dita
io del resto non è che posso (no, il congiuntivo il più delle volte non lo sopporto) definirmi pienamente allineato con il pensiero dominante in materia di saltimbanchi professionisti. d’altra parte è un argomento su cui sono in pochi, e io non sono fra quelli, a saperne qualcosa. direi che quelli che ne sanno qualcosa si possono contare sulle dita di una mano. o forse anche di due. diciamo sulle dita di due mani e un piede. di più non oso, ma potrebbe anche darsi. ci tengo a precisare e a ripetere, però, che non sono fra quelle dita e che, fosse per me, quelle dita le taglierei e al posto loro ci metterei tipo dei chiavistelli o dei razzi interplanetari che partirebbero direttamente dalle falangi per viaggi pieni di mistero e avventura. o ci metterei tipo cose da mangiare, in modo tale da evitare di perdere il tempo necessario per prendere un panino, perché il panino sarebbe già montato sulla mano e uno se lo potrebbe mangiare direttamente. o comunque delle cose più utili delle dita. dipende dai casi. perché le dita sono molto versatili, ma poco utili a scopi precisi. tipo per esempio le dita non possono essere usate come trapano per forare materiali duri come il titanio o l’acciaio inossidabile. ma possono essere usate per afferrare strumenti utili a questo scopo. pertanto, il problema dita presenta un passaggio in più rispetto allo strumento bello e pronto. allora invece di impiegare risorse di tempo e di soldi per costruire robot che simulino le mani, secondo me sarebbe più economicamente conveniente sostituire le dita con gli attrezzi utili allo scopo di volta in volta individuato. si salterebbe il passaggio dell’afferrare quegli strumenti e si eviterebbero gli sforzi per inventare robot che sostituiscano le mani al semplice scopo di afferrare gli strumenti utili allo scopo di volta in volta individuato. e chi non ci ha mai pensato, è solo per superficialità e scarsa capacità di riflettere. sulle cose bisogna riflettere e non fuggire. soffermarsi e pensare. questo bisogna fare. si avrebbero in questo modo molte meno dita. si potrebbero altresì usare le dita per concimare i terreni brulli del terzo mondo. o farne degli stufati per i poveri. insomma in questa storia del taglio delle dita ci sono ampi margini di ottimizzazione del sistema. è una cosa semplice e sotto gli occhi di tutti. ma nessuno ci pensa.
Etichette: riflessioni
7 Comments:
Ciao ASTROSIO, la foto con le mani è inquietante.
Non mi piace tanto..... però che ci vuoi fare......
capita anche nelle migliori famiglie.
stefania, diciamo che è tutto fatto a posta. bella o brutta che sia.
Checchè ne dica la lobby delle maestre elemntari il quarto dito del piede di chiama pondolo!
e io non lo cambierei per nessunissimo fottuto panino al salame... forse per uno alla mortazza... ma il pane deve essere la pizza quella del fornaio, altrimenti non se ne fa nulla!
Secondo me hai ragione tu in parte. Però ogni dito dovrebbe essere sostituito da un attrezzo diverso. Solo che se poi ti dovesse servire un attrezzo che non hai sulle dita, come fai? O chiami il vicino di casa, che magari ce l'ha, oppure ti tieni un dito intercambiabile, tipo attaccastacca. Però a quel punto devi conservare almeno due dita prensili per fare il cambio, quindi il pollice e l'indice di una delle due mani!
luncpg, hai ragione: può corrompere. soprattutto a quest'ora. (il panino al salame no, se lo possono tenere, soprattutto quello fatto con volgare pane comune.)
marcolo, come sempre ti sbagli. nel senso che è chiaro che le dita devono essere interscambiabili: hai scoperto l'acqua calda! piuttosto, scemo che non sei altro (si fa per dire, nulla di personale), sulla falange staccata va applicata una calamita, e lo stesso sull'estremità inferiore dell'attrezzo che volta per volta serve. e comunque, il tutto si risolve molto più facilmente montando solo attrezzi che servono.
Secondo me un sistema a calamite non reggerebbe, pensavo piuttosto a qualcosa a incastro, tipo le sorprese montabili degli ovetti kinder.
ma va, quelli sono di plastica, non si riparano e il più delle volte non funzionano. sei proprio un ignorante.
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