lunedì, dicembre 31, 2007


domenica, dicembre 30, 2007

propositi

il mio unico proposito per l'anno nuovo e' trovare un unico proposito per l'anno nuovo. ma penso che ci metterò un bel po', a trovarlo. quasi un anno. e se, come cercherò di fare, troverò questo proposito il 30 dicembre 2008, mi resterà un solo giorno per realizzare il proposito suddetto. se insomma due piu' due fa quattro, e 30 piu' uno fa 31, mi resterà solo un giorno. e se per esempio quell'unico proposito consiste nel risparmiare di più, mi basterà risparmiare solo il 31 dicembre 2008 e il gioco è fatto. ma vale per tutti i buoni propositi. ricapitolando il trucco consiste nell'avere come proposito quello di trovarsi un unico buon proposito. metterci un po' a sceglierlo (un anno scarso) e poi realizzarlo solo per quei pochi giorni che rimangono prima che cominci l'anno successivo. così non ci si puo' accusare di niente. se per esempio il proposito è "mangiare di meno", basterà mangiare di meno solo l'ultimo giorno dell'anno. fino a mezzanotte. e dopo la mezzanotte, strafogarsi sarà possibile senza contravvenire al proposito. io per esempio deciderò entro stasera il buon proposito dell'anno 2007. così mi basterà rispettarlo domani. fino a mezzanotte. ecco.

p.s. nella foto un esempio di buon proposito.

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sabato, dicembre 29, 2007

interessi ludici

ho dato il titolo a questo post senza nessun motivo o legame con quanto sto per scrivere in quanto non so cosa sto per scrivere. né voglio saperlo. come spesso mi accade sia quando scrivo che quando parlo. ma anche in generale. cioe' anche quando non scrivo e quando non parlo. proprio non voglio sapere niente. non me ne frega un cazzo. anche perché poi è veramente impossibile sapere cosa accade nel futuro. che è una delle cose più insondabili e imperscrutabili. anzi, e' il futuro e' insondabile e imperscrutabile per definizione. anche se molti futuri immaginari si somigliano. come disse qualcuno che non mi ricordo, il futuro è quel posto dove siamo tutti ricchi e pieni di amici. quindi alla fine i futuri spesso si assomigliano. quelli immaginari. quelli reali invece non si sa. ecco. e per chiudere il cerchio il titolo non c'entra veramente un cazzo. come avevo preannunciato. e previsto. ecco.

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venerdì, dicembre 28, 2007

sconclusionando natale

anche quest'anno mi sono visto con babbo natale. il che non è esatto in qunato in realta' trattasi della prima volta in cui ho avuto con b.n. un incontro diretto. gli ho detto che non è giusto che in cambio dei regali ogni anno si prenda pezzi di fegato e soldi. eppoi gli ho detto che posso capire i soldi ma che se ne fa dei pezzi di fegato? l'ho quindi accusato di essere un trafficante di organi. gli ho detto: tu con tutti i pezzi di fegato che rubi agli esseri umani ci fai dei fegati nuovi e te li vendi! a quel punto babbo natale si e' sentito scoperto e mi ha scagliato contro una renna. ma non che gli ha detto: "renna, vai, attacca astrosio!". no. l'ha proprio presa di peso e me l'ha scagliata addosso. solo che siccome babbo natale stava ubriaco perso, ha sbagliato mira e la renna e' finita nel burrone alle mie spalle (alle mie spalle c'era un burrone). e' caduta di sotto ed e' morta. anzi no. non regge. in quanto le renne di babbo natale sono volanti. quindi non e' caduta di sotto. ha preso a svolazzare e incazzata come una bestia (be', e' una bestia...) ha virato e ha puntato contro babbo natale. il quale si è armato con il sacco dei doni e ha cominciato a difendersi con quello. e mentre agitava il sacco dei doni, dal sacco dei doni sono caduti i pezzi di fegato che tutti noi ci abbiamo rimesso con i pranzi, gli alcolici e tutti quei dolci del cazzo che abbiamo mangiato in questi giorni. ma lo scontro epico fra babbo natale e la renna non era ancora finito. ed è andato avanti per un bel po'. ma ne parlero' nella prossima puntata. che non ci sara'. in quanto e' stato uno scontro goffo e palloso. e che poi alla fine non ha vinto nessuno.

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lunedì, dicembre 24, 2007

un racconto di natale

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domenica, dicembre 23, 2007

pranzo di natale

quando penso al pranzo di natale, la prima immagine che mi viene in mente è quella di piatti che fluttuano nell'aria. all'altezza della stella sull'albero di natale. stanno in aria. i piatti. con sopra ovviamente le vivande. tipo le lasagne, i tortellini in brodo eccetera. e fluttuano. e fanno un rumore tipo woop woop woop. e sotto la gente sta spaparanzata sopra divani, poltrone eccetera. con lo sguardo da pesce lesso fisso nel vuoto. probabilmente immersa in una sorta di viaggio psichedelico. una sorta di digestione mistica collettiva. anche se i piatti sono pieni e fluttuano in alto. all'altezza della stella dell'albero di natale. e fanno woop, woop, woop...
vabbe', per finire, sconsiglio un menu' per il pranzo di natale:
primo: profiterol alla carbonara e spaghetti all'anguria
secondo: pescestrano all'arancia
dessert: pasticcio astruso
da bere: acqua agli aromi
ecco.

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sabato, dicembre 22, 2007

rigorosamente

oggi è il 22 di dicembre. dicembre e' un mese magico. in quanto e' l'unico mese in cui si puo' dire "oggi e' il giorno tot didicembre". ripetendo due volte di. tanto che si potrebbe dire: "didi cembre". e questa riflessione, anche se potrebbe sembrare banale, senza senso, in realtà nasconde un significato profondo. infatti, quella ripetizione iniziale che fa un po' balbuzie ("oggi e' il 22 didi didi didi di...cembre!"), quella ripetizione, dicevo, uhm... no, probabilmente non nasconde un significato profondo. e se lo nasconde, lo nasconde così bene che non si riesce più a trovarlo. insomma che potrebbe significare il fatto che dicembre è l'unico mese che eccetera eccetera? su, cazzo, sforzatevi! non è che devo fare sempre tutto io!

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venerdì, dicembre 21, 2007

paralipomeni

And, yes, it is true, death is everyone's fate
But we've made it this far, it's time to celebrate
i paralipomeni sono degli scritti che integrano in qualche modo uno scritto precedente. pertanto, anche un periodo che segue un altro periodo è un po' paralipomeno. e pertanto questo che sto scrivendo in questo momento è un po' paralipomeno del precedente, come il precedente era paralipomeno del precedente ancora. e se andassi avanti su questa falsa riga, potrei andare avanti all'inifinito. anzi, all'infinito no. perché prima o poi morirei (forse). quindi a un certo punto dovrei fermarmi. o trovare un erede che continui questo post all'infinito. ma anche l'erede, a un certo punto, dovrebbe fermarsi, per le stesse ragioni di cui sopra. e quindi a sua volta dovrebbe trovarsi un erede che prosegua questo post. che comunque in linea di teoria io non potrei pubblicare. perché dovrei starlo a modificare di continuo. di paralipomeno in paralipomeno. insomma, il fatto è che è altamente improbabile che questo post possa proseguire all'infinito, di paralipomeno in paralipomeno, pur prendendo in considerazione tutti gli eredi possibili e immaginabili. questo perché prima o poi il mondo è altamente probabile finisca. e allora non avrebbe avuto senso tutto questo sforzo. e a dirla tutta, forse non ha senso in generale. ma forse ha il suo peso specifico. amo il forse. perché apre alla possibilità. a tutta la magnifica "possibilità". infinita, luminosa, splendente possiblità. ho deciso. fondero' un partito. lo chiamero' Forse Italia.

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giovedì, dicembre 20, 2007

gatti

i gatti sono animali come non ce ne sono altri. infatti sono gli unici a chiamarsi gatti. gli altri si chiamano: "cani, pesci, molluschi, cavalli, ornitorinchi". Ma anche con altri di nomi, per esempio di cose o città, tipo: torino, roma, scamorza e orologio. L' unicità di cui sopra ha diverse conseguenze che non sto qui a spiegare in quanto non le conosco. O meglio magari qualcuna anche sì, ma sono quelle che conoscono tutti. Pertanto sarebbe inutile elencarle in questo post. E a che servirebbe un post inutile? A niente. altrimenti non sarebbe un post “inutile”, ma bensì sarebbe un post “utile” o quantomeno “interessante”. Non avrebbe senso definire “utile” un post “inutile”. Così come non avrebbe senso chiamare “gatto” un “cane” o "orologio". Non so se mi spiego. Probabilmente no.

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mercoledì, dicembre 19, 2007

giornata della cucina astrusa

In virtù dei poteri che, come ogni mattina, mi sono appena conferito, stabilisco hic et hunc, urbi et orbi, oggi 19 dicembre ’07, la prima giornata ufficiale della cucina astrusa. La pagina dei commenti è aperta pertanto a qualsivoglia ricetta astrusa vogliate inventare. Avete sempre sognato di impastare uova e calce? Bene, scrivete la ricetta. Trovate appetitoso l’odore di benzina? È l’occasione giusta per pensare a una ricetta ottanica. Al termine della giornata verrà premiata la ricetta più disturbante. Quella ricetta cioè che a mio insindacabile giudizio e in virtù dei poteri di cui sopra, risulterà essere oggettivamente la più inquietante, disturbante e disgustosa. Ecco. Sbizzarritevi. Non ci sono limiti*.

*Alla fine delle ricette incommestibili, però, si prega di segnalare il fatto che il manicaretto risultante non è commestibile. Per quanto ci possa sembrare chiaro che quella ricetta non sia commestibile, non ci si dimentichi mai che viviamo su una palla che galleggia nello spazio. E pertanto non si sa mai.

eccomunque, ho deciso, questa giornata, il 19 dicembre, e' la giornata mondiale dell'astruseria. tucur. ecco.

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martedì, dicembre 18, 2007

estemporanatalmente

natale è alle porte. e tutti si affrettano a fare gli ultimi acquisti. e siccome a me questa cosa non mi piace, quest'anno ho deciso che mi affretto a fare i primi acquisti. e mi attardo a fare gli ultimi. che conto di fare verso il 14 marzo. dove cazzo sta scritto che uno deve affrettarsi a fare gli ultimi acquisti per forza quando natale è alle porte? non puo' rinviare? invece che affrettarsi quando natale è alle porte? che poi che cazzo vuol dire "alle porte"? quali porte? porco giuda. quali porte? eh? eh? eh? bah...

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brusuillis

la sbadataggine porta a sbagliare alcune cose. ma a volte se uno non era sbadato magari non gli capitava una cosa positiva. per esempio l'incontro con una donna. tipo uno è sbadato, urta una donna, si scusano a vicenda, si sorridono, fanno l'amore e poi si sposano, fanno i figli, ma le cose cominciano ad andare male, sale la depressione, divorziano, lui diventa alcolizzato, i figli si drogano, lei ingrassa a dismisura e rimane incollata al divano, arriva la polizia a cercare i figli, trovano la ex-moglie ma dei figli nessuna traccia. allora vanno a casa dell'ex-marito, e lo trovano ubriaco con una battona, e anche lì dei figli nessuna traccia. allora vanno in cerca per la città dei figli e finalmente li trovano che stanno rubando una macchina. e li carcerano. i figli scappano dalla galera, si imbarcano su un cargo battente bandiera liberiana e vanno all'avventura sugli oceani. la ex-moglie fa una cura dimagrante. l'ex-marito si disalcolizza. ma vengono rapiti dagli alieni che stanno cercando di conquistare il mondo. e così la ex-moglie e l'ex-marito si ritrovano a bordo di un'astronave aliena che ronza intorno alla terra e prepara il terreno per l'invasione. in realtà dalla terra se ne sono accorti. allora nel disco volante irrompe bruce willis che sventaglia con un mitra e fa piazza pulita. e purtroppo colpisce anche l'ex-moglie e l'ex-marito rapiti dagli alieni. ma intanto salva la terra. evviva a BRUCE WILLIS!!! che salva la terra e le storie. ecco.

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lunedì, dicembre 17, 2007

cucina astrusa - pasta all'alito

lessate la pasta. a cottura ultimata, scolatela. sminuzzate finemente con i denti della cipolla e dell'aglio. versate la pasta in un piatto da portata. alitateci sopra.

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domenica, dicembre 16, 2007

Brain di Sease

Sfido io che poi le cose ecc. ecc. No, niente. Volevo scrivere “sfido io”. L’ho sempre sognato, fin da bambino, di usare quella espressione. Anzi, questa: “sfido io”. Secondo me tipo devo averla letta nei fumetti di Topolino quando ero piccolo. Come quando QuiQuoQua vanno di corsa a mangiarsi una cosa buona e dicono “A me! A me!”. Anche quella espressione vorrei tanto usarla in qualche contesto. Ma anche così, a casaccio. E infatti ora lo faccio. State a guardare, anzi, a sentire, anzi, a leggere: A me! A me! Ecco. In un solo post mi sono tolto un paio di soddisfazioni. Ah! Che bello avere un blog! Anche se a dire la verità, avendo un po’ chiuso il concetto, mi dispiace non scrivere altro. In quanto ho ancora un po’ di voglia di scrivere. Vediamo… uhm… che ne so… dai, qualcosaltro mi verrà pure in mente, no? Pronto? Cervello, ci sei? Senti cervello, io non piaccio a te e tu non piaci a me, ma per una volta cerchiamo di collaborare, ok? … niente … Se ne sta là, zitto, fermo impalato, non ronza ma ronfa, sonnecchia placido, brutto e gelatinoso, al riparo sotto la mia scatola cranica. Mo gliene canto quattro: senti cervello, ricordati che la scatola cranica è mia! Io sono gentile, ospitale, ok, ma se uno di questi giorni mi girano le palle, mi apro la testa e ti sbatto fuori! Non ne approfittare cribbio! E dimmi qualcosa da scrivere! Stronzo…

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sabato, dicembre 15, 2007

pioggia di caciotte

C’era uno che di lavoro faceva le caciotte in Puglia. Era un caciottaro pugliese. E per risparmiare le spese di import-export, si costruì una fionda gigantesca per lanciare le caciotte a Milano. Ma siccome era strabico a volte sbagliava mira. E così le caciotte, invece di atterrare nel posto prestabilito (ce n’era uno) cadevano sulla testa della gente e la gente moriva. La cosa cominciò a diventare un problema e occupava le prime pagine dei giornali locali: ANCORA UN ALTRO MORTO PER CACIOTTA! Oppure: LA CACIOTTA KILLER COLPISCE ANCORA! Il comune di Milano allora mise su una tascfors che si doveva occupare del problema delle caciotte volanti. Fu così allora che i cieli di Milano furono ricoperti da una rete di milioni di grattugie elettriche che grattugiavano le caciotte prima che atterrassero, e di conseguenza su Milano cominciò a piovere caciotta grattugiata tipo neve. E la gente faceva a palle di caciotta invece che a palle di neve. Questo racconto è del tutto sconclusionato. Non porta da nessuna parte. E non lascia dentro niente ai lettori. Pertanto, non dovesse avere successo, la cosa non mi stupirebbe. Ma vogliamo negarci il piacere di immaginare un lanciatore strabico che con una fionda gigante lancia dalla puglia caciotte su milano? Vabbe’, gli altri non so. Io no. Ecco.

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venerdì, dicembre 14, 2007

nascondimenti

Astrosio tiene molto alla bellezza fisica. E quindi anche alla linea. E Astrosio vive da solo. Per questo, a volte, trova molto difficile nascondersi il cibo. Infatti non è facile auto-nascondersi qualcosa. Purtroppo se uno nasconde a se stesso una cosa, accade sovente che si ricorda dove l’ha messa. Allora, visto che in casa trovavo sempre quello che nascondevo, i pangoccioli per la precisione, ho provato a nasconderli a casa dei vicini di pianerottolo. E così una bella mattina, appena alzato, sono andato a casa dei vicini e gli ho portato i pangoccioli. E gli ho chiesto: me li nascondete per piacere? Quelli si sono messi a ridere, l’hanno presa bene. Inizialmente. La terza mattina pero’ che gli portavo i pangoccioli, mi hanno fatto trovare la polizia dentro casa loro. E mi hanno fatto promettere che non andavo piu’ la mattina a chiedere di nascondermi i pangoccioli. Quindi insomma ero punto e daccapo. Allora ho avuto un’idea geniale! Nascondere i pangoccioli al supermercato. Quindi sono tornato al supermercato dove li avevo comprati e ho nascosto i pangoccioli nello scaffale dei detersivi. Poi pero’ siccome ero rimasto senza pangoccioli, sono andato a comprare altri pangoccioli. E il giorno dopo sono tornato a nasconderli. Sempre nello scaffale dei detersivi. Dove c’erano ancora i pangoccioli del giorno prima. (Sono bravo a nascondere. Punto. Non ti fare altre domande, o lettore.) Insomma, la cosa mi ha dato soddisfazione per due o tre giorni. Ma poi ho cominciato a considerare che da un punto di vista economico non mi conveniva tanto. Ed è stato allora che ho avuto un altro colpo di genio! Sono tornato al supermercato, ho nascosto i nuovi pangoccioli nel solito posto, e sono andato a prendere gli altri. Ma invece di andarli a pagare, sono andato direttamente a nasconderli! E così ora riesco ad autonascondermi il cibo senza pagare una lira! Ma perché la gente si lamenta tanto del costo della vita quando con qualche piccolo accorgimento e un po’ di astuzia si può risparmiare tanto? questo dico io. Devo però ammettere che ora ho una voglia fottuta di pangoccioli. E il supermercato è chiuso.

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giovedì, dicembre 13, 2007

Vivo en Montera



la mia amica Marisa, con un bellissimo corto. ecco. è in concorso. quindi guardandovelo a lei ci date la possibilità di vincere, ci date. a lei. insomma. io me lo guardo e me lo riguardo. bellissime immagini, musiche bellissime. ecco. insomma. sì. non voglio costringere nessuno. ci mancherebbe altro. ma pero' volendo sì. a chi non clicca, ci vediamo in tribunale! ecco. bugia. ecco. non mi piacciono le minacce. ma volendo anche sì. mi piacciono le minacce. proprio in senso assoluto. astratto. slegato cioe' da una effettiva concretizzazione. mi piace minacciare a vanvera, insomma. ma c'entra poco. quello che c'entra e' che questo è il corto di una mia carissima amica, moglie e mamma di due miei carissimi amici. il cui marito e' il fratello di un mio amico carissimo. ecco. quindi potete avere idea di quanto ci tenga. ci tengo come a tutti gli astrusi commentatori di questo blog. e non è poco. se uno di voi un giorno dovesse fare qualcosa, ci terrei. ecco. è tutto.
miss elodia wrote: Bellissimo corto, bello bello bello. Ho respirato il profumo di quella città, riguardandolo. Calle Montera è una delle vie più magiche di Madrid.
Passataci per caso tre natali fa. Meravigliosa, come tutto il resto. E le prostitute notturne non guastano l'atmosfera allegramente decadente.

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mercoledì, dicembre 12, 2007

luttazzi, memoremigi e topogigio

Il programma di Luttazzi faceva cagare. Lo scrivo a malincuore, ma faceva cagare. Ma La7 trova più utile dire che lo ha censurato. Forse per raschiare il fondo del barile dello scandalo. Questo dimostra che in Italia la libertà di manifestazione del pensiero è andata a farsi fottere così tanto che oggi è più utile e comodo dire “lo abbiamo censurato”, che dire “il programma faceva cagare, non funzionava. E l’abbiamo chiuso”. Ecco. Anche perché poi tutti dicono: “sono stato epurato! Sono stato censurato!”. Vedi Minà. Che un po’ di anni fa, quando epurarono Luttazzi, Biagi e Santoro, provò a infilarsi dicendo: “Anche io! Anche io!”. Tipo che domani se ne esce Memo Remigi e dice: “Mi hanno epurato! E hanno epurato anche a Topo Gigio!”. Ecco. Il fatto grave è che a quanto pare (parlare di dati auditel attendibili è un ossimoro, come mi è stato fatto giustamente notare) cagata o no, il programma di Luttazzi faceva odiens, e che odiens! Tipo il 6 per cento il sabato notte. Quindi il mio discorso funziona relativamente. (E’ che mi piace troppo l’idea dell’epurazione di Memo Remigi e Topo Gigio! E in qualche modo ci volevo arrivare.) Allora cosa resta di tutto questo ragionamento? Resta il fatto che tutta la vicenda in lino o in lana, di riffa o di raffa, è una vaccata.
Perché:
- Se faceva cagare e non funzionava, dire, per giustificarsi, che l'hanno censurato è una cosa vergognosa.
- Se, pur facendo cagare, funzionava e faceva audience, censurarlo è una cosa vergognosa.
Pertanto, riporto quanto da lui asserito qui:
“Come faccio a sopportare la chiusura di Decameron? Penso a Giuliano Ferrara in una vasca da bagno, con Berlusconi e Dell'Utri che gli pisciano addosso, Previti che gli caga in bocca e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta.”
Daniele Luttazzi

dal sito di Luttazzi:
Verso le 20, dei funzionari di La7 sono entrati in sala montaggio per impedire fisicamente che proseguissimo. Hanno occupato la stanza, hanno intimato al tecnico di sospendere ( senza averne titolo ), uno di loro si è seduto al mio posto alla consolle e non se ne andava, sfidandoci. Ho telefonato all'avvocato: stavano commettendo un reato ( violenza privata ) e potevo chiamare la polizia. A quel punto sono usciti. Poi, quando ho finito e me ne sono andato, uno di loro è entrato per CANCELLARE TUTTO IL GIRATO di Decameron, passato e futuro. (Postato qui alle ore 2 e 24 del 9-12-2007)

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l'hapax del divin marchese

e siamo a sette. infatti questo è il settimo hapax. un lavoro eccellente del divin marchese. ecco.

La dimensione ludica della velleità gnoseologica del discente nella sussunzione del nozionismo programmatico è lapalissiana caratterizzazione sincronica del plesso conoscitivo. Nella prosodia drammatica dell’edoné che il fruitore percepisce dalle strutture olistiche tende con effetto di feed-back al lampeggiare di un kitsch pregno di pullulante sgomento utilitaristico. Ed è proprio nell’afflato algente di questo Io contemplativo che concretiamo una virgo preraffaellita liliale e nivea. L’aduggiare abbarbagliato di un cenobita assiso su un consunto cimiero diafano esagita il canto anelante dell’adombrato fonetismo emetico dell’emistichio asclepiadeo sdrucciolo. L’elusivo buffare del risibile reprobo reciso da rii rabeschi relega il recesso nella ridda remota di un re rabberciato al decesso, entro effluvi di refolo tra i rovelli del rovesciamento saturnale. Il salace laticlavio del vivido virgulto d’ascosa ascendenza quirita arride all’espressionismo lubrico della costruzione melica, tra la maliarda facoltà pittorica dei morfemi e la laidezza del carattere individuale delle sovrastrutture sociologiche inquadrate.
E così sorride il murmure erotico.

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martedì, dicembre 11, 2007

5 domande a... Marco Barbieri

L’utente noto come Siviglia, in realtà si chiama Marco Barbieri. E ho scoperto che lavora alla University of Queensland, in Australia. E fa il fisico. La qualcosa ha stuzzicato il mio senso astruso. E ho cercato di approfondire. Pertanto l’ho contattato, e lui tramite il suo ufficio stampa mi ha risposto che non aveva tempo per rispondere alle mie stupide domande. Quindi sono passato alle minacce. E finalmente ha ceduto. L’Utente Noto Come Siviglia, a Brisbane si occupa ovviamente di cose astruse. E procedendo nel percorso delle mie interviste, etichettate come “5 domande a…”, mi è sembrato giusto inserire la sua intervista nel percorso che dicevo poc’anzi. Appunto. Insomma, dopo l’intervista ad Alessandra Rotundi, che ha studiato la polvere prelevata dalla coda di una cometa, dopo l’intervista all’Immaginauta, per il quale l’immaginazione è reale, dopo l’intervista a Roberto Ferrarese, che studia il sistema immunitario degli insetti, eccoci a un’intervista sui quanti, che sono delle… dei… insomma, io non ho mai capito bene cos’è un quanto. E quindi ho detto: mo glielo chiedo a Siviglia. Ecco.

1. Ci dici a parole tue di cosa ti occupi?
Ah… e' molto sempice: mi occupo di quantum computing con tecniche fotoniche lineari, in particolare realizzazione di quantum gates a due e tre qubits... ma mi sa che questo e' arabo...
Mettiamola cosi'. Negli anni '80 qualcuno se n'e' uscito con l'idea che utlilizzare la luce nei computer, al posto della corrente e della tensione, potrebbe portare vantaggi. Piu' nel dettaglio, esistono alcuni problemi matematici che adesso richiedono anni perche' si arrivi ad una soluzione; questi potrebbero essere risolti dai nuovi computer quantistici in tempi piu' accettabili. E' una prospettiva molto interessante, e, sebbene siamo ancora ad una fase poco piu' che embrionale, ci sono gia' aziende, come la Hewlett Packard, che hanno cominciato a investire in queste nuove tecnologie. Sono solo le primissime applicazioni, ma nel giro di cinque anni, potremmo avere dispositivi quantistici nei nostri cellulari.

2. Cos'e' un quanto?
Ti rispondo con una domanda: un quanto di cosa? Nel nostro caso, noi utilizziamo quanti di luce. Vuol dire che l'energia scambiata dalla luce con gli oggetti non puo' avere un qualsiasi valore, ma solo multipli interi di una certa quantita', il quanto elementare di energia. Quindi la luce puo' scambiare 1 o 2 o 123 quanti di energia, ma non 18,75 o 34,81. I fisici teorici ci spiegano che queste sono "eccitazioni del campo elettromagnetico", gli sperimentali preferiscono pensare che ci siano delle "palline di luce", fotoni, ciascuna con un quanto di energia. E' un'immagine molto inaccurata in alcuni casi: sono palline molto strane perche' in particolari condizioni fanno anche interferenza, esattamente come le onde dei telefonini. Il computer quantistico lavora proprio nel fatto che possiamo manipolare e scrivere informazioni sui fotoni, come se fossero delle palline, e usare l'interferenza per fare le operazioni che nei computer ordinari fanno i transistor.

3. Che rapporto c’e’ tra quanto e materia?
Cioe'? e' una domanda che si presta a mille risposte! Te ne do una che mi sembra intrigante. Chi ha studiato un po' di informatica sa che i computer funzionano con i bit: 0 oppure 1; non esiste il valore logico 0,75. Ci sono esperti che hanno notato che l'informazione e' quantizzata, la natura e' quantizzata, quindi alla base ci deve essere un meccanismo di scambio di informazione. In pratica, il mondo sarebbe una specie di super-computer. Te l'ho esposta in maniera veramente semplicistica, detta cosi' sembra piu' la "Guida galattica per gli autostoppisti" che una teoria scientifica!

4. Ci dici qualcosa sul campo di ricerca in generale? E quali potrebbero essere le sue… ehm… estreme conseguenze?
Per noi questa storia del computer quantistico e' piu' una scusa per studiare fisica fondamentale che non per fare davvero tecnologia. La meccanica quantistica e' stata elaborata all'inizio del 1900 e ancora adesso ha punti poco chiari o che non lasciano del tutto soddisfatti. Per esempio, quando chiedi ad un fotone se porta scritto "0" oppure "1", in alcuni casi lui ti risponde in maniera assolutamente casuale. La meccanica quantistica dice che e' cosi', ma non dà una spiegazione esauriente del "perche' " e' cosi'. A questo punto ci sono due approcci: o cerchi di investigarne i motivi, oppure ti rassegni, e cerchi di fare dei generatori di numeri casuali basati sui fotoni (sembrerebbero oggetti inutili, in realta' sono di una certa rilevanza per criptare dati). Diciamo che noi chiediamo i fondi per fare tecnologia e, nel tempo che ci resta, cerchiamo anche di rispondere a domande piu' fondamentali.
Venendo alle “estreme conseguenze”, come dici tu, ce ne sono milioni da scegliere tra le panz... ehm.. prospettive che illustriamo alle agenzie che ci finanziano. La mia preferita e' questa: molti dei medicinali che vengono utlizzati sono molecole cosi' complicate che non si possono simulare al computer, nemmeno mettendone centinaia in parallelo. Se avessimo a disposizione un computer quantistico potremmo scrivere dei programmi che renderebbero possibili questi conti; le applicazioni sarebbero, ad esempio, le molecole dei farmaci. Questo aiuterebbe la ricerca farmaceutica dando ai ricercatori la possibilita' di non dover partire da zero o procedere per tentativi nel progettare nuovi medicinali. Anche in questo caso, siamo ancora abbastanza lontani, ma forse le prime prove di principio potrebbero arrivare gia' tra uno o due anni.

5. Ti senti un cervello in fuga?
Con una delle mie solite battute pessime potrei dirti che il mio cervello e' in fuga, e io sono venuto a cercarlo in Australia, finora senza esito.. Non mi sento un cervello in fuga, nel senso che un periodo all'estero e' normale per qualunque ricercatore. Ci sono molti scienziati che vengono a vivere in Australia dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dalla Svezia. Il problema dell' Italia non e' tanto che esportiamo cervelli, che, come dicevo, e' normale; il problema e' che non riusciamo ad attrarne dall'estero, perche' non ci sono le condizioni per fare ricerca con continuita'.

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lunedì, dicembre 10, 2007

parole sante - galeotti

I prigionieri tendono a essere gli stessi in tutto il mondo. Il loro vero "crimine" è che, per una ragione o per l'altra, non hanno il potere, l'intelligenza o il denaro a tenerli fuori di galera.
Timothy Leary

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domenica, dicembre 09, 2007

mortacci - carmelo



anche oggi ricorre un non-anniversario. è il non-anniversario della morte o della nascita di carmelo bene. un astruso all'ennesima potenza come dimostra il filmato qui sopra. non c'è bisogno che aggiunga altro. questa, come molte altre volte. quasi tutte. ma forse mi sbaglio. ecco.

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sabato, dicembre 08, 2007

free wheel

sotto sotto il post di ieri è un post molto intenso e profondo che non molti hanno colto nel suo intimo significato. ma sotto sotto. bisogna prendere il suddetto post, sollevarlo, scavare un po' e, muniti di torcia elettrica o candela,  guardare bene cosa c'è. sotto sotto. ovviamente non è impresa facile soprattutto in quanto, essendo un post immateriale, non è facile, appunto, sollevare il suddetto post, in quanto immateriale, appunto. ma è questa precisa ragione che ci porta poi alla parte successiva del discorso. che non esiste. e quindi il post finisce qui. quello di ieri e quello di oggi. guardiamo avanti. voltiamo pagina. domani è un altro giorno. e francamente me ne infischio. sam, suonala ancora. scatenate l'inferno. ho visto cose... gli ho fatto un'offerta che non potrà rifiutare. e poi ancora ce ne sarebbero tante altre che però ora mi sono rotto un po' le palle di fare il colto e ironico cultore cinematografico dei miei coglioni. ecco.

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venerdì, dicembre 07, 2007

modidire

ammesso e concesso
erano due
e litigavano spesso

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giovedì, dicembre 06, 2007

vabbe', è un giornalista...

Dopo lunga e attenta riflessione, sono finalmente arrivato alla conclusione che il modus operandi, lo stile preponderante nel giornalismo italiano è il QUNCA, ovvero Quello Una Volta Noto Come ACCAZZO. Che siano commentatori politici, reporter d’assalto, esperti di costume e così via, i giornalisti italiani sembrano seguire sempre lo stesso criterio, e cioè scrivere ACCAZZO. (E non parlo di forma, per l’amor del cielo, quella è correttissima. Non sbaliano una virgola, non sbaliano. Erano sicuramente bravi a scuola. E si capisce benissimo.) ACCAZZO dicono spropositi giuridici, tipo “la corte di Cassazione ha condannato, in primo grado e in appello, tal de tali al pagamento di una multa”. E sempre ACCAZZO tirano fuori Freud, per esempio, o tirano fuori Merleau Ponty. (E soprattutto, nell’ultimo caso, ma chi cazzo è?) Oppure si improvvisano antropologi e si avventurano nella costruzione di teorie pseudo sociali eccetera. (Questo soprattutto nella cronaca. Argomento preferito: i giovani che vanno veloce.) Nel giornalismo sportivo invece impera il Vaudeville, ovviamente. Una volta quando uno scriveva così si diceva: “Ma questo scrive ACCAZZO!”. Ora invece si dice: “Vabbe’, è un giornalista…”. E "scrivere con uno stile giornalistico" in Italia significa "scrivere ACCAZZO".

l'immagine a corredo di questo post è stata scelta ACCAZZO (n.d.r.)

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parole sante - il denaro

"Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti."
Ettore Petrolini

mercoledì, dicembre 05, 2007

giocattoli

siccome natale si avvicina sempre di piu' e i nostri cuori si riempiono di gioia e bontà, si stilerà orora una classifica dei giocattoli. ovviamente potete dire la vostra. ma tanto non conta. (BUAHAHAHA!)
prima di tutto i giocattoli belli: 1) pistole giocattolo; 2) armi in generale; 3) niente mi vegono in mente solo le armi.
poi i giocattoli brutti: 1) aquilone; 2) niente, mi viene in mente solo l'aquilone.
questo perché lo scrivente odia gli aquiloni. proprio gli stanno sul cazzo. e quando da piccolo glieli regalavano, si incazzava pure. tipo che prima doveva montarli. ma vaffanculo. non aveva tempo da perdere, lo scrivente, per montare un aquilone. aveva troppi mostri da uccidere. e poi, una volta montato, vedere in cielo un pezzo di carta con un filo su per il culo (per citare miss elodia), era deprimente. magari poco piu' in alto c'era un jet ultrasonico che stava sfondando il muro del suono. e tu con quel cazzo di filo a guardare l'aquilone. cazzo, se era frustrante. lo scrivente, quando gli regalavano un aquilone, ci restava parecchio male. e siccome ora circola un libro di merda sugli aquiloni, lo scrivente ci teneva a manifestare il suo punto di vista. soprattutto perché si avvicina natale, e siamo tutti più buoni. hehehe... hahaha... HAHAHAH... BUAHAHAHAHA!!!

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martedì, dicembre 04, 2007

Mortacci - non-anniversarsi


oggi ricorre un non-anniversario qualsiasi dalla morte di glenn gould. pertanto mi sembrava l'occasione giusta per ricordarlo. e così farò anche per qualcun altro che mi verrà in mente in seguito. forse.

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lunedì, dicembre 03, 2007

ecco.

sempre ragionando su questioni note, si puo' arrivare a dire qualcosa che non si è mai detto prima. ma che forse si dirà dopo. perché adesso mi mancano degli elementi. che sono: a) non so quali siano le questioni note suddette; b) ne discende che non posso avere la minima idea su quel qualcosa da dire che non si è mai detto. pertanto, l'unica cosa che con ragionevole approssimazione posso definire fondata è il "forse si dirà dopo". non posso infatti escludere a priori che "dopo" (da qui a tendenzialmente infinito) si riuscirà a dire qualcosa che non si è mai detto, partendo da questioni note. ecco.

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sabato, dicembre 01, 2007

contest "Momento Mori" - risultati

ed eccoci ai risultati del contest momento mori.
la commissione formata da Mastro Siviglia e Astrosio si è ispirata a criteri di puro arbitrio.
hanno vinto in tre a pari merito.
gli altri hanno non-vinto.
pertanto:
primo posto - misselodia, angie, kaishe,winx
terzo posto - bulbo, pg, niccolò e marcolo.

le quattro partecipanti al primo posto si aggiudicano un premio che decideremo un domani.
titanus è l'unico che ha perso. per principio. come precedentemente annunciato. pertanto è l'unico a cui andrà il non-premio qui sotto.

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