mercoledì, luglio 18, 2007

il corpo

visto che è estate... no, non c'entra niente... visto che nel precedente post... no, neanche questo c'entra molto. vabbe', insomma, questo è un altro racconto òrro che ho scritto.

Romano quella mattina, entrando in macchina, era del tutto rilassato. Per lui, quel giorno, iniziava l’ultima settimana di lavoro prima delle ferie.Aveva trascorso il fine settimana con la famiglia nella villetta al mare, era riuscito finalmente a giocare col figlio di cinque anni, Luca, sguazzando nel mare e rimproverandolo quando esagerava, esercitando insomma la sua funzione di padre, quella che lui sentiva, a causa del suo lavoro, di non esercitare a sufficienza. Trovava in effetti troppo morbida l’educazione che sua moglie, Lara, dava al loro pargolo, e questo lo portava, la sera, quando tornava a casa dal lavoro, a cogliere ogni occasione per rimproverare il piccolo, ma non gli piaceva troppo. Voleva sì rimproverarlo, ma gli sarebbe piaciuto anche avere più occasioni per giocarci, per dimostrargli il suo affetto, per fargli capire che non era solo un cerbero, pronto a scagliarsi contro di lui alla minima occasione. Fra l’altro, la sera prima, era riuscito a fare due cose che non gli riuscivano da tempo: andare a letto presto (dopo aver congedato con garbo degli ospiti un po’invadenti) e fare l’amore come si deve con sua moglie. Per questo quella mattina era rilassato, e soddifatto.Si era alzato con calma, aveva dato un bacio sulla fronte di Lara ancora addormentata; cercando di fare il più piano possibile, si era fatto la doccia, un caffé, si era vestito, aveva sbirciato dalla porta socchiusa della sua stanza Luca che dormiva e, sempre in silenzio, era uscito da casa e aveva raggiunto la macchina nel vialetto della sua villetta, chiuso da un pesante cancello di ferro battuto.Aveva aperto piano il cancello, girandovi tre volte le chiavi nella toppa, ne aveva spalancato le ante, e solo dopo queste operazioni aveva schiacciato il pulsantino del telecomando per disattivare l’allarme e aprire la macchina. Rilassato e soddisfatto. Non appena entrò in macchina però, fu assalito da un odore nauseabondo, un odore a metà fra un sacco della spazzatura pieno da tre giorni e quello di un camion dello spurgo.Pensò che fosse dovuto allo scarico dell’aria condizionata, aveva sentito dire che a volte causava quel problema. Avviò la macchina e partì, dopo aver acceso radio e aria condizionata. Sulla strada ascoltava tranquillamente l’autoradio, le previsioni del tempo, e intanto attendeva che il puzzo svanisse.Ma questo non succedeva. A poco a poco, uno strano nervosismo sfumò sulla sua serenità e, con ferma delicatezza, ne prese il posto.Romano, imboccata l’autostrada, a circa due chilometri di distanza dalla sua villetta di villeggiatura, e a circa venti chilometri dal suo posto di lavoro, fermò la macchina in una piazzola di sosta, deciso a scoprire la causa di quell’odore insopportabile. Nervoso, scese dalla macchina e ci girò intorno fino al bagagliaio. D’istinto lo aprì e… e lo spettacolo che gli si parò dinanzi agli occhi gli fece salire veloce un conato di vomito lungo lo sterno. Ciò lo spinse a raggiungere il guardrail per appoggiarvisi e vomitare un misto di saliva acida e caffé che gli era salito rapidamente dallo stomaco. Prima di andare avanti ci tengo a dire che Romano nel suo bagagliaio aveva appena visto il cadavere, di un uomo o una donna, in stato di decomposizione, con addosso degli abiti a brandelli; era sistemato in posizione fetale e i denti, ormai scoperti dalla carne rattrappita delle labbra, disegnavano sul volto tumefatto un sorriso macabro. Dopo aver per qualche minuto cercato di assecondare il moto del suo stomaco con dei conati tanto vani quanto violenti, Romano cercò di riprendere il controllo. Con il fazzoletto premuto sulle labbra e ancora appoggiato al guardrail, si poneva delle domande alla rinfusa: come ci era finito lì quel corpo? Chi ce l’aveva portato? Che significava? Lo volevano incastrare? Sì, perché insomma, uno che vuol nascondere un corpo può ben sotterrarlo, e non metterlo in un bagagliaio, dove di sicuro sarebbe stato scoperto. E poi perché proprio il SUO bagagliaio? E come avevano fatto? Come superare il pesante cancello di ferro battuto, come aprire il bagagliaio senza fare scattare l’allarme della macchina? Come fare tutto questo senza il minimo rumore? Gli venne in mente una parola: POLIZIA. Doveva chiamare la polizia. Andò alla macchina e tirò fuori il suo cellulare. Compose il centotredici e spiegò confusamente la situazione al centralinista.Circa venti minuti dopo due volanti della polizia lo raggiunsero.Davanti al grottesco spettacolo, gli agenti non credevano ai loro occhi. Romano cercò di dare delle spiegazioni, ma era evidente che c’era della diffidenza nei suoi interlocutori. Dopo aver steso un breve verbale secondo le dichiarazioni di Romano, gli agenti lo invitarono a seguirlo in questura. Romano se lo aspettava e chiese solo di non guidare lui la sua macchina. Gli agenti lo accontentarono. L’interrogatorio fu lungo e faticoso, fidatevi. Non solo. Anche Lara e Luca furono prelevati da casa da una pattuglia e tradotti in questura, e anche a loro vennero poste delle domande. Romano, direttore di banca, aveva conosciuto per lavoro il commissario, che li raggiunse a interrogatorio terminato. Chiacchierarono della faccenda, entrambi straniti. Poi, grazie all’intervento del commissario, Romano, Lara e Luca vennero congedati, e gli venne anche riconsegnata l’auto. Era estate da più di un mese. Il corpo fu subito trasportato all’obitorio e l’autopsia fu fissata per l’indomani: il patogolo reperibile, raggiunto via cellulare, era bloccato nel traffico a un casello dell’autostrada… Il mattino dopo, di buon ora, verso le otto, il patologo, Sara, entrava nell’obitorio con grembiule verde e guanti in lattice, sicura di trovare il corpo già pronto per l’autopsia. Ma così non fu. Sara, con fare gentile ma fermo, chiese all’addetto come mai il corpo non fosse pronto. L’addetto giurò più volte di aver preparato tutto già dalla sera prima. E controllarono mille volte documenti e scomparti. Ma del corpo neanche l’ombra. Sara avvertì subito il commissario per telefono. Il commissario, appresa la notizia, attaccò sbigottito; in quello stesso momento squillò ancora il telefono. Era Romano: il corpo era di nuovo nel suo bagagliaio.

astrosio 2007, all rights reserved

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34 Comments:

Blogger STEFY said...

PRIMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

18 luglio, 2007 09:11  
Blogger Kaishe said...

Classicamente SECONDAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
...
Stef... ti stavo rispondendo di là... uffa...

18 luglio, 2007 09:15  
Blogger Kaishe said...

Scusa Astro'... ma questo povero disgraziato del quale pare essersi innamorato un cadavere putrefatto che non vuole più staccarsi dalui... proprio Romano lo dovevi chiamare???

Poi... tutti gli altri personaggi hanno nomi di 4 lettere: Lara, Luca e Sara...
E chiamalo Remo no!!!
Come i figli della Lupa: Romano e Remo... o erano Romolo e Remolo???

18 luglio, 2007 09:22  
Blogger astrosio said...

ok, ma non dimenticare che tre per quattro fa dodici, e romano ha sei lettere. che è esattamente la metà di dodici nonché il primo multiplo di tre. che sarebbe il numero perfetto. quattro, invece, è la bara.

18 luglio, 2007 09:43  
Blogger Kaishe said...

... Allora manca solo che il copo abbia un nome di 18 lettre...

Insomma... 6X3... quasi the number of the beast

18 luglio, 2007 09:49  
Anonymous Anonimo said...

Ke storia...FANTASTICA!!! Ahahahahah... Praticamente la mummia era innamorata del bagagliaio, nn di Romano!
Giusto! Bravo Astro!!!:))))

18 luglio, 2007 09:49  
Blogger STEFY said...

Concordo con KAI.....

subito avevo pensato ad un errore di battitura, Lara (la moglie) con Sara (la patologa).

Poi ho capito che il racconto era veramente astruso e come non poteva essere donna, il patologo!
(Mica ti piace C.S.I., per caso??)

Se non è così non ho capito un ci.

Appunto Astrosio, invece che Romano, non potevi dare al protagonista un altro nome di battesimo, tipo Marco, Silvio, Carlo oppure Francesco?

18 luglio, 2007 09:51  
Blogger Kaishe said...

... o magari ROSI ... ha quattro lettere ... è un uomo (cmq ha le palle)... ed è al disopra di qualunque sospetto...

Ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha

18 luglio, 2007 09:54  
Blogger astrosio said...

be', ragazze, cmq avete detto una cosa giustissima. cioè, il nome puo' confondere. devo cambiarlo. mo' ci penso. e poi il patologo donna e' tipo una cosa molto sensuale. anche a x-files l'agente schelli era una patologa. pero' e' vero che il nome è quasi simile e va cambiato.

winx, anche secondo me fa ridere. giuro. e l'ho scritta divertendomi al pensiero di una mummia che finisce dentro e un bagagliaio e ci vuole rimanere. giuro.

18 luglio, 2007 09:57  
Blogger STEFY said...

E perchè il patologo si chiama Sara? Era per non confonderla con la moglie Lara? Mica sarà stata la sua amante.......
e l'assistente Mara?
la centralinista Cara e
l'inserviente Zara...... dove le hai nascoste??????

18 luglio, 2007 09:59  
Blogger MERCURY said...

che ansia!!!

mi è piaciuto molto!!

Le frasi che mi sono piaciute di più:

"....fare l'amore come si deve.."
"...uno strano nervosismo sfumò sulla sua serenità e, con ferma delicatezza, ne prese il posto"

18 luglio, 2007 10:05  
Blogger astrosio said...

mercury, grazie.

stef, ovviamente nel bagagliaio!

18 luglio, 2007 10:16  
Blogger MERCURY said...

Astrosio devi sapere che io non dico mai cose che non penso e non sono smielosa per piaggeria (mi piaceva scrivere questa parola!). Era solo per precisare....non si sa mai pensi che sono una perbenista benpensante (ho dato sfogo a tutte le parole in disuso che avevo voglia di dire!)

18 luglio, 2007 12:04  
Blogger astrosio said...

mercury, io ai complimenti ci credo sempre. alle critiche mai. tranne proprio in casi in cui... che ne so... appunto, non lo so. eccomunque le parole in disuso come guantiera spaccano. nel senso che in genere mi piacciono moltissimo. soprattutto quando tu pensi non siano in disuso. tipo guantiera, appunto. e le usi con noncuranza. e la gente ti guarda strano e dice: "ma che parola è questa?" e tu gli rispondi: "guantiera!". guantiera è una figata.

18 luglio, 2007 12:10  
Blogger Kaishe said...

Beh... la parola sarà in disuso, ma la guantiera quando hai ospiti ti fa fare un figurone...

18 luglio, 2007 12:22  
Blogger astrosio said...

sì. ma molti ormai usano "vassoio". i guanti da bellezza non li porta più nessuno. quasi nessuno. c'era un mio amico che portava i guanti di bellezza e gli occhiali anche. cioè, meglio, è una trovata del g.d.p. (giovanni delle paludi), l'occhiale da bellezza. erano degli occhiali senza lenti, ma con la montatura pesante. e lui li sfoggiava dicendo: "sono occhiali da vista? no! sono occhiali da sole? no! sono occhiali da bellezza!" BUAHAHAHAHA!!! mi faceva molto ridere questa cosa qua. e ancora adesso. l'idea di essere l'uomo più bello del mondo mi è venuta proprio dagli occhiali da bellezza. ma questo ha poca rilevanza. invece è molto importanto il fatto che sono l'uomo più bello del mondo. ecco. vabbe', sono stato un po' prolisso. chiedo scusa al gestore del blog per la lunghezza del commento. mi chiedo scusa da solo. ecco. vabbe', vado...

18 luglio, 2007 12:26  
Anonymous Anonimo said...

posso chiederti perché il cadavere nel bagagliaio é quello di Ziggy Stardust?

18 luglio, 2007 12:51  
Blogger astrosio said...

certo che me lo puoi chiedere. e la risposta è: bu.

18 luglio, 2007 12:54  
Anonymous Anonimo said...

Beh, in realtà...assomiglia di + a... Iggy Pop!

18 luglio, 2007 13:09  
Blogger MERCURY said...

uff che caldo!! ci vorrebbe proprio una guantiera dove deporre i miei guanti di bellezza!
....e' vero è una figata di parola!! e poi suona proprio bene!!

18 luglio, 2007 13:15  
Anonymous Anonimo said...

mi sto incazzando.
rimettila dov'era o te la suono sulla testa.

18 luglio, 2007 13:32  
Blogger MERCURY said...

fatto, scusa!

18 luglio, 2007 13:34  
Blogger STEFY said...

Non sapevo che la guantiera avesse anche un suono!
E come fa??????

18 luglio, 2007 14:23  
Blogger astrosio said...

doing (ahia!)

18 luglio, 2007 15:12  
Anonymous Anonimo said...

dici winx? ma quei capelli pel di carota come li spieghi? e poi il cadavere ha una camicia, notoriamente Iggy Pop é un celodurista del torso nudo.

Una soluzione di compromesso é dire che pare uno dei Ramones. O Astrosio, a te l'onore e l'onere di dirimere la quistione.

18 luglio, 2007 15:26  
Anonymous Anonimo said...

Ma tu Siviglia la camicia dove la vedi?
Al limite... un corpetto smanicato ... anke se i corsetti smanicati sono + belli e forse gli sarebbero stati anke bene !!!:)

18 luglio, 2007 16:07  
Blogger astrosio said...

ma insomma! un po' di ritegno! si sta pur sempre parlando di un morto! diamine! "somiglia a zigghistardast, no a igghipop, no c'ha un corsetto, no c'ha i capelli lunghi...": ma insomma! sono esterrefatto! no, bugia, sono astrosio. ester refatto è una mia amica.

18 luglio, 2007 17:32  
Anonymous Anonimo said...

A proposito di corpo, segnalo questo articolo astruso apparso sul sito tiscali di oggi:
"Le moto supersportive si sa in Italia riscuotono molti consensi … benché sia impossibile sfruttarle appieno sulle strade aperte al pubblico, la linea e le prestazioni riescono ad appagare i bisogni adrenalinici di moltissimi centauri.
Ma le loro fidanzate?
Per poter supportare la passione dei loro compagni sono costrette a posture veramente sacrificate che, nel corso dell’evoluzione della “specie”, sono convinto che porterà a significative mutazioni genetiche di cui è possibile vederne gli embrioni già percorrendo la valle del Trebbia.

Statura
Per potersi accomodare sugli strapuntini posteriori di questo tipo di moto senza sporgere troppo dalla sagoma del pilota (rendendo pertanto inefficaci gli studi aerodinamici dei progettisti), le fidanzate devono avere un’altezza limitata entro i 160 cm
Gambe
Comunque un’altezza limitata non risolve il problema delle pedane del passeggero posizionate a quote stratosferiche. Nel corso dell’evoluzione pertanto le fidanzate avranno una conformazione spiccatamente brevilinea (leggasi: gamba molto corta)
Braccia
La mancanza di appigli per il passeggero unitamente alle prestazioni della moto imporranno l’allungamento spropositato degli arti superiori.
Mani
Inoltre le fidanzate dovranno sviluppare sui polpastrelli delle microventose atte a far aderire le mani ai serbatoi delle moto ipersportive, essendo per loro l’unico punto di appiglio. Però su questa specifica mutazione, i produttori di guanti potrebbero creare dei modelli ad hoc.
Corporatura
Per non disturbare il pilota nelle sue traiettorie, la fidanzata dovrà avere una corporatura molto esile ed un peso contenuto in 40 kg, compresa tutta l’attrezzatura e le protezioni!
Sedere (si può dire “sedere”?)
Le ultime tendenze progettuali stanno riportando gli scarichi in basso … ma se la tendenza non prenderà presto piede l’evoluzione costringerà le fidanzate a sviluppare una sorta di callo osseo atto a scongiurare le elevate temperature raggiunte dallo strapuntino del passeggero.
Testa
Siccome le case produttrici di caschi spesso realizzano lo stampo per una sola dimensione di calotta e le varie taglie le ottengono con differenti imbottiture, la fidanzata ha un aspetto sicuramente macrocefalo (leggasi: capoccione). Inoltre per migliorare il bilanciamento dei pesi della coppia, la fidanzata deve stare il più aderente possibile alla schiena del pilota, quindi tenendo conto dell’ingombro dei caschi svilupperà una particolare mutazione che le consentirà aumentare l’angolo di rotazione del collo … presumibilmente però da un solo lato. Quindi per godere appieno dei panorami delle scampagnate, si suggerisce ai piloti di percorrere le strade in entrambi i sensi in modo da fornire una visione completa alle passeggere …

Considerando quindi tutte le mutazioni enunciate ed attese, la tipica fidanzata si presenterà così:
bassa e minuta, con gambe molto corte e braccia lunghe (stando eretta le mani sfioreranno il suolo), testa e sedere grossi, mani con ventose …
Però alla fine il fascino che potrà riscuotere questa nuova specie farà sì che probabilmente non saranno più ricercate dal genere maschile e questo le porterà all’inevitabile estinzione.
Ma a quel punto anche le moto supersportive avranno vita breve!"

PETRA TI TRAPPITU

18 luglio, 2007 17:39  
Anonymous Anonimo said...

Secondo me Petra t sbagli... il senso di queste moto "supersportive" sta appunto nella "sportività" del conducente a nn avere...fidanzate fra le palle!:))))

18 luglio, 2007 18:21  
Blogger Kaishe said...

Petra... suvvia, un po' di riservatezza...

La prossima volta, non guardarti allo specchio per descrivere l'evoluzione della specie...

Lo sai che se ti rintracciano gli scienziati ti sezionano...

Poi non dire che non ti avevo avvrtita...




Buongiorno sommo Astro...

19 luglio, 2007 07:42  
Blogger astrosio said...

buongiorno a te, archetipica kaishe. (archetipica? non chiedermi perché, la risposta è dentro di te. e non è detto sia sbagliata.)(nel senso che mi è venuto d'istinto. e preferisco asciarlo così... magari c'è un senso recondito, mistico, arcano. magari no. in un caso o nell'altro mi piace il senso "sospeso" del tutto.)

19 luglio, 2007 07:46  
Blogger STEFY said...

KAI ARCHETIPICA:
dividendo la parola in due, possiamo notare che la prima potrebbe continuare con ologa, e quindi archeologa, una materia a KAI molto cara (vero?)
la seconda, "tipica", è perchè KAI è una vera pollastra ruspante TIPICA della Carnia.
....e quindi l'associazione delle due parole forma la suddetta "Archetipica" citata dal supremo.

19 luglio, 2007 08:24  
Anonymous Anonimo said...

CARNIA?? io adoro gli gnocci alla CARNIA!!! apparentemente schifosi e invece, Rocco, una poesia. quando vuoi te la leggo mentre tu peschi, si intitola Ode allo gnocco mantecato.

19 luglio, 2007 09:03  
Anonymous Anonimo said...

ps. grazie mercury, amiche come prima.

19 luglio, 2007 09:29  

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