lunedì, aprile 07, 2008

evanescenza

contatto l'agenzia di promozione degli struzzi e chiedo quanto mi verrebbe a costare uno struzzo di pasqua. lo struzzo di pasqua e' uno stuzzo che tradizionalmente si usa esporre a pranzo il primo maggio, la festa dei lavoratori. ma si chiama "stuzzo" per qualche motivo inesistente che probabilmente ha a che vedere con qualcosa di altrettanto ambiguo ed evanescente come tutto il resto. tutto sommato pero' che mondo sarebbe senza stuzzi? probabilmente identico a quello di adesso. ma se volessi registrare il marchio "stuzzo"? quanta carta bollata sarebbe necessaria? bisognerebbe recarsi da un notaio? e perche' ho scritto "recarsi"? per fare l'intenditore di parole ricercate? tutto sommato non mi sembra tanto ricercata come parola. pero' uno che dice "recarsi da un notaio" in genere fa bella figura e passa per una persona seria. purtroppo pero' a me non interessa poi tanto passare per una persona seria, soprattutto se e' maschio. e ancor meno fare bella figura. mi interessano gli stuzzi. ma questo e' un altro discorso.

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domenica, dicembre 16, 2007

Brain di Sease

Sfido io che poi le cose ecc. ecc. No, niente. Volevo scrivere “sfido io”. L’ho sempre sognato, fin da bambino, di usare quella espressione. Anzi, questa: “sfido io”. Secondo me tipo devo averla letta nei fumetti di Topolino quando ero piccolo. Come quando QuiQuoQua vanno di corsa a mangiarsi una cosa buona e dicono “A me! A me!”. Anche quella espressione vorrei tanto usarla in qualche contesto. Ma anche così, a casaccio. E infatti ora lo faccio. State a guardare, anzi, a sentire, anzi, a leggere: A me! A me! Ecco. In un solo post mi sono tolto un paio di soddisfazioni. Ah! Che bello avere un blog! Anche se a dire la verità, avendo un po’ chiuso il concetto, mi dispiace non scrivere altro. In quanto ho ancora un po’ di voglia di scrivere. Vediamo… uhm… che ne so… dai, qualcosaltro mi verrà pure in mente, no? Pronto? Cervello, ci sei? Senti cervello, io non piaccio a te e tu non piaci a me, ma per una volta cerchiamo di collaborare, ok? … niente … Se ne sta là, zitto, fermo impalato, non ronza ma ronfa, sonnecchia placido, brutto e gelatinoso, al riparo sotto la mia scatola cranica. Mo gliene canto quattro: senti cervello, ricordati che la scatola cranica è mia! Io sono gentile, ospitale, ok, ma se uno di questi giorni mi girano le palle, mi apro la testa e ti sbatto fuori! Non ne approfittare cribbio! E dimmi qualcosa da scrivere! Stronzo…

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