MO.MO. 3
caro diario,
oggi alla riunione del comitato abbiamo visto un film.
quando gli altri ragazzi mi hanno detto che era un documentario, io pensavo che mi sarei rotta un po', invece poi mi è piaciuto tantissimo.
era un documentario dove si capiva che in america vendono un sacco di armi alla gente e poi la gente si uccide fra loro.
questa cosa mi fa schifo, mi fa veramente schifo!
non bisogna dare le armi in mano alla gente. è completamente sbagliato.
è logico poi che la gente si ammazza.
queste cose dell’america sono veramente assurde.
in america tutti hanno una pistola. tutti si possono andare a comprare un fucile.
meno male che qui in italia invece non possiamo andare a comprarci le armi.
alla fine del film ero tanto sconvolta che sono andata subito vicina a marco per sentirmi protetta e sicura. perché una donna ha bisogno di queste cose. marco era arrivato in ritardo perché fa volontariato in un ospizio. per questo non era seduto vicino a me.
poi sono andata da lui e come al solito ci siamo appartati un po’ e abbiamo fatto il punto della situazione.
il nostro mondo ideale sarebbe senza armi, senza guerre, senza delinquenze (usiamo il plurale, perché è più giusto), senza fumo, senza alcol. insomma, se possiamo capire che ci siano le delinquenze, invece il problema delle altre cose è che basta vietarle. basta vietare la vendita delle armi, del fumo e dell’alcol, e già molti problemi si risolverebbero, no? invece ci sono dietro le multinazionali che vendono questa robaccia. e per questo ce le dobbiamo tenere.
ma lasciamo perdere… noi comunque non ci scoraggiamo di certo.
io e marco abbiamo deciso a un certo punto di farci una passeggiata e, caro diario, l’abbiamo fatta mano nella mano! era bellissimo camminare sotto le luci natalizie del corso, o meglio, camminavamo sotto gli operai che montavano le luci natalizie. c’era nell’aria un’atmosfera carica di attesa e gioia. si vede che si sta avvicinando natale. e io e marco siamo sempre più vicini. era proprio un bel momento, quando a un certo punto abbiamo incrociato una mamma con un bambino nel passeggino. ma il bambino era quasi più grande del passeggino. aveva tipo cinque o sei anni. e, poverino, aveva tipo le gambe stortissime e una testa enorme. questa immagine mi ha rovinato la serata, nel senso che, quando sono stata sicura che la mamma con quel povero bambino sfortunato si era allontanata, ho appoggiato la testa sul petto di marco e mi sono messa a piangere. poche cose mi fanno più paura dell'idea di avere un bambino poverino che poi ha queste cose, queste malattie che non ci puoi fare niente.
marco mi ha accarezzata e così mi sono consolata un po’.
ma perché, caro diario, al mondo ci devono essere queste cose?
perché nel duemila ci devono essere ancora bambini deformi?
Etichette: mostri moderni
14 Comments:
E' proprio Hilary Clinton. Ne sono certo.
Il marito è Bll e appena trova una stagista....
io non la conosco.
e spero non esista.
ma temo di sì.
BRRRR
Raccapricciante
Rocco Loturzo
PS
tu mi hai sempre fatto paura
BUAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!
La storia della razza ariana superiore temo sia iniziata così. Ad una riunione nel condominio di Hitler...
AHHH!!! TROVATA LA CHIAVE!!!
BUAHAHAHAHA!
cario diario,
innanzitutto scusa per il pezzo di ieri in cui sono tornato indietro, scusa davvero, ma sai co tutta qu'a robbaccia che mi ero sorbito l'altra sera probabilmente nun ce stavo colla coapoccia. Oggi 'nantra riunione co gli sciroccati, oggi hanno fatto vedè quel firm de quel ciccione che ha fatto il firm sul Buling... Io nun c'ho capito na mazza, a parte quella cosa fighisisma di quello che entra nel supermercato e se compra le cartucce. Oggi proprio nun ce volevo annà ma mentre stavo al baretto, la tipa m'ha mandato un sms co scritto che se ce la facevo dovevo annacce e che dopo c'aveva casa libera... o almeno credevo che era così... invece sò arrivato troppo presto e me so mezzo addormentato al firm del ciccione... a na certa se ne semo annati per fortuna e io pensavo che finarmente se faceva qualcosa che so, almeno na tetta, e invece gnente oh, tutta la sera che dicevo "ammazza che freddo! Oh sarebbe fico se imboccamo a casa di qualcuno e ci riscalamo un po'" e invece quella gnento rideva e se strusciava e io c'avevo le palle che me facevano male! Oh è popo de coccio!!! Non c'e gnente da fa! A na certa avemo incontrato 'n regazzino tutto storto e io me so ricordato de na frase che er Fettina Panata m'aveva scritto sur diario era de Jimmorison e diceba "una volta piagnevo perchè nun c'avevo le scarpe e allora ho visto 'n regazzino senza piedi..." Io avevo cancellato l'ultimo pezzo e c'avevo scritto "... allora me so incazzato ho spaccato na vetrina co'n mattone e me le so inculate".
Vabbè mo basta però a quelle cazzo de riugnoni nun c'è vado più, e che cavolo mica ce l'ha solo lei no???
Marco
(PG)
magari marco fosse cosi'.
il mondo avrebbe qualche speranza.
magari...
stìven bbiing
non aprite quella pagina....
chi fa carte stasera?
Rocco
mica t'ho capito, rocco.
mica.
già, neppure io...
f.
rocco voleva dire: non aprite quella porta, come diceva stivenking (che poi... ma vabbe'...), nel senso che ha paura di leggere la prossima pagina del diario. e anche io. perche' contrariamente a quanto si possa pensare non sono io che lo scrivo. ma questa ragazza per bene. io trovo le pagine del suo diario ogni mattina sul bidet.
non so come ci finiscano.
mah... misteri...
Elio e le Storie Tese
“Oratorium”
(Belisari - Conforti - Civaschi - Fasani)
Edizioni Hukapan srl.
Vorrei inserire nel mio repertorio
Una canzoncina da cantare all’oratorio
Gli accordi sono molto semplici, da suonare
Non c’è nemmeno un barrè
Se le ragazze poi fanno i cori
Viene molto meglio perché
Questa canzone si canta almeno in tre
All’oratorio il sacro s’incontra col profano
Gli offre una spuma e poi si stringono la mano
Volendo c’è posto per un altro chitarrista che potrebbe fare:
A questo punto si sarà formato un capannello
Perché siamo al bar dell’oratorio
Anche se non era stato detto
Ma si era capito
E allora datemi un ghiacciolo all’amarena
Che intanto mi è venuta sete
Oppure versami una spuma nera da cento
Che all’oratorio l’euro non c’è
E i prezzi sono fermi al settantatre
All’oratorio il sacro s’incontra col profano
Gli offre una spuma e poi si stringono la mano
E allora
Sfidami al calcetto con gli omini del calcetto senza testa
Mentre è occupato il ping-pong
Chi perde paga liquirizie colorate
Stringhe più cocacoline
E un mollicchione rosa per me
Certe sere, all’oratorio, si sa che al bar
Qualche giovane tamarro verrà, romperà i maroni
Invitiamolo a tornare al suo bar
O-o-oh o-o-oratorio
O-o-oh o-o-oh o-o-oratorio
Prete, suora
Finito l’incontro c’è la pizzata
Ma non scordate di mettere a posto i palloni
Troppo spesso si viene presi dal gioco
E si dimentica l’importanza della catechesi
Ma quando glielo dice Marco che è froccio?
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