aneddotica astrusa - la macchina di polvere

Per dimostrare che l’astruseria è immanente ecco un transcdevì che riporto fedelmente quanto posso. Avverto che non ha una struttura classica in tre atti. Non è un racconto. È un non-racconto. Ma è successo veramente. È uno di quei fatti che fluttuano nella sostanza fluida delle coscienze. Ma come spesso accade, questi fatti vengono ricordati vagamente e sottovalutati. E poi la gente si lamenta che non conosce il senso della vita…
I.
Una volta io e P.B. ci recammo in un’enoteca per passare un po’ di tempo. In quanto dopo avevamo qualcosa da fare che non mi ricordo. Era inverno ed era già buio. Insomma, era un momento di attesa e per ingannare il tempo ci recammo in questa enoteca. Saranno state le cinque di sera, e l’enoteca era quasi deserta. Ma incontrammo uno che ci conosceva, soprannominato “Polvere”*, era appoggiato al bancone con un gomito, e non si capiva che stesse facendo o cosa stesse aspettando. Polvere, appena ci vide, di punto in bianco ci cominciò a parlare della sua macchina nuova. Come se stesse continuando un discorso appena interrotto. Appena ci vide, senza neanche lasciarci il tempo di accennare un saluto e fuggire via lontani, ci disse: “…che poi, no? Me la sono comprata… la macchina... la macchina. Me la sono fatta arrivare dalla Germania”. Poi cominciò a parlarci, se non sbaglio, dei cerchioni particolari che aveva fatto montare, ma non mi ricordo. Io e P.B. quando riuscivamo a staccargli gli occhi di dosso per un attimo (non era facile, credetemi, non era facile), ci guardavamo increduli di avere avuto tanta inaspettata fortuna (o sfortuna, dipende dai giorni). Il fatto è che andò avanti per almeno un quarto d’ora (ma forse di più) senza che noi interloquissimo in alcun modo. Noi bevevamo vino e ascoltavamo, per niente interessati al contenuto del monologo, ma estremamente presi dal fenomeno antropologico. Fenomeno in senso kantiano. In senso kantiano nel senso che forse prima o poi qualcuno ci farà una canzone su Polvere e la sua macchina. E poi la kantiano tutti insieme.
*Ci tengo a precisare che trattasi di un salutista. Mai fumato neanche uno spinello. Il soprannome è dovuto al fatto che da piccolo era sempre ricoperto di polvere come quel personaggio dei Peanuts di cui ora non mi ricordo il nome. Quindi l’astruseria di Polvere è spontanea, strutturale. Non attribuibile a uso di sostanze e stupe faccende.
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