mercoledì, gennaio 31, 2007

macellaio



da grande voglio fare il macellaio.
il macellaio è il mestiere più ganzo del mondo.
prima di tutti spacchi ossa tutto il giorno. e quindi, alla fine, passi il giorno spaccando ossa e lacerando carni. che non è male.
la carne è buona e il macellaio di sicuro non si prende i tagli scarsi. ma si prende, per lui, i tagli migliori. quindi mangia da dio.
i macellai piacciono alle donne. nei film, infatti, scopano un sacco. e questo mi basta. poi, di un macellaio c’è sempre bisogno. anche se finisce che il mondo tipo subisce un cataclisma e ce ne dobbiamo scappare tutti su una astronave, di un macellaio c’è sempre bisogno. perché sull’astronave si portano le scorte surgelate di carne. e insomma, per tante cose, uno con le competenze di un macellaio torna sempre utile.
poi i macellai in genere sono ricchi, si fanno un sacco di soldi.
hanno sempre coltelli, lame, robe così. e sanno usarli. perché i macellai non vengono mai rapinati?
sempre le rapine nelle edicole, nei tabacchini, ai benzinai, mai ai macellai. questo perché un macellaio non ci pensa due volte a lanciarti un coltello dritto in testa. brutto rapinatore drogato. e, probabilmente, negro!
ma tornando alle catastrofi tipo fine del mondo, chi ha più probabilità di salvarsi?
tipo che tutto il pianeta ha una carestia.
beh, il macellaio dentro il frigo c’ha carne congelata in quantità, sa macellare, sa come procurarsi la carne, insomma, sa tante di quelle cose che possono fare sì che lui si salva, mentre magari un architetto no. o tipo altri mestieri che poi alla fine non servono.
voglio vedere tipo che fa una modella tipo se il mondo subisce una carestia. vabbè, un’idea ce l’ho di cosa può fare una modella. però deve mettere su un po’ di chili, altrimenti non se la caga nessuno.
insomma, io voglio fare il macellaio.
mangio bene, scopo un sacco, e faccio una barca di soldi. e se tipo si parte tutti su un’astronave per marte, ho il posto assicurato.
e tutto questo ragionamento non fa una grinza.

martedì, gennaio 30, 2007

la strada giusta


cari amici lettori di questo blog.
ho un problema.
credo che la mia ragazza non sia, da un punto di vista lavorativo, sulla strada giusta.
guadagna anche poco.
e soprattutto non la trattano bene.
ho pensato quindi di farle cambiare strada.
questa volta voglio provare la complanare.

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lunedì, gennaio 29, 2007

cucina astrusa - pasticcio ricco


ingredienti:
un etto di carne macinata
un etto di tonno in scatola
un etto di emmenthal
una cipolla
due cucchiai di miele
peperoncino
due uova
nutella, mascarpone, caffè, farina, aglio, due filetti di sogliola, capperi, marmellata di albicocche

prendete la carne macinata e il tonno e impatateli insieme. quindi ridurre l'emmenthale in piccoli cubetti e mischiarlo al composto. tritare finemente la cipolla e in una ciotola a parte, mischiarla con il miele. aggiungere le uova e il miele al composto. mecolare a parte la nutella, il mascarpone e il caffè. aggiungere la farina e l'aglio. e stendere il composto sui filetti di sogliola lessati in precedenza. quindi mescolare i capperi con la marmellata di albicocche. e tenerli da parte come dressage. a questo punto infornare il composto di tonno, macinato, emmenthal, cipolla, miele e uova in una teglia ben oleata. venti minuti a 180 gradi.
tirare via dal forno il composto e adagiare i filetti di sogliola guarniti con nutella, mascarpone e caffè sul composto. guarnire il piatto con il dressage di capperi e marmellata di albicocche.

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giovedì, gennaio 18, 2007

cucina astrusa - pasta alla pasta


ingredienti:
acqua
sale
pasta grossa (penne, rigatoni, fusilli ecc.) 300 gr per due persone.
pasta minuta (stelline, semini ecc.) 100 gr per due persone.

prendete dell'acqua, mettetela in una pentola, accendete il fornello, mettete la pentola sul fornello.
attendere che l'acqua inizi a muoversi emettendo delle bolle che affiorano in superficie.
quindi calare la pasta grossa, mettere il sale.
intanto, a parte, mettere dell'altra acqua in una pentola più piccola, accendere il fornello e mettere la pentola sul fornello.
attendere che anche in questa pentola l'acqua cominci a muoversi come sopra, quindi calare la pasta minuta e mettere il sale.
quando entrambe le paste saranno cotte, scolarle con due appositi e diversi scolapasta, quindi impiattare nel seguente modo: dapprima mettere nel piatto la pasta grossa, quindi condire la pasta grossa con la pasta piccola.
servire.

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mercoledì, gennaio 17, 2007

tema 1


il mio migliore amico

il mio amico preferito è giulio. giulio è simpatico e giochiamo spesso assieme. anche se certe volte mi fa arabiare perché non capisce le cose. per esempio l’altro giorno stavamo giocando alla guera e lui voleva per forza vincere pure che io avevo fatto la trappola. e lui era caduto dentro. se era guera vera lui era morto e io avevo vinto. invece no. voleva vincere per forza, poi si è meso a piangere e mi ha mandato a fanculo. allora io siccome mi ero arabiato gli ho tirato un pugno che gli o fato uscire il sangue dal naso. poi e arivata la mamma sua e mi ha tirato un schiaffo. a quel punto e arivata pure la mamma mia e a deto: brutta stronza troia puttana come cazzo ti permetti di dare le botte a mio filio? e la mamma di giulio a detto: testa di cazzo che non sei altro, non vedi che a giulio gli esce il sangue del naso? e la mamma mia à deto: che ci posso fare io se hai il figlio sifilitico? e la mamma di giulio a deto: tuo figlio è una bestia! e la mamma mia a detto: dillo un’altra volta che te lo facio uscire io il sangue dal naso pure a te! e la mamma di giulio ha deto: mo me ne vado, ma questa storia non finisce mica quì! quando che se ne ha andata la mamma di giulio (e pure giulio) la mamma mia mià tirato tante di quele mazzate che ancora mi fano male le osse. giulio è il mio migliore amico, però quando che lo rivedo gli devo dare un po’ delle mazzate che mi ha dato la mamma mia per colpa di quelo stupido.

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il mio mini me

lunedì, gennaio 15, 2007

revaival


penso che il fenomeno per cui il passato si ricorda sempre come qualcosa di bello, sia legato all'istinto di sopravvivenza.
l'uomo infatti finisce per far confluire endorfine in quella parte del cervello deputata al ricordo del passato per poi poter affermare che la vita è bella e quindi anche se il presente fa cagare, quello stesso presente un domani sarà bello. un po’ come quando si fanno le foto quando in un viaggio, che anche se ti stai rompendo il cazzo, fai un sorriso che manco se ti stai divertendo come mai prima di allora, e poi quando te le vedi sembra che stavi benissimo e che ti sei divertito tantissimo anche se per i primi tre giorni non hai fatto altro che cagare per una dissenteria fulminante. e poi il quarto dovevi partire.
così tutti i revaival del cazzo hanno sta funzione qui.
far confluire endorfina nella parte del cervello deputata al ricordo. questo causa piacevole eccitazione che porta poi l’uomo a convincersi che “si stava meglio quando si stava peggio”.
ma si tratta solo di endorfina + istinto di sopravvivenza.
le endorfine sono sostanze che producono un effetto simile a quello della morfina o dell’oppio.
sostanzialmente, quindi, l’endorfina è l’oppio autoprodotto dall’essere umano.
e siccome i revaival stimolano il rilascio di endorfina, i revaival, sillogisticamente, sono l’oppio dei popoli.
probabilmente il tutto ha a che fare con il sistema della ricompensa cerebrale, alla base del quale ci sono i neurotrasmettitori, ovvero i mediatori dei segnali di tipo chimico attraverso cui comunicano le cellule nervose.

autocensura


se sapessi dove voglio arrivare, sarei già partito.
(come se uno per partire dovrebbe necessariamente sapere dove arrivare. ma quante stupidaggini che si leggono sui blog...)

medio alzato per il congiuntivo!!! (stupido modo!)

domenica, gennaio 14, 2007

non è vero



credo che se la gente credesse veramente in qualcosa, una volta per tutte, le cose andrebbero meglio. tutti sarebbero più decisi in quello che fanno e non troverebbero scuse di tutti i tipi, appoggiandosi al fatto che è normale avere dubbi su quello che si sta facendo, si sta per fare o si vorrebbe fare. senza nessuna progettualità infatti le cose non riescono bene. ma se i dubbi continuano a persistere il progetto non si può ideare, e la cosa non verrà fatta. o verrà fatta male. per questo è utilissimo progettare, prevedere le eventuali insidie, porsi un sacco di domande e provare a immaginare quali potrebbero essere i problemi che si dovessero presentare una volta che l’attività, tesa a realizzare la cosa, abbia inizio. pertanto è bene essere prudenti, cauti, soprattutto nella fase progettuale, e sempre attenti anche nel momento realizzativo, in quanto, per quanto ci si possa essere sforzati nell’immaginare problemi e situazioni d’intralcio, se ne possono sempre presentare dei nuovi e ci si può trovare di fronte a situazioni inaspettate. insomma, bisogna essere cauti e dubbiosi.

venerdì, gennaio 12, 2007

un bellissimo racconto


miei cari affezionati lettori.
senza di voi io non sarei niente, per questo ho deciso di regalarvi questo magnifico racconto. insomma devo a voi il mio successo e quindi mi sembra giusto regalarvi queste splendide parole che stanno per sgorgare libere dalla mia mente e dalle mie mani.

era inverno. la neve cadeva fitta sui boschi. la nonna arrostiva le pannocchie sul fuoco mentre i nipotini studiavano dal sussidiario i compiti della scuola in attesa che i genitori tornassero del lavoro.
mentre tutti erano intenti in quello che ho scritto prima, qualcuno bussò all'uscio: toc-toc!
"chi è?" disse la nonna con la sua voce querula.
"sono il postino", disse qualcuno dall'altra parte dell'uscio.
ma la nonna disse: "bambini, nascondetevi, sono quasi le otto e non può essere il postino".
fece nascondere i bambini nell'armadio e prese dallo stesso armadio un fucile a pompa.
il postino disse: "signora? mi apre per favore?"
"certo, come no!" disse la nonna. e sparò! BANG!
il colpo rimbombò nella stanza e fece nella porta un buco di venti centimetri di diametro.
con cautela, la nonna si avvicinò, aprì quello che rimaneva della porta e per prima cosa vide sull'uscio una serie di lettere svolazzanti, quindi alzò un po' lo sguardo e vide il postino morto stecchito in un lago di sangue che arrossava la neve.
"ho fatto una puttanata!" disse la nonna a bassa voce.
si girò e vide che i bambini intanto erano usciti dall'armadio e la stavano guardando.
senza pensarci due volte, la nonna prese la mira e... BANG! BANG! fece fuori anche i bambini.
quindi, senza perdersi in chiacchiere, andò nel garage, prese la moto, e partì a razzo verso una nuova vita con il fucile a pompa a tracolla.

ecco, cari miei affezionati lettori, questo stupendo racconto credo che vi farà felici.
io sono molto soddisfatto e mi sembra un capolavoro.
penso di essere il più grande raccontatore della storia del mondo.
ma non sarei niente senza di voi.
bugia.
io resterei il più grande raccontatore del mondo e voi degli assidui lettori.
stronzi.

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giovedì, gennaio 11, 2007

pippo

era da tempo che pensavo di fare un post su pippo.
ma su pippo non c'è molto da aggiungere.
basta la parola.
si guardi la parola e ci si concentri. non servono neanche immagini.
e comunque si vuol manifestare qui riconoscenza al genio che ha scelto questa parola per la traduzione dall'inglese goofy.
ma ora basta chiacchiere.



pippo
questo rigo invisibile mi serve a sospendere la parola pippo nello spazio

mercoledì, gennaio 10, 2007

confessione


a me mi piace sentirmi importante.
ad altri no.
dicono: "allora ti vuoi sentire importante!?"
e io: "sì."
e loro: "io invce no, io voglio sentirmi una merda."
e io: "ma dai, non ci credo, anche tu vorrai sentirti importante."
e loro: "no, no, te lo giuro, voglio sentirmi una merda."
e io: " ma dai, su, non è vero."
e loro: "no, non insistere, non farmi incazzare! se ti dico che è così, è così!"
e io: "ok, allora: sei una merda!"
e loro: "ma come ti permetti?"
e io: "era per farti un piacere..."
e loro: "non prendermi per culo..."
e io: "ok, sei importante..."
e loro: "no guarda, io non voglio sentirmi importante..."
e io: "io sì."
e loro: "allora vuoi sentirti importante?!"
e io: "sì."
e loro: eccetera.
insomma, non la spunto mai con chi vuole sentirsi una merda. mannaggia. eppure vorrei aiutarli.
no, non è vero. bugia. sono delle merde. BUAHAHAHAHAHAH!!!

martedì, gennaio 09, 2007

cazzi e mazzi


una casa in un bosco. abbandonata da anni. dentro, il cadavere di un uomo. un lampo colpisce la casa. va a fuoco. e non ne resta niente. passano altri anni, e lì dove c'era la casa cresce l'erba, un cespuglio, un alberello. l'alberello cresce sempre più velocemente, anno dopo anno. diventa sempre più grosso e più alto. poi comincia a deperire, diventa sempre meno frondoso, si rinsecchisce, fino a perdere completamente linfa e vita. un giorno il vento stacca via la punta dell'albero morto. questa casca sulle fronde di altri alberi. dopo qualche tempo, sotto il peso, le fronde cedono, e la punta dell'albero morto casca a terra. passano gli anni e la punta dell'albero morto si rinsecchisce sempre più. scoppia un incendio nel bosco, la punta dell'albero morto prende subito fuoco. ma arriva la pioggia, che spegne l'incendio. della punta dell'albero morto rimane poco più di un bastone. che sospinto dalla pioggia e dal vento finisce vicino a un sentiero. una notte, i fari di una macchina spuntano dal sentiero nel bosco. la macchina si ferma proprio vicino al bastone. dentro la macchina ci sono un uomo e una donna. la macchina si ferma e i due fanno l'amore. l'uomo esce dalla macchina e piscia. mentre risale in macchina, calpesta il bastone. l'uomo raccoglie quello che ne rimane e lo esamina. il bastone sembra proprio della lunghezza giusta. lo mette in macchina e riparte. l'uomo porta il bastone da un falegname, e gli chiede se ne puo' fare un vero bastone da passeggio. il falegname fa un lavoro eccellente. ci monta su un pomello di avorio. l'uomo paga il falegname e si prende il bastone. è un bell'oggetto, e per anni resta in casa sua come oggetto decorativo. ma passano gli anni, l'uomo invecchia, e comincia a usare il bastone. amareggiato dalla vita, si fa costruire una casa nel bosco.
questo è successo veramente. di sicuro. da qualche parte in qualche tempo. e non ne valeva la pena, di scriverlo.
tanto non cambia niente.
ci saranno sempre vecchi col bastone, alberi e case nel bosco.
il ciclo della vita, cazzi e mazzi.
perché perdere tempo co 'ste cazzate invece di divertirsi?
valla a capire la gente...

lunedì, gennaio 08, 2007

audrey


forse non tutti sanno che in apnea c'è chi è sceso sotto il mare a più di 150 metri di profondità.
tanto per rendersi conto, la torre di pisa è alta 56 metri. bisogna mettere tre torri di pisa, l'una sull'altra, e guardare dall'alto in basso, per farsi più o meno un'idea di quanto in profondità scendono questi qui.
uno dice: ma chi gliela fa fare?
ma invece, questo uno, deve provare a immaginare cosa si possa provare.
non deve pensare al fastidio di trattenere il respiro.
deve pensare a quello che uno prova a stare sottacqua a quella profondità.
perché praticamente non senti più il corpo. non senti più il suono. non senti più niente. sei tu e la tua mente. senti solo il mare.
insomma, lo sforzo che bisogna fare è di immaginazione.
uno sottacqua le trova le astruserie. tipo gatti volanti, goldrake e cose così.
chi scrive sicuramente è troppo pauroso e pigro per fare apnea.
però li capisce, a quelli che la fanno.
uno dice: ma ne vale la pena rischiare la vita per questo?
e chi scrive gli chiede: ma ne vale la pena vivere la tua vita, idiota?
perché secondo me, questo uno, pensa "ho paura e sono pigro", ma dice "stupidi!" a quelli che lo fanno. e si rotola nel fango della sua misera esistenza. e qui, chi scrive, ha raggiunto un record. di profondità. nel senso che ha toccato il fondo della retorica. però chi scrive è convinto di quello che ha scritto. lo pensa veramente. ci sono esistenze lunghe e misere ed esistenze brevi ma splendide. lucenti. come quella della signorina nell'immagine.

sabato, gennaio 06, 2007

brucia la luna


venti centesimi di euro a chi indovina che canzone è

Brucia la luna n'cielu
E ju bruciu d'amuri
Focu ca si consuma
Comu lu me cori

L'anima chianci
Addulurata
Non si da paci
Ma cchi mala nuttata

Lu tempu passa
Ma non agghiorna
Non c'e mai suli
S'idda non torna

Brucia la terra mia
E abbrucia lu me cori
Cchi siti d'acqua idda
E ju siti d'amuri

Acu la cantu
La me canzuni

Si no c'e nuddu
Ca s'a affacia
A lu barcuni

Brucia la luna n'cielu
E ju bruciu d'amuri
Focu ca si consuma
Comu lu me cori

giovedì, gennaio 04, 2007

i monsoni


che un altro passaggio del monsone fosse previsto in italia non è assolutamente possibile in quanto monsoni in italia non ne sono mai passati.
eppure io ho nostalgia dei monsoni. proprio della particolare atmosfera carica di umidità che si crea immediatamente prima e immediatamente dopo il passaggio di un monsone.
pur non avendo mai provato questo, ho nostalgia.
nostalgia di una cosa mai vissuta e mai provata.
così, giusto perché l’ho deciso.
mica è proibito.
mi sono informato, ho consultato i codici, ho spulciato leggi speciali e giurisprudenza: niente.
nulla mi vieta, legalmente, di avere nostalgia dei monsoni. non ci sono divieti.
e allora ho deciso di avere nostalgia dei monsoni.
ci sono giorni interi che passo a piangere pensando ai monsoni.
alla giungla bagnata, alla natura che si risveglia dopo il temporale, e cazzi e mazzi.
secondo me bisogna sfruttarle queste occasioni di libertà.
cioè, per esempio, io so che con il rosso non posso passare, e va bene. mi rassegno, e se il semaforo è rosso, mi fermo.
però non mi si rompano le palle se decido di avere nostalgia dei monsoni.
eccheccazzo!

mercoledì, gennaio 03, 2007

parole sante - le nuove idee


d'altra parte la storia del progresso dimostra come siano indigeste le nuove idee all'uomo comune privo di immaginazione di una certa epoca; ma come poi le idee che hanno superato la prova del tempo vengano assimilate facilmente dall'uomo comune privo di immaginazione delle epoche successive.

clement v. durell

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martedì, gennaio 02, 2007

capodanno a casa


perché tu a voglia a dire non me frega niente.
a voglia a fare l'indifferente.
poi se tutti intorno a te non lo sono, indifferenti, allora un po' le subisci pure tu le feste.
l'unica è rimanere rintanato in casa.
ma mica si può rimanere rintantati in casa tipo il 31 dicembre mentre tutti se la spassano!
invece sì. io l'ho fatto.
il 31 dicembre mi sono visto la televisione.
ho risposto a qualche messaggio di auguri.
mi sono grattato abbondantemente la pancia.
e pensavo a tutti quelli intorno a me che se la spassavano.
e non li invidiavo manco per un cazzo.
perché io odio il 10, 9, 8 eccetera.
proprio non lo sopporto.
idiosincrasia. non voglio stare qui a spiegare. idiosincrasia. e 'sti cazzi.
però sta di fatto che lo odio.
e odio poi darsi gli auguri tipo che uno fino a due minuti prima ti era completamente indifferente e dopo la mezzanotte ti devi comportare come se fosse il tuo migliore amico.
ho preso la decisione di passare il 31 dicembre da solo a casa, il giorno prima.
il 30 mi è arrivata la telefonata decisiva.
a quel punto dovevo decidere.
avevo due possibilità.
mi stava cominciando a salire l'ansia della decisione quando pian piano si è fatta strada in me la terza via: restare a casa.
dicevo: no, dai, vabbè che odi capodanno, vabbè che odi tutto questo, ma che c'entra? sei pazzo? vuoi veramente restare a casa? ma come ti sentirai?
strisciando, questa via si è insinuata nella mia coscienza. si è fatta largo fra le due possibilità, diventando sempre più grande.
e alla fine ho deciso: resto a casa!
un po' di paura ce l'avevo. non lo nego. dicevo: mo mi deprimo, e cazzi e mazzi.
invece no!
BUGIA!
sono stato da dio.
e il giorno dopo, camminando per strada, ho guardato tutti dall'alto in basso.
tutti sfatti, consapevoli nell'inconscio della miseria di aver sperato invano per una notte di avere un anno migliore di quello passato, di essersi presi per il culo da soli. spendendo gli spiccioli di entusiasmo che una vita misera ti riserva per il 31 dicembre.
per poi ricominciare il tran tran.
io, astrosio, non ho niente di personale contro il tran tran, semplicemente con il tran tran non c'entro un cazzo.
proprio ontologicamente.