l'orologio borghese
l'orologio contava le ore, i minuti e i secondi. le sue lancette si inseguivano, si raggiungevano e poi si allontavano di nuovo invertendo i ruoli. la lancetta che prima inseguiva diventava poi quella inseguita. ecceter. d'altra parte, cosa avrebbe potuto fare un orologio? era stato costruito apposta per fare tutto ciò. e non poteva fare diversamente. salvo che qualcuno si dimenticasse di dargli la carica ogni tanto. quindi questo orologio si comportava esattamente come ci si sarebbe aspettato che si comportasse. era un orologio borghese. come tutti gli orologi, d'altra parte. o almeno, come tutti gli orologi che io ho visto e usato in vita mia. poi magari non escludo che ci siano orologi che si comportino diversamente, tipo che vanno al contrario eccetera. però siccome non ne ho mai visti, preferisco raccontare di un orologio come quelli che ho visto. e tutto sommato non mi sembra neanche un racconto esemplare o degno di nota. il contenuto si dissolve nella totale ordinarietà, e il significato... il significato uno può sceglierlo dallo scaffale dei significati (o dal barattolo, dipende da come uno la pensa in materia di migliore conservazione della cosa in oggetto), e mettercelo dentro. tipo panino imbottito. apre il racconto e ci mette dentro un significato. e poi se lo mangia e lo assimila. ma tornando al discorso, il fatto che quanto sopra raccontato a proposito dell'ordinarietà degli orologi possa essere vero, non rende gli orologi meno utili. o meno inutili. anche questo dipende dai punti di vista.
Etichette: racconti
7 Comments:
Gli orologi sessantottini si ribellavano. Te lo assicuro. Anche se non ero nato.
Sei sicuro che dando all'orologio un significato, non si finisca per appesantire le sue lancette compromettendo l'armonia della loro circolazione sul quadrante (che tra l'altro non è quadrato ma rotondo...)?
marcolo, se lo dici tu mi fido. anzi no. per scelta.
kaishe, sono sicuro che è come dici tu. solo che non volevo dirlo.
Personalmente non considero importante l’orologio. Per me non esiste. Il passare irreversibile del tempo nn m’interessa. Perché il mio “segna-tempo” personale rimane il mio cervello.Forse è per questo che sono sempre in ritardo.O forse no.
vuoi dire che sei ritardata o ritardataria?
Nel mio caso specifico è talmente sottile la linea di demarcazione tra ritardata e ritardataria che ho deciso di assorbirle... entrambe!!!:)
mi sembra molto saggio.
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