cronaca astrusa

il 14 settembre la signora G. B., 45 anni per 102 chili di peso, ha da poco finito di stendere il bucato sul terrazzo quando sente qualcosa all’altezza della spalla. ha appena il tempo di girarsi per notare un topolino che, probabilmente caduto dalla grondaia, le sale sul collo. la signora per lo spavento aspira l’aria per cacciare probabilmente un urlo, quando il topo, un po’ per inerzia un po’ per paura, le si infila in bocca. è un attimo e la signora deglutisce. e il topo è inghiottito.
chiamati prontamente i soccorsi, la signora viene trasportata in ospedale dove è sottoposta a cure e controlli. dopo i primi esami i medici non riescono a credere ai loro occhi. il topolino sembra vivo e vegeto nascosto in un’ansa dello stomaco della signora.
a un esame più attento però i medici scoprono anche un tumore nei pressi del “rifugio” che il topo ha ricavato all’interno della pingue signora.
i medici quindi decidono di riunirsi in uno staff per capire come procedere.
intanto il topo, probabilmente in cerca di una via di fuga, consuma a morsi l'accumulo cellulare creatosi all’interno dello stomaco della signora.
i medici decidono quindi di optare per una strategia non invasiva, attendono pazientemente, con la profilassi del caso, che i succhi gastrici facciano il loro lavoro.
effettivamente il topo viene digerito nel giro dei due giorni, ma quando tornano a esaminare il tumore, questo è scomparso.
seppure allibiti i medici sono concordi nel sostenere che l’unica spiegazione plausibile sia che il topo abbia divorato il tumore.
una nuova frontiera per la lotta al cancro?
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