mercoledì, febbraio 07, 2007

cinema - l'uomo invisibile

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8 Comments:

Anonymous Anonimo said...

GRANDE CAPOLAVORO! Ottimo il lavoro di casting che ha dato il volto giusto ad ogni personaggio. Bilanciata ed equilibrata la regia con l’inserimento del phon nella casa. Nel complesso film intelligente ed emozionante, che segue il corridoio della casa, riuscendone ad evitare le banalità ed analizzando con intelligenza il rapporto tra il cappotto e l’attaccapanni.

07 febbraio, 2007 13:04  
Blogger astrosio said...

finalmente qualcuno che mi capisce. ero stanco di essere capito da tutti. ora invece.

07 febbraio, 2007 15:00  
Anonymous Anonimo said...

Credo che l'attore non abbia interpretato al meglio la trama. Insomma, era al di sotto dell'intensa sceneggiatura, diciamolo. Fai meglio il cast e non prendere più attori invisibili raccomandati!

07 febbraio, 2007 17:19  
Anonymous Anonimo said...

"Me ne andavo da quella Roma puttanona, borghese, fascistoide, da quella Roma del "volemose bene e annamo avanti", da quella Roma delle pizzerie, delle latterie, dei "Sali e Tabacchi", degli "Erbaggi e Frutta", quella Roma dei castagnacci, dei maritozzi con la panna, senza panna, dei mostaccioli e caramelle, dei supplì, dei lupini, delle mosciarelle...
Me ne andavo da quella Roma dei pizzicaroli, dei portieri, dei casini, delle approssimazioni, degli imbrogli, degli appuntamenti ai quali non si arriva mai puntuali, dei pagamenti che non vengono effettuati, quella Roma degli uffici postali e dell’anagrafe, quella Roma dei funzionari dei ministeri, degli impiegati, dei bancari, quella Roma dove le domande erano sempre già chiuse, dove ci voleva una raccomandazione...
Me ne andavo da quella Roma dei pisciatoi, dei vespasiani, delle fontanelle, degli ex-voto, della Circolare Destra, della Circolare Sinistra, del Vaticano, delle mille chiese, delle cattedrali fuori le mura, dentro le mura, quella Roma delle suore, dei frati, dei preti, dei gatti...
Me ne andavo da quella Roma degli attici con la vista, la Roma di piazza Bologna, dei Parioli, di via Veneto, di via Gregoriana, quella dannunziana, quella barocca, quella eterna, quella imperiale, quella vecchia, quella stravecchia, quella turistica, quella di giorno, quella di notte, quella dell’orchestrina a piazza Esedra, la Roma fascista di Piacentini...
Me ne andavo da quella Roma che ci invidiano tutti, la Roma caput mundi, del Colosseo, dei Fori Imperiali, di Piazza Venezia, dell’Altare della Patria, dell'Università di Roma, quella Roma sempre con il sole – estate e inverno – quella Roma che è meglio di Milano...
Me ne andavo da quella Roma dove la gente pisciava per le strade, quella Roma fetente, impiegatizia, dei mezzi litri, della coda alla vaccinara, quella Roma dei ricchi bottegai: quella Roma dei Gucci, dei Ianetti, dei Ventrella, dei Bulgari, dei Schostal, delle Sorelle Adamoli, di Carmignani, di Avenia, quella Roma dove non c’è lavoro, dove non c’è una lira, quella Roma del "core de Roma"...
Me ne andavo da quella Roma del Monte di Pietà, della Banca Commerciale Italiana, di Campo de’ Fiori, di piazza Navona, di piazza Farnese, quella Roma dei "che c’hai una sigaretta?", "imprestami cento lire", quella Roma del Coni, del Concorso Ippico, quella Roma del Foro che portava e porta ancora il nome di Mussolini, Me ne andavo da quella Roma di merda! Mamma Roma: Addio!"

07 febbraio, 2007 17:49  
Blogger astrosio said...

sì, mary, purtroppo sono d'accordo con te... una recitazione evanescente...

remoremotti, ma vuoi iscriverti alla lega?!

07 febbraio, 2007 18:10  
Anonymous Anonimo said...

remo remotti è davvero grande!1

07 febbraio, 2007 18:12  
Blogger rael is real said...

si vabbè.
io vorrei invece leggere di televisori ed assi da stiro.
ma so che nessuno mi accontenterà.

07 febbraio, 2007 18:13  
Blogger astrosio said...

già fatto cara.

remoremotti è un grande, è vero. però non ce lo vedo iscritto alla lega. lo dico per lui, eh?

07 febbraio, 2007 18:26  

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