sabato, dicembre 31, 2005

suicide girls


ci sta questo sito dove ci sono ragazze un po' panche che si spogliano tutte nude a pagamento.
questo sito è molto bello e interessante.
proprio sotto un profilo sociologico, culturale, antropologico e tutto il cazzo altro che volete.
mica perché si vede la figa.
no no, non sbagliamo, ragazzi miei. il mio interesse per questo sito è totlamente culturale.
infatti, oltre alla figa, mi piace il culo. e le tette.
in realtà questa battuta che gioca sulla prima parte della parola "cultura" è veramente terribile.
ma qui non si sta parlando di battute.
qui si parla di cultura.
la vera cultura infatti non è quella che si legge sui libri ma quella che si impara per la strada.
e anche questa affermazione mi fa cagare.
ma vista la piega che ha preso questo post, tanto vale andare fino in fondo.
la sublimazione di questo sprofondo sarebbe che ora dicessi "non ci sono più le mezze stagioni".
ma non lo dico. anzi l'ho detto. ma non conta.
insomma, volendo l'uomo ha la capacità di ficcarsi in cul-de-sac anche se scrive da solo in casa in piena autonomia e indipendenza.
ma anche di questo non mi va di parlare.
volevo parlare di questo sito: www.suicidegirls.com
che è veramente una figata.
proprio tutte le donne che mi piacciono a me.
un po' chic e un po' puttane.
un po' donne e un po' bambine.
come diceva alla truccatrice l'art director di una mia amica fotografa.
chissà claudia che cazzo di fine ha fatto.
ogni tanto mi manca.
siamo cresciuti insieme, cazzo.
poi lei è diventata fotografa.
e io astruso.
vabbè, ma questa è un'altra storia.
non c'entra un beneamato cazzo.
ma insomma, che cazzo sto scrivendo a fare questo post se poi non mi va di sviluppare gli spunti?
probabilmente solo perché non ci ho un cazzo da fare stamattina.
non mi va manco di leggere. che pure avrei da leggere.
ma proprio che DOVREI leggere delle cose.
ma proprio non mi va.
vaffanculo.
ah già, stanotte si festeggia san silvestro.
ma che festa del cazzo.
come tutte le feste d'altronde.
rimando al post sul capodanno di progetto ghiaia (www.progettoghiaia.splinder.com) se volete sapere come la penso. è tutto scritto lì, non c'è bisogno che lo ripeto.
il fatto è che la gente si diverte poco.
la sera, dopo cena, invece di divertirsi, si accende la televisione.
è chiaro che poi scoppia a capodanno.
io invece la sera, a parte che a volte non ceno, ma poi in genere mi diverto.
compro casse di rum, per esempio.
poi le butto via.
ma è divertente comprare casse di rum.
mi fa sentire un pirata.

venerdì, dicembre 30, 2005

astruserie assolute - parte 1


il superamento della logica dicotomica comporta l'implicazione, fra due termini retorici, di vari gradi di verità.
la contrapposizione retorica di due fattori antagonisti è imprescindibile ai fini del discorso.
la retorica in generale presuppone che ci siano due fattori antagonisti. e pertanto studia il modo in cui affermarne uno dei due. sostanzialmente la retorica ha una base dicotomica. che resta comunque uno dei sostegni della logica formale comunemente percepita.
al contrario, a un approfondimento emerge la sostanziale fallibilità della logica dicotomica laddove, per esempio, la riflessione converge su macrocosmo o microcosmo.
proseguendo con l'esempio, una grandezza di una certa entità non è percepibile se non ricorrendo a uno sforzo, pressocché estremo, di logica e immaginazione. la verità o falsità di questa grandezza non sarà comprensibile se non attraverso un'approssimazione dei concetti, appunto, di verità e falsità, mancando la possibilità di una verifica empirica della stessa.
una fotografia di un'esplosione stellare, ad esempio, non è altro che una scelta del fotografo stesso di ridurre alle possibilità delle percezioni dell'occhio umano fenomeni altrimenti non rilevabili. la scelta dei colori avviene grazie a una "traduzione" del fenomeno in termini matematici prima, fisici poi, ma che rientrano nei codici comunicativi a disposizione dell'essere umano.
in sostanza, quando si sposta l'asse dell'attenzione da fenomeni vicini e verificabili empiricamente a fenomeni lontani e non verificabili, un tipo di logica formale che superi la dicotomia vero\falso è di grande aiuto.
e questo lo trovo molto astruso.

giovedì, dicembre 29, 2005

porcocane



il mio porco mangia come un cane. lo chiami, e lui educatamente si avvicina trotterellando alla sua ciotola e consuma il suo pasto di carne magra studiato appositamente per lui.
il mio porco mi prende le pantofole e me le porta. fa la cacca e la pipì in appositi quadrati di terreno e fa l'amore con moderazione.
il mio porco fa la guardia e insegue i postini.
il mio porco si accuccia ai miei piedi quando guardo la televisione.
il mio porco corre dietro ai bastoncini se glieli tiro lontani e me li riporta indietro.
il mio porco ha il pedigree.
il mio porco è un porco di razza. mica un bastardino o meticcio, come si dice adesso.
il mio porco come tutti i porci, non ama fare il bagno.
pero' io glielo faccio ogni quattordici giorni, e alla fine lui si rassegna.
il mio porco fa la guardia e quando vede qualcuno avvicinarsi, grugnisce forte.
io mio porco sa quello che fa quando va in cerca di tartufi.
e tutti invidiano il mio porco.
il mio porco, quando mi sarò stufato di avere un porco in casa, diventerà uno stufato.
e me lo mangerò.
cosa che con un cane non fa nessuno. o insomma non fanno in molti.
quindi, mi tiene compagnia, fa la guardia e prima o poi mi sazierà.
è bello avere un porco-cane.

www.legaporcocane.grunf

mercoledì, dicembre 28, 2005

pericoli



facendo due conti, se, come osserva mark twain, il letto è uno dei posti più pericolosi al mondo e se, come in un precedente post ho riportato, secondo una statistica risulta che in gran bretagna più di 13mila persone ogni anno riportano ferite provocate da ortaggi, consumare ortaggi a letto risulta essere altamente pericoloso. forse più che fumarsi una sigaretta.

parole sante - pericoli


"il letto è il posto più pericoloso al mondo. vi muore l'ottanta per cento della gente."
mark twain

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lunedì, dicembre 26, 2005

parole sante - l'età


"quanti anni ho? è ovvio che un uomo, alla mia età, non può averne di più."
ettore petrolini

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sabato, dicembre 24, 2005

sul natale



natale è un momento di passaggio. infatti per le strade passa tanta gente. tutti con dei pacchi in mano. che poi sono una specie di metafora di bagagli che le persone si portano verso l'anno nuovo. quindi sostanzialmente la situazione è questa, a natale la gente si scambia regali per sopportare meglio il tutto. il passaggio. questo mi dice la testa oggi, e questo scrivo.
natale fin da prima di cristo segna un momento di passaggio, un cambiamento.
i regali ce li facciamo alla fine come si mettevano nei sarcofagi dei faraoni degli oggetti che si dovevano portare nell'aldilà.
tutti a fare regali! tieni, ho pensato a questo. tieni, ho pensato a quest'altro.
io alla mia ragazza regalo sempre cocci di vasi rotti.
cioè, vado da un vasaio, compro un vaso qualsiasi, lo rompo e alla mia ragazza le regalo i cocci.
perché lei rompe. e siccome chi rompe paga, e i cocci sono suoi, io faccio prima e le regalo dei cocci così capisce. eccheccazzo! manco a calcetto secondo lei devo andare a giocare. e allora si beccasse quei cocci. poi ci resta male, è vero, ma io so come farmi perdonare. la porto in un club di scambisti. e la scambio con un'altra. poi esco con quest'altra e me ne scappo.
poveretta. a lei la lascio lì. so che farà amicizia con qualcuno, poi magari rimane lì a lavorare.
così almeno impara un mestiere.
intanto io mi metto con quell'altra, tutto va bene per i primi mesi, ma poi quando arriva l'altro natale, le regalo dei cocci.

p.s. ho trovato un'iteressante ipotesi sulla vera natura di babbonatale in www.oltretutto.blogspot.com : a quanto pare è un trafficante d'organi che ogni anno, in cambio dei regali, si prende in cambio un pezzo di fegato.

mercoledì, dicembre 21, 2005

cose dell'altro mondo


l'altro mondo è un posto immaginario.
infatti di mondi non è che sia provato ne esistano altri.
sia che si parli di terra, sia che si parli di universo.
ma questo mi dà lo spunto per qualcosa sulla quale però non mi va di riflettere.
piuttosto forse questo altro mondo esiste.
infatti, se non è provato che esista, non è neanche provato che non esista.
per questo semplice ragionamento ci troviamo di fronte alla possibilità che esista l'altro mondo.
e questa è la più grossa figata del mondo. di questo e di quell'altro.

l'immagine è un'opera di roberto andreoli, che mi ha gentilmente concesso di inserirla nel mio blog. www.andreoli.altervista.org

il sei maggio

Lei fu. Siccome immobile,
dato l’infranto imene,
stette spoglia e memore
orba di tanto pene,
così percossa, attonita
la troia a letto sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale.

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autobiografico - parte 1 - scacchi


a scuola scovai scolare a scuscinarsi scoccandosi anche scacchi.
re, regine, torri, alfieri, cavalli e pedoni.
alt! disse a quel punto un vigile che passava di lì. ma era finto. noneraunverovigile. era uno qualunque travestito da ballerino di merenghe con tre o quattro amici. un compagno di merenghe. ah-ah-ah. (autosarcasmo.)
io allora andai a muso duro dal tipo e gli dissi: "hei, sai dirmi per caso che ore sono". e lui, senza indugiare, mi rispose: "le sei e un quarto".
solo uno sforzo estremo di autocontrollo mi fece evitare di rispondergli con una rima sconcia.
a quel punto lui apprezzò il gesto e insieme ai suoi amici, batté in ritirata.
io orgoglioso tornai agli scacchi e vinsi la partita con un arrocco audace + scacco del barbiere.
che poi sono le uniche cose che mi ricordo degli scacchi. ah! (sospiro.) gli scacchi!
quanti bei ricordi, no? no. ho tutti brutti ricordi legati agli scacchi. prima di tutto perché perdevo sempre, poi perché mi annoiavano a morte. ad una certa punta, una venne da me e mi fa: "sai giocare a scacchi?" e siccome mi piaceva, le risposi "sì!" e cominciai a mietere figure di merda e lei che si incazzava perché non mi concentravo, diceva. in realtà io mi rompevo le palle ma era solo perché lei mi piaceva. c'erano momenti, quando giocavo a scacchi, in cui speravo che da qualche parte spuntasse brusuillis con un mitra e sventagliasse scariche intorno facendo una strage. oppure mi sorprendevo a immaginare scimmiette chi si spulciano. insomma, poi da tutti questi deliri in genere mi risvegliava una sola solita frase: "tocca a te!".
devo ringraziare la mia formidabile, incredibile intelligenza se ora ho deciso di non giocare più a scacchi.

martedì, dicembre 20, 2005

parole sante - oggetti strani


"gli esseri viventi sono oggetti strani."
jacques monod

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lunedì, dicembre 19, 2005

cento polpi di Smazzola - parte 1

caro diario,
come sai, mi trovo male qui a Smazzola. credo di essere sprecata in questo paesino della val di biada, dove niente è come vorrei. e dove nulla sembra soddisfare le mie aspirazioni. e io ne ho molte. oggi per esempio mio padre è tornato dal lavoro con una busta piena di polpi da lessare. mia madre, tutta contenta si è messa subito in cucina a spadellare. allora me ne sono scappata in camera perché niente era come volevo. una volta in camera, mi sono accorta di avere le mie cose... ma no, che hai capito? fammi finire! mica le mie cose in quel senso lì, no! dicevo, mi sono accorta di avere le mie cose tutte in disordine e così ho deciso di rifarmi la stanza. ma mentre stavo con una mano piegando un vestito, con un'altra spolverando la scrivania, ho notato che c'era uno sturalavandini che chissà come era finito sotto una sedia. allora avendo le mani occupate, mi sono piegata e ho cercato di prenderlo con la bocca. purtroppo, mentre ero piegata in avanti, avevo le mani occupate e il manico dello sturalavandini in bocca, è entrata mia madre la quale si è molto arrabbiata.

per natale...

per natale voglio regalare dolci ai bambini, medicine ai vecchi e soldi a quelli in mezzo.
voglio fare tanti bei regali e portare felicità in ogniddove.
voglio incerottare i feriti, rallegrare gli infelici e fare opere buone.
poi voglio accudire i malati, donare il sangue e donare qualche organo.
il tutto a pagamento.

giovedì, dicembre 15, 2005

capperi a colazione


si provi a immaginare un piatto di capperi per colazione invece del caffè.
cioè, in cucina si trova pronto un piatto colmo di capperi in salamoia. con tanto di cucchiaio pulito appoggiato al bordo del piatto.
e c'è uno che già ha iniziato, e ingurgita capperi voracemente, a cucchiaiate abbondanti.
giusto per cominciare bene la giornata.

mercoledì, dicembre 14, 2005


egomei Posted by Picasa

parole sante - quasi


homo homer

"ero quasi svenuto, ma poi non l'ho fatto..."
homer simpson

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martedì, dicembre 13, 2005

reginald e la contessa - ennesima parte

-la contessa gradisce un po' di frusta?-
-anche, reginald...-

lunedì, dicembre 12, 2005

vichinghi


ai tempi dei vichinghi in basilicata non si sa bene che cosa succedesse.
tutti a pensare ai vichinghi, e nessuno alla basilicata.
la cosa che mi colpisce è che nessuno ci pensa mai.
povera basilicata.
grazie a dio, non sono basilicate (no, lucano non mi piace, proprio a livello di desinenza). altrimenti, fossi basilicate, soffrirei molto di più di questa cosa.
anche perché, a pensarci bene, quasi mai nessuno parla della basilicata.
neanche oggi. già è tanto se qualcuno sa che esiste.
io lo so per certo in quanto ci hanno fatto una specie di via crucis in grande stile, con tanto di mel gibson, telecamere, cazzi e mazzi.
ma ciò non toglie che della basilicata non si parla mai.
se per esempio avessi intitolato il post: "basilicata", credo avrebbe perso molto del suo fascino.
e invece l'ho chiamato VICHINGHI! termine reboante, che ancora oggi incute qualcosa.
e a proposito di incutamenti, voglio tornare a parlare della povera, povera basilicata.
io ho deciso che quest'anno passo il capodanno a potenza. anzi no, vabbe', quasi quasi vado a oslo.

oggetti pulsanti non identificati

quando si è fermi ad aspettare, si ottiene spesso il risultato di non muoversi.
quando ci si ferma sulla soglia dell'epressione, si ottiene spesso il risultato di non parlare.
quando si decide di allontanarsi, si ottiene spesso il risutato di non essere vicini.
e chi non parte in verità,
in nessun posto arriverà.

giovedì, dicembre 08, 2005

volgarità

le volgarità vanno evitate.
ma non sempre.
per esempio, molte volte, se ci sono vecchi, è meglio non dire parolacce altrimenti si arrabbiano e ti rimproverano.
se invece ci sono giovani, è meglio dirle così fai la parte del duro e fai bella figura.
quindi insomma metà e metà.
è molto importante valutare bene l'età degli astanti prima di decidere se dire o meno parolacce.
l'ideale sarebbe chiedere sempre prima la carta d'identità a quello con cui stai parlando.
anche perché chiedere l'età a una signora è risaputamente sconveniente.
invece, se si chiede la carta d'identità nessuno può dirti niente.
ma insomma, dico io, possibile che devo perdere il mio tempo a impararvi la buona educazzione?
meno male che sono bravo in italiano. almeno. visto che la matematica proprio non la capisco.
che poi, a che serve la matematica? la matematica non serve a un cazzo. l'italiano invece si che serve. serve a farsi capire a farsi comprendere. mentre invece la matematica mica serve a farti capire. se uno ti chiede che ora è, per esempio, mica gli rispondi con una radice quadrata! cribbio!
insomma, sono cose scontate queste. non è che devo perdere tempo ed energia a scriverle in un blog. che cavolo! vorrei parlare di altro, tipo poesia, teatro, cinema, figa, arte.
e invece no, devo partire dall'abc!
ma insomma... che tempi, che more!