Gianfigo, Verme Seduto e i Visi Squallidi
Gianfigo, Verme Seduto e i Visi Squallidi, erano rispettivamente, partendo dall’ultimo, una tribù indiana (i Visi Squallidi), il loro capo (Verme Seduto) e colui che curava per loro le pubbliche relazioni (Gianfigo). Gianfigo era convinto di piacere a tutti, anche perché spendeva un sacco in sbiancante per denti. In realtà, a Verme Seduto, Gianfigo non stava tanto simpatico. Al punto che un giorno, seduti davanti al fuoco a fumare il kalumet della pece (la pace era finita da tempo, e non ne era avanzata; pertanto, per conservare la tradizione, fumavano la pece), Verme Seduto, davanti al comitato degli anziani, chiese se non fosse il caso di togliere l’incarico a Gianfigo, anche perché non faceva proprio un’ottima pubblicità ai Visi Squallidi. Gli anziani si dissero d’accordo e dettero l’incarico a Verme Seduto di licenziare Gianfigo. Quando però il giorno dopo se lo trovò davanti, Verme Seduto si dispiacque, e disse a Gianfigo che il suo incarico di PR adesso consisteva nel coltivare patate. Gianfigo, che non era molto sveglio, si entusiasmò e la prese come una promozione. Inoltre, scoprì una grande predisposizione nel coltivare patate, e si rivelò un grandissimo coltivatore di patate, riuscendo a raddoppiare il raccolto. Verme Seduto e gli anziani dei Visi Squallidi ne furono entusiasti, e promossero Gianfigo PR della tribù. Gianfigo abbandonò quindi con grande dolore il suo campo di patate. E siccome come PR era proprio una ciofeca, si dette all’alcol e morì di cirrosi epatica. La morale di questa storia è che usare troppo sbiancante per denti può portare all’alcolismo. O a coltivare patate. Oppure a qualcosaltro che non so.
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