una volta fatto questo, si potrebbe inventare il relativo marchingegno tecnologico che possa permettere gradazioni nella soggezione al divenire. e quindi, con il passare del tempo, bloccare il divenire. tornando alla sostanza del discorso, tutto è transeunte. alla fine questa è una parola importante, anche se poco usata. è il contrario di immanente. che invece significa stabile ed eterno. mi chiedo questo quante implicazioni abbia e possa avere. mi chiedo anche che livello sfumato di verità abbia tutto ciò. e mi chiedo anche se mai l’uomo abbia mai pensato di costruire dirigibili a forma di guanto. ma non per questo penso sia d’importanza decisiva.

lunedì, marzo 19, 2007

l'incredibile e triste storia di luca e lucia

luca e lucia furono legati in matrimonio da un chirurgo.
da quel momento stavano sempre insieme. c’erto in alcuni casi era un po’ scomodo. soprattutto andare in bagno. e inoltre dovettero rinunciare ad alcune posizioni nel fare l’amore. ma la felicità di stare sempre l’uno legato all’altra (e viceversa) era troppo grande e quindi quei piccoli inconvenienti furono ben accetti. un giorno però, per forza di cose, dovettero separarsi. il chirurgo, quando arrivò a casa, trovò un’atmosfera tetra. però fece il suo lavoro e andò via. per luca e lucia fu il giorno più brutto della loro vita. era peggio che se gli avessero amputato un piede o la lingua. e inoltre, i punti di sutura facevano male. quando alla sera si rividero, non vollero aspettare il chirurgo, che sarebbe arrivato il mattino dopo. e provarono a legarsi da soli. ma purtroppo non ne furono capaci. le ferite si infettarono e durante la notte morirono.

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domenica, marzo 18, 2007

pg scrive - pentoline


pg ci insegna un gioco di altri tempi, quando ancora non c'erano internet e i videogiochi, e le bambine grasse spadroneggiavano e rompevano i coglioni.

Pentoline.: da 1 a N giocatori; da 1 a 116 anni
Occorrente: ragazzina cicciona scassamaroni che si presenta a casa vostra tra le 6 e le 9 del mattino con una busta azzurra del fruttarolo piena di pentoline. (se non si possiede la busta del fruttarolo vanno bene anche le buste bianche quelle che fanno un bordello tremendo quando le accartocci)Svolgimento: la cicciona, dopo aver svuotato fragorosamente le pentoline sul pavimento, con voce querula stabilice l'ordine del giorno assegnando compiti e mansioni. Si sceglie se cucinare un primo o un dolce, nella maggior parte dei casi si opta per entrambi dividendosi i compiti, salvo poi fare tutto la grassa Michela perchè vostra sorella non dimostra altrettanta abnegazione nel girare il souffle (ma che cazzo c'avrà da doversi girare sto soufflè... che mia mamma lo mette in forno e festa finita e invece la cicciona rompe i coglioni a tremila perchè va girato con cura, mha!!!). Il fratellino minore giudicato incapace dovrà fare la parte del bambino che assaggerà e commenterà la bontà del preparato, e alla fine sarà costretto ad ingurgitare quantità di fango e graniglia superiori a quelle consentite dalla legge. Il tutto mentre il fratello della cicciona, tal "occhialuto", girerà per il cortile in pigiama bestemmiando in marchigiano nel tentativo di picchiare le galline con un bastone. Ecco tutto e... Buon divertimento!!!

sabato, marzo 17, 2007

gennaio e febbraio


scrivo questo post con un grande carico di angoscia. bugia. nessuna angoscia. era solo per fare un'introduzione ad effetto. in realtà non ho la benché minima idea di cosa stia per scrivere, per questo, finito di scrivere, metterò un'immagine che non c'entra niente (sì, quella...). anzi due. quindi ora tocca decidere l'argomento di questo post. direi che è un post eventuale. nel senso legato all'irrazionale e sempre sorprendente corso degli eventi. infatti c'era una volta una città il cui corso principale si chiamava "corso degli eventi", la qual cosa dava adito a equivoci che pero' non mi va di inventare in quanto trovo la cosa noiosa. sono infatti le cinque meno un quarto di sabato pomeriggio e sto in panciolle. in panciolle... cmq tornando alla città il cui corso si chiamava "corso degli eventi", come roma ha via condotti, milano ha via montenapoleone, perugia ha corso vannucci, questa città c'aveva "corso degli eventi". e tutti si davano appuntamento a corso degli eventi. ecco. questa città si chiamava cazzo. e si diceva che vi erano stati inventati gli stoppini. quelli delle candele. prima infatti c'erano le candele ma senza gli stoppini, e non si accendevano mai. poi venne un re, che si chiamava numa pompilio, e aggiunse due mesi, gennaio e febbraio. ripeto, gennaio e febbraio.
angie aggiunge che... Il re della città del cazzo proibì ai suoi sudditi di produrre stoppini nei suoi nuovi mesi, gennaio e febbraio, ripeto, GENNAIO E FEBBRAIO, così molte candele rimasero al buio, e non si potevano più vedere, cosa che scatenò delle ferocissime scazzottate, da lì il modo di dire "botte da orbi" (orbi era il nome del locale del cazzo dove si ritrovavano tutte le candele di cazzo).Un brutto giorno però la gente si stufò di non poter produrre più stoppini per le candele del cazzo, e allora fecero un colpo di stato, detronificarono numa pompilio e assunsero il comando, aggiungendo al calendario il mese di ottembre, nel quale era vietato vietare qualsiasi cosa......ma questa è già un'altra storia...
astrosio aggiunge che... ma siccome era ottembre proprio quando stabilirono questo divieto, questo divieto ricadeva nel divieto di legge. pertanto fu abolito.
p.s. chiunque voglia fare aggiunte a questa magnifica storia, si senta libero di inviarmi i suoi contributi via e-mail (astroosio@yahoo.it) o nei commenti di questo post. grazie, prego, noncèdicchè, si figuri, ma mi faccia il piacere, si dia una calmata, se no che fa? mi picchia?, esatto! (e giù botte da orbi!)

venerdì, marzo 16, 2007

non-racconto


il giorno dopo stava già meglio. ma il giorno prima no. stava peggio. infatti non avrebbe potuto stare meglio il giorno dopo se il giorno prima non fosse stata peggio. non avrebbe senso affermarlo, cioè. ma il problema è un altro. siccome il giorno prima non stava poi tanto peggio del giorno dopo, ma solo un poco (e quindi il giorno dopo non stava molto meglio del giorno prima), c’è da chiedersi se vale la pena di raccontare una storia dove in pratica non è successo nulla di rilevante. il giorno prima, infatti, aveva un po’ di raffreddore, il giorno dopo invece stava un po’ meglio ma il raffreddore non le era passato del tutto. quindi insomma non è che ci sia molto di decisivo e di importante in quello che è successo alla tizia in questione. si tratta infatti di una donna. e questo perché io ho deciso così. anzi, ora le faccio fare una doccia. ovviamente è molto bella. dicevo, il giorno dopo stava già meglio e appena alzata si andò a fare una doccia. si sfilò la camicia da notte e il perizoma , aprì la doccia, regolò la temperatura dell’acqua e si ficcò sotto il getto. e insomma la protagonista fa tutto quello che scrivo io. altrimenti non esiste. ma non sto qui a raccontare poi quello che fa sotto la doccia perché sono cazzi miei.

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giovedì, marzo 15, 2007

le scimmie di mare

dedicato a maryann.
le scimmie di mare erano un sogno di quando ero piccolo. a un certo punto, mi si pose un dilemma: avevo fatto gli esami di quinta elementare e avevo buscato un po’ di soldi, cosa comprare? gli occhiali a raggi-x o le scimmie di mare? guardare sotto i vestiti delle donne o ammaestrare dei minuscoli esserini antropomorfi? a dirla tutta quella storia delle scimmie di mare non mi convinceva più di tanto. mi sembrava impossibile che, come diceva la pubblicità, potessi veramente vedere sotto i miei occhi, schiudersi delle uova mandatemi per posta in un sacchetto, e poi veder fiorire una vera e propria “civiltà” (una specie di proto-giocodistrategia, almeno così era presentato dalla pubblicità) . e così, di nascosto ai miei, optai per gli occhiali a raggi-x. quando arrivarono, andai alla posta con l’aria di un terrorista che deve ritirare un pacchetto esplosivo e tornai a casa. eccetera eccetera. ebbene questi occhiali a raggi-x non servivano a un cazzo e non si vedeva assolutamente niente. né sotto né sopra i vestiti. non sto qui a farla lunga. mi pentii di non aver comprato le scimmie di mare. bastava un attimo e le uova si sarebbero schiuse, avrei visto questa società crescere e prolificare sotto i miei occhi, e loro sarebbero stati i miei sudditi. io averi dominato un’intera società di scimmie di mare! e invece… pur di vedere un seno, una chiappa, una coscia , mi ero lasciato traviare e avevo acquistato gli occhiali a raggi-x. dalla ditta same-govi. ma torniamo alle scimmie di mare. si tratta in realtà di un crostaceo, che si chiama “artemia marina”, le cui uova in realtà possono restare in uno stato di quiescenza molto a lungo. poi si mettono nell’acqua, si schiudono, ed escono ‘sti vermi, che effettivamente scopano in maniera molto umana. insomma, questi sono esseri viventi che puoi conservare in un cassetto, poi lo apri, quando ti gira, li metti nell’acqua, le uova si schiudono e questi scopano pure. tutto sommato alla fine la pubblicità non era tanto ingannevole. è una roba astrusa. ma non per questo falsa. e a quanto pare in ammerica è ancora di moda.
evviva le artemie marine! evviva le scimmie di mare!!!

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mercoledì, marzo 14, 2007

l'AntiAstrosio scrive - Bonobo, l'evoluzione della specie






l'Anti-Astrosio ha voluto gentilmente regalarmi questo scritto. che io pubblico gentilmente, dopo averle chiesto di scriverlo. sempre gentilmente. purtroppo non ho potuto mettere le foto ma ho messo i linki. le foto proprio non me le pubblicava. ci ho smanettato un po', ma niente. mannaggia. vabbè... ci sono sempre i linki. p.s. l'antiastrosio dice che se non cliccate i linki, morite.

Bonobo, l’evoluzione della specie.

Gli scienziati evoluzionisti parlano della nostra specie in termini di evoluzione, per l'appunto, altrimenti non si autodefinirebbero tali. Di solito quando espongono le loro strampalate teorie ci mostrano il solito disegno raffigurante la sequenza dell’evoluzione della specie che parte dalla scimmia Pliopithecus ed arriva all’essere umano moderno, come vedete in figura.
http://www.juliantrubin.com/imagesb/evolution.gif
La figura è ovviamente sbagliata, come lo sono anche tutti gli studi finora svolti o quanto meno lo è l’ottica in cui sono stati fatti, perché certo si potrebbe parlare di cambiamento genetico,
però se si vuole parlare di evoluzione, allora la figura a cui dobbiamo fare riferimento è questa:
http://www.paniscus.net/immag/bonobo00.jpg
La bellissima scimmia che vedete nella foto è un Bonobo (Pan paniscus), e non osate dire che avete visto scimmie migliori perché non è vero, anche perché non è che le scimmie siano tanto carine, comunque. I Bonobo vivono in pace ed armonia nella foresta del Congo.
http://www.leakyheaven.com/Portals/0/bonobo%20mom%20and%20child.jpg
http://www.janegoodall.fr/images/grandssinges/bonobo.jpg
Sono l’unica specie, oltre all’uomo, che fa sesso per il piacere di farlo, per cui non solo per riprodursi e quando la femmina è in calore, e lo fa “faccia a faccia”.
http://milmaisuma.leiturascom.net/arquivo/bonobo-sex-.jpg
Ma questa è l’unica cosa in comune che hanno con l’uomo perché i Bonobo fanno l’amore tutto il giorno, tutti insieme e mentre svolgono le mansioni quotidiane. Non esistono preferenze sessuali, non esistono differenze sessuali, né sociali, né diritti d’anzianità. E soprattutto non esiste violenza. I Bonobo sono sempre felici. E sono in via di estinzione.
Per cui lo stupido essere umano non può fare altro che ammirare queste creature in silenzio e dannarsi per la sua stupida condizione d’inferiorità e sperare di morire il più velocemente possibile ponendo così fine alle sue stupide sofferenze. Fine.

Purtroppo esistono degli esseri umani molto sudici e molto puzzolenti che nel corso della storia hanno osato emulare i Bonobo,
http://media.urbandictionary.com/image/large/hippie-48540.jpg
ovviamente con scarsi risultati, anzi con risultati proprio penosi, perché è evidente che o sei un Bonobo o non lo sei. Non si può diventare Bonobo. Non si può diventarlo perché siamo un’ altra razza, la meno degna tra l’altro.
http://www.devo.com/tft/hippie/gallery/hippie8.jpg
Questi esseri umani però continuano nella loro vergognosa aspirazione e si credono anche di esserci riusciti!!! Sto parlando degli hippie.
http://i87.photobucket.com/albums/k158/guynolan/hippies.jpg
E non dico altro.
http://www.savebonobo.org/images/bonobo_logo_main.jpg
http://i29.photobucket.com/albums/c286/mschober/hippiekiller.jpg

importanza




qualunque cosa significhi quello che sto per scrivere, non ha alcuna importanza. pertanto non mi dilungo.

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pi greco


oggi è il giorno del numero più famoso del mondo. il p greco. ovvero 3,14. infatti oggi è il 14 il marzo, ovvero il terzo mese del calendario gregoriano. questo numero è un numero molto importante perché serve a molte cose. soprattutto alle circonferenze. sono numerosi nel mondo gli amanti di questo numero. e si fanno anche alcune battute molto simpatiche. sempre usando questo numero, che ha una storia antica. fu infatti scoperto molti anni fa. 1241 miliardi circa sono le cifre conosciute dopo la virgola. le cui prime cinque sono 14159. giusto per fare un esempio. è il rapporto fra circonferenza e diametro di un qualsiasi cerchio. a me personalmente non è che mi faccia impazzire. preferisco un po' di più la sezione aurea, che corrisponde alla lettera greca phi che però su questa piattaforma bloggara non sono riuscito a trovarla. il numero è più o meno 1,618 eccetera. che a dir la verità si è un po' sputtanato. ma fa niente, al 3,14 ho legati molti brutti ricordi scolastici. mentre con la sezione aurea non mi sono mai messo alla prova. e comunque il fatto che il pi greco sia un numero che mi sta antipatico non aggiunge né toglie nulla a questo numero formidabile. al cui cospetto mi inchino con reverenza. e gli auguro ogni fortuna.

martedì, marzo 13, 2007

cozze e fiori


c’era una volta un uomo con i fiori nel culo. nel villaggio tutti lo conoscevano per questo. perché aveva i fiori nel culo. allora cominciò a diffondersi la moda di mettersi i fiori nel culo. e finì che tutti quanti, uomini e donne, si mettevano i fiori nel culo. superati i diciotto anni di età. un bel giorno una signora decisamente esagerò con i fiori nel culo, e se ne mise tanti ma tanti che alla fine si vedevano solo i fiori e non si vedeva il culo. allora provò a togliersene qualcuno ma non ci riuscì e andò dal cerusico che provvide alla bisogna. la signora però era molto triste, perché il cerusico le proibì di portare fiori nel culo per almeno una settimana. e allora per tutta quella settimana la signora non uscì di casa per la vergogna. quando finalmente poté mettersi di nuovo i fiori nel culo, era passata una settimana da quando il cerusico le aveva detto di non mettere fiori nel culo per una settimana. e la signora vi si era attenuta. comunque, quando finalmente arrivò quel giorno (dopo una settimana da quando il cerusico le aveva detto di non mettere fiori nel culo per una settimana) la signora si mise i fiori nel culo e uscì di casa soddisfatta. ma ormai la moda era passata. e nessuno aveva più i fiori nel culo. la nuova moda era invece ora andare in giro dentro una cozza gigante. la signora, rassegnata, togliendosi i fiori dal culo, disse: “beh, pazienza…”
la morale della favola è: nessuna. questa storia non ha né capo né coda ma è bella lo stesso.
cioè, forse proprio proprio bella no, ma è simpatica, interessante.... è un tipo.

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quadri astrusi - il giardino delle meraviglie

cuesto cuadro è di uno che si chiamava bosch. e io che pretendo di essere astruso, non posso non scappellarmi davanti a tale tela. se tela è. magari è un pannello. non lo so. però tale tela lo volevo scrivere. per viaggiare in cuesto cuadro basta cliccarci sopra e si possono apprezzare i dettagli. astrusi. tipo l'uomo cozza o i fiori nel culo.

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lunedì, marzo 12, 2007

matrice


per quanto a volte si apre una porta e uno scopre qualcosa che non si aspettava, magari spiacevole, o piacevole, dipende, altre volte uno apre la porta non trova assolutamente niente di inaspettato. tipo apre la porta della cucina e trova la cucina, la macchina del caffé che aspetta, le tazzine nel lavandino, tutte usate e da sciacquare. apre allora la finestra, e anche in quel caso non c'è niente di inaspettato. insomma, certe mattine è proprio come se ti aspettassi esattamente tutto quello che ti succede. e qui dietro c'è un grande discorso matematico, di variabili, numeri primi e incognite. forse. non è detto. sembra di intuirlo, ma non si ha la certezza. o forse è solo che ieri sera mi sono rivisto matrix.

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sabato, marzo 10, 2007

bellezza astrusa



non c'è un legame fra queste immagini e riprese fatte da me negli ultimi sei mesi, che non sia una certa qual bellezza astrusa che io trovo in queste cose che ho ripreso o fotografato. una bellezza che io trovo in qualche modo struggente. e astrusa ovviamente. dura un bel po'. ma oggi e' sabato. e chi vuole, eventualmente, puo' vederselo. altrimenti no.

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venerdì, marzo 09, 2007

questo triste mondo malato

in che mondo viviamo? ce lo siamo mai chiesti? giorno dopo giorno dai mass media veniamo a sapere che in italia succedono cose sconvolgenti: figli ammazzano madri, madri ammazzano figli, la scamorza non è un agrume, nonne picchiano nipoti, persone muoiono negli incidenti stradali, i giovani si drogano, le donne vengono stuprate, i ricchi vengono rapiti, le bombe causano stragi eccetera. ma di chi è la colpa se il nostro è un triste mondo malato? sicuramente parte della colpa hanno i mass media che fanno vedere film e telefilm (ma a volte anche cartoni animati) in cui ci sono: figli che ammazzano madri, madri che ammazzano figli, documentari sugli agrumi e via discorrendo. su questo bisogna riflettere, lo ha detto pure paparazzi'ngher quest'oggi. (ha detto: i mass media sono utili ma a volte è vero tutto il contrario.) quindi insomma, se si riflettesse bene su quanta responsabilità hanno i mass media per i mali del mondo, si dovrebbe cominciare a cambiare i mass media. non devono più fare sapere niente, non devono più fare vedere niente, non devono più trasmettere ai giovani questi disvalori. così non si verificherebbe robe del tipo che lasciano i feti nei cassonetti, che i giovani si drogano e vanno veloci sulle strade e poi fanno gli incidenti stradali, e, più in generale, che al mondo la gente muore e non tutti sono buoni e\o intelligenti. (questo ragionamento non fa la benché minima grinza.)

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dialogo con un tavolino


c’era questo tavolino che
mi diceva tante cose.
sopra c’era soprattutto un upgrade di un mangiadischi anni 70. dove al posto dei dischi ci dovevi mettere i cd, e c’era anche il mangianastri, e anche la radio incorporati. e già questa era una prima cosa, anche se non me la diceva il tavolino. me la diceva il mangiadischi. cioè, si poteva vedere in quel mangiadischi l’evoluzione dei 30 anni intercorsi fra il momento in cui ho visto il primo mangiadischi in vita mia e quel preciso momento, qualcosa meno di un giorno fa. mi raccontava l’evoluzione storica e tecnologica, e ovviamente sociologica. antropologia no, è più complesso.
guardano quell’upgrade del mangiadischi, riuscivi a vedere all’indietro i disegni che l’avevano preceduto. i modelli. lo vedevi più grande, via via che si arrivava verso gli anni ottanta, cambiavano le dimensioni e il disegno. negli anni novanta era sempre più grande e sempre più squadrato. aveva le stesse funzioni. via via che si arrivava agli anni ottanta era sempre più grande e sempre più squadrato, ma cominciava a perdere funzioni… il reparto cd via via spariva, e c’erano solo radio e mangianastri. poi, verso l’inizio degli anni ottanta cominciava di nuovo a diventare più piccolo, poco alla volta, e cambiavano anche le funzioni. diventava sempre più piccolo e più semplice, perdeva radio e mangianastri, e diventava alla fine, o all’inizio, un mangiadischi arancione. portatile. con il manico.
ma, tornando al discorso, era il tavolino che mi diceva più cose. era al centro della stanza, e sopra c’era il mangiadischi e poco altro. quindi, c’era soprattutto il mangiadischi. quel tavolino mi diceva tante cose. la prima era che era stato comprato apposta per metterci su il mangiadischi. quel poco altro che c’era sopra, era solo lì per dire: “ecco, questo tavolino è stato comprato in realtà solo per metterci sopra il mangiadischi, ma non voleva farla proprio sporca, e allora ci siamo sopra anche noi”. e sì, ci sto arrivando. il tavolino mi diceva che era finito in una cosa di qualcuno povero ma onesto e orgoglioso. mi diceva che quella casa era piccola. che non c’erano altri posti per metterci su un mangiadischi. e che se su quel tavolino c’era un mangiadischi, significava che non c’erano altri posti, appunto per metterci su un mangiadischi.
mi diceva poi che non voleva prendere in giro nessuno, ma neanche metterlo a disagio. era chiaro che quel tavolino serviva solo per il mangiadischi. ma c’era qualcos’altro sopra, in modo tale da non mettere a disagio un eventuale estraneo o ospite. mi diceva: “sì, sono povero, sento musica solo da un mangiadischi e sono stato comprato apposta per il mangiadischi, ma non voglio farti pena, io ho un certo orgoglio, una certa dignità. non voglio prenderti in giro, non sto dicendo che io sono ricco e sono stato comprato perché sono bello e servo a qualcosa di più che a metterci sopra un mangiadischi. ma non voglio metterti a disagio e non voglio la tua compassione.”
quel tavolino era alla fine un buon diavolo.

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giovedì, marzo 08, 2007

massima astrusa

Qualunque cosa dipende sempre da qualche altra cosa. In un ciclo infinito di vite che si inseguono e sogni che si infrangono. O si realizzano. No, non so cosa voglio dire. E se un significato c'è, non necessariamente lo condivido.

piede vs. lingua


se a uno tagliano la lingua, nel senso proprio che gliela tagliano via, quell'uno non può dire più un sacco di cose, o se le dice, non si capisce bene cosa dice. tipo non puo' dire parole come "mungivacca". gli uscirebbe fuori qualcosa tipo "mmmaaaxxhhaa", perché, appunto, come chiarito nella premessa, egli non ha lingua. è bruttissima sta cosa qua. meglio farsi asportare un piede che la lingua, se uno proprio si dovesse trovare davanti a questa scelta: "scegli, il piede o la lingua!", ecco, in questo caso io direi subito "il piede, il piede!". ma credo che la maggior parte di tuttiquanti preferirebbe farsi togliere un piede piuttosto che la lingua. se proprio si deve fare togliere qualcosa. e dovesse scegliere fra piede e lingua. anche perche' con il piede cammini e basta. mentre con la lingua mangi, parli e lecchi. la lingua batte il piede tre a uno. ma anche dove il dente duole.

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mercoledì, marzo 07, 2007

spuntini

Il fatto è che io mentre scrivo colgo gli spunti. A volte questi spunti sono spuntati. Insomma, non sono spunti granché validi, non sono, diciamo, proprio degli spuntoni. Degli spuntini. Ma a furia di spuntini uno ingrassa. Ma questo è un altro discorso. Il discorso importante invece è quello di prima, cioè... spuntini... spuntoni... insomma, io non è che so dove voglio andare a parare. andrei a parare nella juve se mi chiamassi, ad esempio, gigibuffon, ma invece non mi chiamo gigibuffon, ma gigi sì. il cognome invece no, è un altro. ecco questo potrebbe essere uno spuntino. da qui potrei partire con una brillante e ironica riflessione su nomi e cognomi e blablablà. ma no! invece io ci arrivo, ci giro intorno e torno indietro o prendo un'altra strada. magari tipo che il discorso di nomi e cognomi è un incrocio. o meglio, una rotatoria. io arrivo con la mia carretta e ci giro intorno e poi prendo a sinistra. qui incontro un mulo che mi saluta e mi ringrazia per il post sui muli. è un ciuccio molto intelligente, colto e raffinato. per un attimo mi sembra anche un po' ricchione. allora decido che è meglio salutarlo e andare via. e riprendo a camminare. mi ritrovo davanti a un palo della luce del tutto anonimo dove c'è uno a piedi che sta aspettando che scatti il rosso. infatti il palo della luce non è un palo della luce ma è un semaforo e io non sono più sulla carretta ma sto a piedi. ecco. finito. penso di essere ingrassato.

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martedì, marzo 06, 2007

britni


a mio avviso britni spacca. io nutro grosse speranze. è ovviamente nel pieno di un terremoto. ma se sopravvive, quella spacca. farà musica da urlo, testi spaziali e diventerà un'icona. e se dietro c'è qualcuno che la sta manovrando apposta, se cioè dietro tutto questo ci sta una macchinazione dello starsistem, tanto meglio. io la voglio nuda sul palco di un concerto ivimetal (perdonami i&i, non vorrei urtarti… ma metti il caso…). quella se sopravvive diventa un’astrusa di razza. solo non deve mollare proprio adesso che si sta trasformando. certo la metamorfosi è dolorosa. quando da normale diventi astruso, è ovvio che qualche rischio lo corri. però se sopravvive… se non schiatta prima… quella spacca. e d’altra parte c’è da apprezzarla. era sposata con un coglione, che l’ha ingravidata due volte, poi si è fatta amica a parisilton, che penso che io preferirei più farmi una pizza con pacciani (buonanima) che uscire una sera con parisilton (a meno che non me la dà)… ma insomma, cioè, immaginiamoci una serata con parisilton (sesso escluso, ovviamente): lungi da me demonizzare il personaggio, lungi da me confondere persona e personaggio (magari parisilton fa la parisilton solo perché deve farlo per contratto), ma per quello che rappresenta, parisilton tipo deve essere una delle peggio compagnie del mondo! tipo che sta tutto il tempo a sbrodolarsi su quanto è figa e quanto tutti la vogliono e quanto tutti la guardano e quanto sta minchia e quanto sto cazzo. eccheppalle! stai zitta un po’ cazzo! e ti credo che poi uno sbrocca. o una. insomma, sta brittani stava in una situazione di merda, ed è sbroccata. come succede a molta gente comune. quando si accorge che intorno tutto gli fa schifo, sbrocca. e si sbrocca nella vita ogni tanto. è anche salutare. ma se si sopravvive… si scopre l’astruso… ed è una pacchia. per il resto della vita, e oltre. speriamo che brittani non muore. così poi ce la godiamo. secondo me. (basta che non vanno a chiedere aiuto a quel megacoglione di bonovox!)

sanremo

pure io faccio un post su sanremo. anzi no, su san turibio de m., che si festeggia il 23 marzo. san turibio era un santo molto molto santo. egli infatti fece delle santitezze, ovvero gesti che fanno solo i santi. d’altra parte non l’avrebbero fatto santo senza queste santitezze. però non cantava. poi magari cantava pure. però non è famoso per le sue canzoni. anzi, io non ho mai sentito parlare di canzoni di san turibio. è anche possibile che san turibio componesse canzoni e le cantasse, ma io non lo so. anche perché non è un santo famoso. come san procopio, che invece se lo ricordano tutti quando per esempio gli cade qualcosa sul piede. e si fanno male. e smadonnano. san procopio si festeggia invece il 4 luglio. giorno della festa nazionale americana. pensate un po’ quanto san procopio è più importante di san turibio. povero san turibio. a lui non ci pensa mai nessuno. il 23 marzo è un giorno qualunque e quest’ anno cade di venerdì. cioè, già il 21 marzo, è un altro discorso. ma il 23 proprio non se lo fila nessuno. e nessuno festeggia il suo onomastico, a san turibio. anche perché non ho mai conosciuto nessuno che si chiamasse turibio, e neanche santuribio. ancora più improbabile mi sembra il caso che uno di nome faccia santuribiodem. però chissà, forse in giamaica… che poi ridendo e scherzando ho trovato che questo san turibio era uno che si oppose ai conquistadores in perù per difendere gli indios. un santo politically correct, insomma. ecco. ho finito.

lunedì, marzo 05, 2007

parole sante - intelligenza\stupidità


L'intelligence est venue après la sottise, laquelle l'a toujours sodomisée de preès -
ET APRES.

Ce qui donne une idée de l'infini trajet.
Antonin Artaud

(l'intelligenza è venuta dopo la stupidità, che l'ha sempre sodomizzata prima, - E DOPO. Il che dà un'idea dell'infinito percorso.)

sabato, marzo 03, 2007

sprazzo



p.s. su "il Riformista" di oggi, un articolo molto bello sul libro di Francesco Dimitri, "La ragazza dei miei sogni". Io li ho preceduti! BUAHAHAHAHAH!!!

venerdì, marzo 02, 2007

astruseria: fondamentali

L'Universo è un posto trasparente: se percepisci una cosa con gli occhi, le orecchie, la telepatia o che cazzo ne so, quella cosa è. Facile, anche il più idiota degli animali se ne rende conto. Una mela è una mela. Ma l'Uomo no. L'Uomo interpreta, cazzo. E' sicuro che così facendo si avvicini alla verità, ma non si rende conto che se ne allontana, perché la vita è quel che è, e nient'altro. La verità di un sasso è un sasso, e basta.

tipo mentre stiamo in islanda in vacanza e stiamo pensando a un amico che non vediamo da tanto tempo e lo incontriamo proprio in islanda dentro a un bar, allora la realtà ci scivola da sotto i piedi e diciamo: eccheccazzo! allora bisogna saper riformattare il sistema delle nostre convinzioni (stupide) sul buon senso e robe così. oppure diciamo: no, vabbè, che c'entra, mica è successo veramente niente di strano. col cazzo. è successo qualcosa di strano. e ne succedono spesso, di queste cose strane. solo che diciamo: no, vabbè, che c'entra, mica è successo veramente qualcosa di strano. invece è successo. questo per dire che non sono io ad essere astruso. sono gli altri che pensano di non esserlo. chi pensa di non esserlo, ovviamente. perché se uno lo pensa, allora la pensa come me. cioè che non sono io a essere astruso, ma l'astruseria impregna tutto. quindi, io per esempio, che sono molto furbo, dico: che cazzo ne so io che dopo la morte non posso campare ancora in qualche altra forma? allora arriva in genere uno con gli occhiali, un inteliggentone (scritto come si pronuncia, n.d.r.), che mi dice: no, è scientificamente provato che... bla bla bla... e io mentre parla penso: "parla parla, che sto cazzo ti sente!", e vado in stand by. poi, quando ha finito, io gli chiedo: "hai una sigaretta?" se ce l'ha, mi trattengo con lui ancora un po', per buona educazione. altrimenti trovo una scusa e vado via. anche perché quello è convinto che dopo la morte, muore. io no. succedono tante cose strane...

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giovedì, marzo 01, 2007

il chitarrista


la musica è un insieme di suoni organizzato in modo tale che possa distinguersi un messaggio, un'armonia e\o un significato. la musica può fare piangere, ridere e riflettere. e anche altre cose. la musica viene venduta tramite la registrazione di essa su appositi supporti come i compact disc. i cantanti sono quelli che usano la propria voce per fare della musica. in genere, la voce viene modulata seguendo un testo letterale di senso più o meno compiuto. infatti, spesso il testo delle canzoni, ovvero dei componimenti poetici destinati a essere cantati, tende più alla suggestione che alla descrizione di senso compiuto del contenuto stesso. con l'avvento del capitalismo la musica ha l'obiettivo di diventare colonna sonora della vita dei consumatori. si può infatti ascoltare musica mentre si lavora, mentre si guida la macchina, mentre si cucina, mentre si fa l'amore e anche quando si va in bagno. mettono musica dappertutto. musica, musica, musica. musica di qua, musica di là. e basta! un po' di non-musica ci starebbe bene, ogni tanto. ci sono per esempio degli esemplari umani molto irresponsabili che si sono messi in testa di suonare la chitarra e se la portano sempre dietro. tipo ai falò sulla spiaggia. e fanno le solite canzoni tipo battisti, baglioni, de andrè, pino daniele eccetera. poi, quando vogliono fare gli spiritosi, intonano canzoni tipo arbore. questi esemplari, in realtà, sperano che il tutto gli frutti un accoppiamento con esemplari dell'altro sesso. purtroppo però in molti casi gli effetti concreti di tale loro comportamento sono di segno opposto. inibiscono infatti le donne, che immediatamente sognano un amore romantico. e stanno tutte intorno a lui, effettivamente. ma non gliela danno. e, per quella sera, non la danno nemmeno a te. per questo voglio tipo fare una petizione parlmentare per vietare la chitarra sulla spiaggia. o per la depenalizzazione del reato di sfasciamento sul cranio di chitarra e\o omicidio del chitarrista da spiaggia, e\o sodomia in luogo pubblico operata con chitarra ai danni del chitarrista da spiaggia.