mercoledì, febbraio 08, 2012

sfavismo

Attenzione, questo è un post lungo. E' un racconto. Che scriverò senza avere idea di dove esso posta portarmi. Cominciamo: un giorno un signore di Berluco, un paese vicino alla costa, incontrò un cane parlante. Il cane voleva fare conversazione, ma il signore non aveva tempo. E seppure la cosa lo avesse colpito, preferì fare quello che doveva fare. Il povero cane, rimasto solo, andò allora in cerca di altra gente con cui interloquire. Dovette constatare, però, che non era facile: al giorno d'oggi tutti hanno fretta e non hanno tempo per conversare con un cane parlante. Depresso, il cane continuò a camminare senza meta, finché non si trovò alla periferia del paese. Continuò a  camminare e si trovò in campagna. Qui non c'era veramente nessuno con cui provare a parlare, ma almeno l'aria era buona. Nonostante fosse stanco e affamato, il cane continuò a camminare ancora e raggiunse la costa. Sulla spiaggia, quasi deserta, notò un signore dall'aspetto malinconico, che guardava il mare. Il cane si avvicinò cauto, cercando di non sembrare invadente. Quando fu abbastanza vicino da ascoltarne il respiro, il signore sparò una scoreggia, e il suo aspetto malinconico scomparve di colpo. Più rilassato, il signore dall'ex aspetto malinconico si incamminò e raggiunse degli amici che lo aspettavano un po' più in là. E il cane si ritrovò solo ancora una volta. A questo punto la spiaggia era completamente deserta. Una stella solitaria all'orizzonte annunciava l'arrivo della sera. Il cane si immalinconì come solo i cani sanno immalinconirsi. Guardava la stella e pensava al suo triste destino, di cane parlante solitario. E così si addormentò. Quando si svegliò era quasi l'alba. E il buio stava per cedere il posto alla luce del sole. Il cane, allora, decise di provare a trovare qualcosa da mangiare. Poi non so cosa fece in quanto mi sono strarotto le palle di scrivere questa minchiata. E chiedo scusa a chiunque è arrivato fino a qui sperando di trovare un finale a effetto o una chiusa brillante. Non era mia intenzione. E fidatevi, vi siete sfavati voi ma mi sono sfavato anch'io. Almeno questo posso giurarvelo.