Tutti hanno avuto o hanno (o avranno, per non escludere nulla) una Zia Merda.
In genere è sposata con Zio Cazzo. E insieme formano una formidabile coppia di rompicoglioni. Uno a testa.
Zio Cazzo e Zia Merda sono dei criminali.
La mattina appena alzati, già pensano quali vittime colpire e con che armi. Programmano tutto con calma e lungimiranza. In modo tale da farsi trovare pronti alla prossima riunione di famiglia, pranzo o cena, prima colazione o merenda che sia.
Resta un mistero la ragione di questo loro comportamento. E questo è l’aspetto forse più inquietante e interessante di tutta la faccenda. Si azzarderanno qui alcune ipotesi, a metà di questo resoconto. Che durerà ancora poche righe.
La tattica di Zio Cazzo e Zia Merda prevede prima di ogni cosa la fase dell’avvicinamento: essi si avvicinano alla preda di soppiatto, in genere dopo averla attirata con un’esca. L’esca in genere consiste in una lusinga, che porta la preda ad abbassare la guardia. Si tratta in genere di una lusinga ben calibrata, gratificante ma non troppo, che porta la preda a sperare, immaginare, che altre e ben più gratificanti lusinghe seguiranno a quella. Tipica osservazione, in questo senso, è quella sul peso. In genere è la Zia Merda a fare il primo passo, facendo un complimento alla preda sulla sua forma fisica, dicendosi sicura di aver notato un dimagrimento.
A questa fase segue poi quella dello sbocconcellamento e\o rosicchiamento. I due infami fanno insomma dei piccoli assaggi, prima del fiero pasto finale. Come per caso Zia Merda comincia a chiederti piccoli dettagli su lavoro, vacanze e amore. Sa bene, Zia Merda, che in una di queste tre categorie troverà una falla, una sorta di radura ove adagiare il plaid per il suo pic-nic osceno.
Le domande sulle vacanze non sono da sottovalutare. Si tratta infatti di una delle domande più strategiche. Porta infatti Zia Merda a sapere, per esempio, che non puoi permetterti una vacanza alle Maldive, che non hai una donna (o un uomo) con cui andare in vacanza; che sul lavoro sei l’ultima ruota del carro visto che andrai in ferie dal primo al 20 di ottobre. Insomma, è una domanda apparentemente innocua ma che in realtà nasconde una serie di insidie di cui le tre citate sono solo una piccola parte. Il ruolo di zio Cazzo, in tutto questo, consiste nell’intervenire nella discussione di tanto in tanto, con battute pesanti e in apparenza goliardiche, sotto la protezione dell’ebbrezza, quasi che “fra uomini ci si intende” o, se sei donna, quasi che “sei mia nipote, e di sicuro se faccio qualche apprezzamento pesante, non penserai che io…”. (Pensalo. Tuo zio ti vuole scopare.)
Insomma, Zio Cazzo e Zia Merda raggiungono il loro obiettivo quando, non essendo la preda riuscita a ergere in tempo delle barriere difensive, la preda stessa da' sfogo a tutte le sue insicurezze, timori, dubbi eccetera. D’altra parte sono i tuoi zii. Persona a cui fin ti hanno insegnato di poter consegnare il tuo cuore. Certo, non li vedi né li senti da un anno, ma che c’entra? (C’entra eccome. Ricordatelo.) Zio Cazzo e Zia Merda si nutrono di te. Si nutrono della tua confidenza, delle tue tensioni, delle tue insicurezze. Alla fine del loro interrogatorio, che insisterà, una volta individuati, sui punti deboli (soldi, lavoro o amore), ti sentirai svuotato, demotivato, prossimo al collasso, preda di un sentimento di vacuità esistenziale che si traduce in una voce mentale che ti dice “tutto è inutile”. In genere ci si riprende, da questi attacchi, nel giro di uno o due giorni. Anche se le loro voci torneranno a picchiettarti (voce del verbo “picchiettare”) nel cervello nei momenti peggiori o migliori della tua vita: nei momenti peggiori contribuiranno a farti sentire una merda; nei momenti migliori saranno freno all’entusiasmo e fonte di dubbi e perplessità. Comunque c’è da dire che, come dicevo, in genere da questi attacchi ci si riprende e si va avanti. Purtroppo però si registrano casi in cui questi attacchi si sono rivelati fatali. È il caso di quel vostro cugino figlio unico, senza un amico che sia uno, sempre sudato, che canta in chiesa. Sì, lui. A parte le funzioni vitali vegetative, egli è morto Di una morte lenta e dolorosa. Vittima di numerosi attacchi, vittima della voracità di Zio Cazzo e Zia Merda.
II. Zio Cazzo e Zia Merda: due serial killer o due cacciatori affamati?
Quali siano i motivi che spingono Zio Cazzo e Zia Merda a fare tutto questo resta un mistero. Si possono azzardare solo alcune ipotesi.
Nel romanzo “Grandi Speranze”, di Charles Dickens, Pip, il protagonista, quando inaspettatamente si trova in possesso di una forte somma di denaro, si vede all’improvviso circondato da parenti che sostengono di averlo “tirato su per mano”. Di essere stati insomma pedine fondamentali della sua formazione. Il fatto è che Pip, fino ad allora, era trattato malissimo dai parenti, considerato un inetto, un negletto, un reietto. Ma dopo quel momento, dopo cioè essere venuto in possesso di quella somma di denaro, proprio quei comportamenti infami venivano usati dai parenti a conferma della loro “cura”, testimonianza insomma dei loro intenti educativi. Cazzate, ovviamente. Zio Cazzo e Zia Merda non ti vogliono bene. Vogliono solo pararsi il culo: se nella vita qualcosa ti andrà storto, potranno dire: “l’avevo detto io!”; viceversa, se qualcosa ti andrà per il verso giusto, diranno: “l’ho tirato su per mano”.
Eppure non basta… No, non basta questo a giustificare tanta cattiveria e accanimento. In realtà, sembra che Zio Cazzo e Zia Merda GODONO nel fare quello che fanno. Se ne nutrono. È un nutrimento violento, predatorio, dovuto a una fame misteriosa, arcana. Quasi necessitino come l’aria di sensazioni, una fame di sensazioni dovuta a lunghi momenti di noia colpevole. Spesso Zio Cazzo e Zia Merda sono persone che hanno fatto scelte precise nella vite. Scelte che se da un lato li hanno messi al sicuro da una serie di pericoli economici, morali e sociali, dall’altro li hanno relegati in una prigione di noia mortale. E per non soccombere, devono nutrirsi delle vite degli altri. Vite giovani, pulsanti, ricche di sostanze proteiche.
III. Zio Cazzo e Zia Merda: come difendersi?
Esiste un modo per difendersi dagli attacchi di Zio Cazzo e Zia Merda? Sì. E non è poi tanto difficile. La parte difficile è riconoscere un attacco e accettarlo.
Finora ho cercato, nel modo più chiaro e incisivo che mi è concesso dalle mie capacità espositive, di fornire elementi idonei a identificare un attacco. Ma altra cosa è accettarlo. Sono tuoi zii. Persone a cui fin da piccolo ti hanno insegnato di poter consegnare il tuo cuore, la tua anima. Accettare, se sei donna, che tuo zio ti vuole scopare non è facile. Ma se non vuoi soccombere, devi farlo. Non devi farti scrupoli, né sentirti in colpa: devi accettare il fatto che Zio Cazzo ti vuole scopare e Zia Merda ti vuole mangiare. Con lucidità e freddezza. Una volta fatto questo, riconosciuto e accettato l’attacco, ormai il più è fatto, direi nell’ordine del 90 %. Ma resta un dieci per cento di possibilità che Zio Cazzo e Zia Merda possano ancora cibarsi di te. Sì, lo so, la sto tirando per le lunghe. Ma sto per darvi la soluzione, gratis. Una soluzione che probabilmente vi salverà la vita, sicuramente ve la migliorerà. E tutto questo mi è costato la fatica di scrivere ed esprimermi nel modo migliore che mi è concesso dalle mie capacità. Come ho già detto, mi pare (vedete? Ho speso, e mi restano pochi spiccioli). Insomma, ho fatto tutto questo per voi, concedetemi un po’ di soddisfazione e divertimento. E se state ancora leggendo, me li avete concessi, e vi ringrazio.
Quindi, senza indugio, veniamo alla soluzione. Dagli attacchi di Zio Cazzo e Zia Merda ci si difende in un solo modo: raccontando enormi, fantastiche, grandiose, formidabili PALLE. Raccontante palle enormi, fantastiche, grandiose, formidabili, e sarete salvi.
Riconosciuto e accettato l’attacco, non pensate di cavarvela facendo il loro stesso gioco o usando altre tecniche raffinate e sofisticate: avete davanti dei professionisti, non degli Zii Merda della domenica. Voi non siete professionisti. E gli attacchi sono sempre ben congegnati, con i tempi e i modi giusti. Ad attacchi così ben congegnati, programmati, non potete pensare di rispondere imbastendo una difesa altrettanto ben congegnata e programmata. Non avete il tempo per imbastirne una. L’unica cosa che vi rimane da fare è sparargli addosso una pioggia di cazzate. Palle da cannone. Facciamo qualche esempio: dove andate in vacanza l’estate prossima? Su Marte! È un po’ dispendioso, certo, ma vuoi mettere? No, non sto esagerando, rispondere esattamente così può essere realmente una buona idea. Rispondete “su Marte”, e argomentate seriamente e con fantasia. Comunque, se proprio Marte non vi piace, qualunque posto esotico e costosissimo andrà bene. Seychelles, Hawaii, Nuova Zelanda, Polo Sud, tutti posti in cui, per un motivo o per un altro, andarci costa un sacco, e rimanerci qualche giorno altrettanto. Mai posti in cui notoriamente “costa molto il viaggio ma poi lì si spende poco”. Tipo Messico, Cuba, Thailandia eccetera. Devono essere posti costosi, sotto tutti i punti di vista. Marte è l’ideale, ma se proprio non vi piace, ce ne sono molti con quelle caratteristiche fra cui scegliere.
Domande sul lavoro. Come va con il tuo capo? Risposta: quale capo? Sono io il capo, e sopra di me non c’è nessuno. Quando ti danno le ferie? Risposta: veramente sono io che decido quando dare le ferie e a chi. E l’amore? Sono fidanzato con la figlia fotomodella cattolica di un miliardario; ovvero: sono fidanzata con un Lord inglese che si occupa di beneficenza. Non vi ponete limiti, avete davanti tutto lo scibile umano per inventarvi storie favolose e ottative in massimo grado. E raccontatele a cuor leggero. Senza indugi o sensi di colpa. Difficilmente andranno a verificare la verità di quello che direte, perché in realtà non gliene fotte niente. Se non sono riusciti a nutrirsi. Sarebbe come se un leone, che si è fatto sfuggire una preda, mettiamo un impala, decidesse poi di girare un documentario sugli impala. Già sarebbe difficile per un leone girare un documentario. Figuriamoci sugli impala.
Bene, questa mia piccola dissertazione finisce qui. E in realtà un po’ mi dispiace. Mi stava piacendo parlare con voi. Perché sono sicuro di aver parlato ai cuori che come il mio hanno sofferto gli attacchi di Zio Cazzo e di Zia Merda. E se stai ancora leggendo, hai il mio stesso cuore. E io ti amo.
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