sabato, luglio 29, 2006

intervallo - casalmare di astrosio: ingresso giardino


plin, plon plin plon, plon plin plon, plon plin plon ecc...

mercoledì, luglio 26, 2006

buferaaaaaaaaaa


tetti di giambellino, cinque minuti fa.

Etichette:

i vecchi alti


se c'è una cosa che non sopporto, insieme alle altre che non sto qui ad elencare, sono i vecchi alti.
io non sono alto, ma in genere sono più alto dei vecchi.
quando però mi capita un vecchio più alto di me, mi incazzo come una bestia.
mi verrebbe da dirgli: è inutile che fai tanto il figo perché sei più alto di me, tanto sempre vecchio rimani.
ma quello mi guarderebbe negli occhi e mi direbbe: quando sarai vecchio sarai ancora più basso.
e questo mi trattiene dal presentarmicisi e cantargliene quattro.
ma quando li vedo mi assale una rabbia incredibile.
che trattengo a stento.
maledetti...

martedì, luglio 25, 2006

la credenza (di legno)


essì, dopodomani parto. sto smaltendo le scorte... mi è rimasto poco, e quello che e' rimasto grosso modo è guasto. sto pensando di mandarlo ai negri. ma non so.

il drago e il telefono



no, niente, è che il drago si lamentava che il telefono era invadente. e allora io ho tolto il telefono. e ora si lamenta perché si sente solo. è un rompicoglioni. da quando l'ho tolto dalla scrivania per fare posto alla stampante, sta sempre a lamentarsi... che palle... mi sa che gli faccio fare la stessa fine di stronzo... così impara... anche se mi ha prestato il corpo quando ne ho avuto bisogno... vabbè, cercherò di essere paziente.

lunedì, luglio 24, 2006

interludio





interludio è un po' come intervallo.
solo che interludio fa più figo.
cioè è sempre una pausa, ma invece di chiamarla come un noiosissimo ex programma televisivo, la chiami come una roba musicale.
insomma, uno può scegliere.
dipende dai gusti. come sempre. anche se è un po' una stronzata, questa dei gusti, in quanto i gusti saranno gusti ma è pur vero che il cane ama leccarsi il cazzo.
il cane è una bestia e non c'entra, però era giusto per fare un esempio.
insomma, tutto questo per dire che da giovedì questo blog andrà un po' in vacanza. come me. e siccome io sono quello che scrive questo blog. anche il blog andrà in vacanza.
no, quel punto non è un errore di stampa, è una cosa sovversiva.
tornando alla pausa, alla vacanza, potrebbe anche darsi di no. in quanto magari una mattina mi sveglio nella mia cameretta della casa al mare e aggiorno il blog. di sicuro metterò delle foto delle vacanze. quindi ho scritto un po' una stronzata. perché probabilmente non è assolutamente vero che questo blog andrà in vacanza. io sì, ma il blog no. però chissà, può anche darsi.
come al solito sto contorcendo i concetti.
spesso quando scrivo e quando parlo faccio due passi avanti e uno indietro.
insomma procedo come quegli incappucciati delle processioni del venerdì santo terrone, che fanno due passi avanti e uno indietro, appunto.
ma forse no. o forse tutte e due le cose contemporaneamente. sì e no.
che poi tutti a dire la logica dicotomica di qua, la logica dicotomica di là, però poi non è che si fanno problemi a usare espressioni tipo "siennò" o "piùomeno".
roba da matti...

domenica, luglio 23, 2006

sigarette sigarette sigarette


sì, certo, puoi fumare...

la libbreria


prego da questa parte... sì, quella è la mia libbreria. sì... se vuoi... guarda pure...

sabato, luglio 22, 2006

intervallo - casa di astrosio: scrivania


plin, plon plin plooon - plon plin plon, plon plin plon...

venerdì, luglio 21, 2006

una signora molto accorta


c'era una signora molto accorta che si chiamava refatta di cognome, e di nome ester.
era sempre pronta a scandalizzarsi per tutto e a stupirsi di tutto.
vedeva una ragazza in minigonna? lei diceva:"sono esterrefatta"
vedeva un piccione che svolazzava sulla piazza? lei diceva: "che bella la natura! sono esterrefatta!"
vedeva qualcuno che faceva qualcosa? lei sempre pronta a stupirsi o a scandalizzarsi.
infatti un giorno uno le chiese: "ma insomma signora, è possibile che si stupisce o si scandalizza per qualsiasi cosa?"
e lei: "ma che dice? sono esterrefatta!"
...
(n.d.r ehm...)

ugone e mortadello e emiliana


ugone e mortadello crebbero. e diventarono praticamente amici inseparabili. ugone rimase sempre deficiente, intendiamoci: non è che poteva diventare meno deficiente.
solo che siccome praticamente mortadello era l'unico che lo capiva, allora lo proteggeva e lo difendeva.
mortadello in realtà era piuttosto gracile di costituzione, ugone invece era un gigante.
quindi, se ugone aveva bisogno di cervello, interveniva mortadello; se invece mortadello aveva bisogno di muscoli, interveniva ugone.
l'unico problema fra i due era che certe volte ugone cercava di mordere mortadello convinto com'era che fosse fatto di mortadella. insomma, mortadello doveva sempre avere qualche fetta di mortadella a portata di mano, altrimenti rischiava di brutto.
un giorno, mentre camminavano per strada, incontrarono una prostituta giovane e bella.
la prostituta si chiamava emiliana.
con l'intuito tipico delle prostitute, quando li vide, capì subito che erano un po' a corto di esperienze. propose loro un'iniziazione piuttosto economica, visto che a pelle quei due gli stavano simpatici.
i tre rimasero a letto dopo il sesso, e parlando parlando, diventarono amici.
così ugone, mortadello e emiliana, formarono un trio di amici molto discussi ma anche molto invidiati.
emiliana lasciò la prostituzione e aprirono un'agenzia investigativa.
diventarono tre investigatori privati e vissero numerose e mirabolanti avventure, sfruttando le loro capacità: ugone la forza, mortadello l'intelligenza, emiliana la seduzione.
e vissero molto più felici e contenti di tanti altri che avevano un'intelligenza normale, che avevano un nome normale, che avevano fatto in passato lavori rispettabili.

giovedì, luglio 20, 2006

mortadello


siccome volevano fare gli alternativi, chiamarono il figlio mortadello.
mortadello a scuola veniva molto preso in giro dai compagnetti in quanto si chiamava come un affettato.
il problema è che fra i suoi compagni c'era un compagno un po' disabile (cioè andicappato), che si chiamava ugone, che era grande e grosso e deficiente, e arrivava sempre a scuola con un panino vuoto e si voleva mangiare mortadello quando arrivava la ricreazione.
mortadello allora era costretto a dargli delle fette di mortadella ogni giorno facendo finta che se le tagliava da un braccio. e gliele metteva nel panino e così ugone era felice. e diventò suo grande amico.

libri utili


sicuramente molti hanno letto dei libri in vita loro.
il libro è un oggetto composto da una copertina e delle pagine.
dentro ci sono scritte cose.
uno le legge e si diverte, impara, si irrita, si commuove e altro.
poi ci sono dei libri che invece non servono a essere letti ma a fare da puntello per mobili che zoppicano. io voglio inventare la prima collana di libri per mobili che zoppicano. ma dentro non devono essere bianchi. dentro ci devono essere scritte cose tipo agkjfkgaslaòljgjòjfsahvzvz.xcvnxz.,v.,x.
questo perché è più divertente mettere dentro al libro tante lettere.
ovviamente, devono essere stampati su misura. nel senso che le dimensioni e il colore si andranno ad adattare alle esigenze del mobile. quindi, per esempio per un mobile piccolo e di colore blu cobalto, ci sarà il libro piccolo e blu cobalto.
mentre per una sedia, per esempio, verdognola e di dimensioni normali, ci sarà il libro verdognolo e di dimensioni normali.
poi farò un'altra collana di libri per uccidere blatte e zanzare. con la copertina lavabile e il dorsino ergonomico. ovviamente, per ambienti grandi, il libro potrà essere anche tipo lievemente storto, modello boomerang, o rotondo modello frisbi.
(ultimamente sono molto preso da boomerang e frisbi. )

reginald e la contessa - ennesima parte

- reginald, in queste foto non sei venuto bene...-
- ero in lieve imbarazzo, signora contessa...-

mercoledì, luglio 19, 2006

i prestigiatori


voglio dire, noi ormai diamo per scontato che un coniglio debba stare in un cilindro.
ma il primo prestigiatore a cui è venuta questa idea di certo era un grande astruso.
per diana, perché mai un coniglio dovrebbe stare in un cilindro?
e così vale per tutta l'astruseria, una volta che il primo eroe fa passare nell'abitudine un'idea astrusa, la stessa idea diviene di dominio pubblico e si dà per scontata.
potrei fare molti altri esempi, ma come alcuni di voi avranno già immaginato, non sono il tipo che si dilunga e giustifica più di tanto le sue affermazioni. un po' per carattere, un po' per principio. certo, non pretendo che poi mi si dia ragione, che tutti siano d'accordo con me, ma di certo non mi dilungo e non mi sforzo di giustificare, argomentare eccetera. come ho già a lungo spiegato altrove, sempre su questo blog.
comunque, onore ai prestigiatori, paladini dell'astruseria!!!

martedì, luglio 18, 2006

humor nero (o quasi)


ci sono quelli che da piccoli volevano fare il muratore, il pirata, l'astroanuta.
ci sono quelli che da piccoli volevano fare il gelataio, il dottore, il pittore.
ci sono quelli che da piccoli volevano fare il soldato, il verduraio, il mignottaro.
ci sono quelli che da piccoli volevano fare il parrucchiere, il ballerino, lo stilista.
ci sono quelli che da piccoli volevano fare il gioielliere, il saltimbanco, il carabiniere.
ci sono quelli che da piccoli volevano fare il portiere, il centravanti, il difensore.
ma alcuni di questi da grandi non hanno fatto un cazzo perché sono morti.
BUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!

il tempo delle mele


uno non può dire, secondo la maggioranza degli esseri pensanti, questa cosa: "un tempo, quando ero meno giovane di adesso..." eccetera.
io ovviamente non sono d'accordo. perché secondo me uno può dirlo, anzi, assicuro chiunque che se lo dice non gli capita niente di brutto. o meglio, magari gli può capitare qualcosa di brutto, ma non dipenderà dall'aver detto quella cosa.
teoricamente, siccome uno più passa il tempo più invecchia, non può diventare "meno giovane di adesso". perché gli anni passano e siccome per convenzione uno più anni ha e più viene considerato "grande" o "vecchio", allora quell'espressione lì dovrebbe non avere senso.
tagliando fuori tutte le menate sul fatto che mentalmente si può ringiovanire, o si può ringiovanire nell'anima, tutte queste stronzate degne di decapitazione, pena di morte e tortura dolorosa e lunga, affrontiamo il problema per vedere se c'è una via d'uscita.
uh?
ho detto "affrontiamo", mica ho detto "ora affronterò il problema".
non ho determinato un arco temporale né ho fissato una scadenza.
se siete tanto rigorosi da dire che non ha senso dire "un tempo, quando ero meno giovane di adesso", allora siatelo anche in questa occasione.
io pongo il problema.
posso anche dire che uno se vuole può ringiovanire con il passare del tempo. proprio ringiovanire. avere meno anni, insomma. non le stronzate di cui sopra. proprio avere meno anni e meno acciacchi. secondo me è possibile.
ma non voglio dirvi perché anche perché il perché probabilmente non lo so e non mi interessa saperlo. passo solo il tempo. e cerco di pensare a cose piacevoli. voi se volete pensate pure che invecchiate e non c'è scampo. io no. che cazzo me ne frega? mica devo dare conto a qualcuno!
vogliamo litigare?

lunedì, luglio 17, 2006

abbraccio boomerang


ho elaborato una nuova forma di abbraccio che voglio tributare a tutti i miei amici lettori del mio blog e non, cioè amici non lettori del mio blog, e lettori del mio blog non amici. cioè quasi tutti.
l'abbraccio suddetto è l'abbraccio boomerang, e funziona così: tu lo vedi arrivare, pensi sia per te, invece tira dritto, e quando ormai pensi di essertelo perso, torna indietro e ti prende alle spalle.
ecco. questo è l'abbraccio boomerang. e ovviamente tutti i diritti sono riservati. chiunque voglia ricorrervi deve pagarmi una birra. anzi due.

domenica, luglio 16, 2006

parole sante - figli di puttana


Quello che Darwin per delicatezza non ha voluto dire, amici miei, è che se siamo diventati i padroni del mondo non è stato perché siamo i più intelligenti o nemmeno i più crudeli, ma perché siamo sempre stati i più pazzi e sanguinari figli di puttana della giungla.

da Cell di Stephen King

sabato, luglio 15, 2006

aggiornamento

se a qualcuno può fregare qualcosa, ho aggiornato il post sull'assioma.
quello del 4 luglio 2006.
così non ci si sbaglia.
BUAHAHAHAHAHAHAHAHA!

giovedì, luglio 13, 2006

profondità



mentre ruttavo circa due ore fa ho fatto un pensiero lungo un rutto.
mi è balenato all'improvviso nella mente, ed è durato quanto dura un rutto non professionistico.
cioè proprio un rutto.
questo problema della durata del pensiero mi sembra più importante del contenuto del pensiero stesso.
anche perché non me lo ricordo.

le case



la per-cezione è diversa dalla divisi-one. così come una pelliccia di-visone nulla ha a che fare con quattro fratto due.
questo nella realtà sensibile delle cose. ma nella realtà sensibile delle case potrebbe essere del tutto indifferente avere a che fare con una divisi-one o con una pelliccia di-visone.
mi spiego: potrebbe ben darsi che in una casa c'è un bambino che fa i compiti e fa le divisioni, e che la mamma di questo bambino abbia una pelliccia di-visone.
probabilmente non cambierebbe molto per quella casa.
ma potrebbe anche essere il contrario. anche perché noi non siamo case, bensì persone.
quindi di quello che pensano le case sappiamo poco o nulla. e quel poco che sappiamo potrebbe essere solo frutto della nostra proiezione mimetica.
effettivamente le case sono oggetti di grande interesse per un'osservazione astrusa.
nelle case si raccolgono gli odori, le sensazioni e i ricordi del passato.
certe volte anche se non ci siamo mai entrati in una casa, entrando avvertiamo tante cose.
quindi, non è detto che quanto ho sopra affermato sia vero.
può essere anche che le case hanno un'anima. odiano le divisioni, per esempio. o sono animaliste e non gradiscono che la mamma del bambino di cui sopra abbia una pelliccia di visone.
credo che sia un argomento su cui riflettere.
non troppo però.
in quanto alcuni sostengono che questo tipo di riflessioni siano robe da pazzi.
cioé che solo i pazzi fanno questo tipo di riflessioni.
siccome io le faccio, sillogisticamente, dovrei annoverarmi fra i pazzi.
ma siccome io al sillogismo credo solo al 60% credo di avere un 40% di possibilità di non essere pazzo.
ma questo è tutto da dimostrare.
e per dimostrare dovrei ricorrere a un teorema.
ma per ricorrere a un teorema dovrei partire da un assioma.
e siccome io non credo agli assiomi al 100%, reputo del tutto oziosa la questione testé individuata e descritta.
per finire questo lungo, noioso e sconclusionato post (tre qualità che io reputo degne del massimo rispetto)... per finire questo post, dicevo, non so assolutamente che dire. come concluderlo. anche perché.

martedì, luglio 11, 2006

parole sante - cambiamenti


- Un esploratore non è tale perché ha seguito dei corsi. Lo è per natura: metà acrobata, metà scienziato, metà furfante, metà...
- Mi pare ci siano troppe metà.
- Non fa niente. Un esploratore è un uomo che ama i cambiamenti.

da TSCHAI di Jack Vance

Etichette:

sabato, luglio 08, 2006

il paradosso dell' assioma


l'assioma è il punto da cui partono tutti i teoremi.
scendendo, siccome si dà per assodato che quell'assioma sia vero, tutte le conseguenze sarebbero false se l'assioma fosse falso.
risalendo, per essere certi che l'assioma sia vero, bisognerebbe dimostrarlo, ma se si dimostrasse l'assioma, non sarebbe più tale.
in realtà qui sorge un altro problema, cioè il fatto che l’assioma, oltre che indimostrabile, è vero per definizione.
ma non ha senso usare le regole del rigore logico per un teorema se poi quelle regole non valgono per il punto da cui parte il teorema stesso.
e si torna a dire che se si dimostrasse anche l'assioma, non sarebbe più tale.
pertanto, se la regola che sottende alla ontologica del teorema è quella della dimostrabilità, e se per "vero" si intende il dimostrato e il dimostrabile, e per "falso" l'indimostrato e l'indimostrabile, l’ipotesi che un teorema sia vero in quanto dimostrato non regge in quanto parte da un presupposto, l'assioma, vero in quanto indimostrato e indimostrabile.
pertanto, scendendo di nuovo, tutti i teoremi sono falsi.
e quindi, risalendo ancora, la verità dell’assioma dimostra la falsità del tutto.
oppure, rimanendo su un piano orizzontale, tutto è vero ancorché indimostrabile.
io sono per questa seconda ipotesi.

venerdì, luglio 07, 2006

la ignoranza



se c'è una cosa che non capisco della società contemporanea è perché tutti se la prendono con la ignoranza.
tutti a dire "la cultura, la cultura, oh, quanto è bella la cultura".
e la ignoranza?
dove la mettiamo la ignoranza?
io personalmente la ignoranza la capisco e la rispetto.
per esempio la ignoranza permette di vivere la vita come viene.
non so il latino? sti cazzi.
non so le scienze? sti cazzi.
non vado a comprarmi quintali di libri arricchendo autori scrausi? sti cazzi.
mi scopo le infermiere, mi mangio tutto quello che voglio e gioco alla pleistacio.
mi piacciono la trippa e la birra. e il vino me lo puoi dare pure sofisticato tanto me lo bevo lo stesso.
e chi mi ammazza?
invece quelli che leggono tanto e sanno di matematica, scienze e latino, spesso sono cagionevoli.
magri.
ci hanno la gastrite se poco poco il cibo che mangiano non è super genuino.
e avvolte impazziscono per il troppo studio.
oppure gli viene la gobba.
e vaffanculo. portano pure sfiga.
mentre la ignoranza porta una serie di vantaggi.
ovviamente ho esagerato, ma solo per evidenziare come la ignoranza abbia i suoi pregi e non meriti tutto questo dileggio.

p.s. che poi, chi potevano mettere a rappresentare la ignoranza se non il ciuccio, che è un animale che a me piace un frego?!?!

la ragione


non sempre la ragione è dei fessi.
infatti, io ho sempre ragione. su tutto. e io non sono un fesso.
ho ragione sulla politica, sullo sport, sull'amore, sul lavoro e chi più ne ha più ne metta. questo perché vivendo in una dimensione astrusa, nessuno può sapere meglio di me se ho ragione o se ho torto. questo non può essere oggetto di dubbio.
io me ne intendo di vini, quadri e antiquariato. per quanto riguarda la parte di astruseria immanente negli oggetti di cui sopra.
sono un degustatore di hamburger.
per esempio.
infatti, per quanto spesso il volgo ignorante faccia ironia sul fatto che gli hamburger di mecdonald hanno tutti lo stesso sapore, io posso sfidando chiunque, dimostrare che dipende dalle annate.
infatti un hamburger di mecdonald negli anni ottanta aveva un sapore diverso di un hamburger di mecdonald degli anni novanta. l'annata migliore fu il 1991, quando le cipolle, grazie alla scarsa pioggia di quell'anno, vennero su molto più saporite. non solo, il bovino tailandese usato per il trito, quell'anno fu... no, dai, sto scrivendo cazzate che non fanno ridere e non so dove andare a parare.

giovedì, luglio 06, 2006

in fondo al mar...



essendo nato in fondo al mare, sono abituato a certe cose.
tipo a vedere gli anemoni che danzano con la corrente al suono delle eliche dei motoscafi che sottacqua fanno bzzzzzzzzzzzz.
poi ci sono un mucchio di creature astruse, in fondo al mare. tu ti immergi pensando di sapere tutto dei pesci eccetera. invece poi scopri tipo qualcosa che non sai come classificare. e a volte te ne scappi anche. quando la creatura è di molto astrusa.
tipo una volta vidi una specie di legnetto nero. mi avvicinai a toccarlo e quello tira fuori le ali, le pinne e se ne scappa. era un'oloturia.
ma sono abituato anche a vedere i pesci che sembrano enormi, ma se poi li peschi e li tiri fuori dall'acqua sono piu' piccoli, cioé, non proprio piccoli... normali...
ehm...
ma anche vedere una donna nuda sottacqua è molto bello.
soprattutto perché le donne sottacqua si spogliano più facilmente, ritenendosi coperte appunto dall'acqua.
per esempio, se vuoi staccare il reggiseno a un'amica, e vuoi essere sicuro che non si incazzi più di tanto, è buona abitudine staccarglielo quando è coperta dall'acqua fino al collo. potresti avere, allora, delle sorprese inaspettate, tipo che lei sorride e coglie l'occasione per toglierselo e farsi una nuotata con le tette libere.
ma questo è solo uno dei milioni di vantaggi di stare con una donna in mare.
perché ce ne sono tanti.
poi in fondo al mare puoi mangiare.
tipo i ricci.
che sono buonissimi.
insomma, in fondo al mare puoi fare tutto. anche tipo la pipì.
in casi estremi anche la cacca, con bidè immediato.
l'importante è essere abbastanza lontani dalla costa.
altrimenti si rischiano brutte figure.
alla fine non avrebbe senso fare un albergo in fondo al mare perché "in fondo al mare" è già un albergo.
gratis.

p.s. nell'immagine si può ammirare un' oloturia, che a volte sembra un legnetto, altre volte...

mercoledì, luglio 05, 2006

orzoraiolo


l'ozoraiolo è un prodotto che si può mettere nel latte la mattina ma bisogna fare ben attenzione a non metterselo in un occhio altrimenti è molto fasitidioso.

(si ringrazia niccolò-i&i per lo spunto offerto)

martedì, luglio 04, 2006

cose astruse / cose non astruse



ecco un elenco di cose astruse e cose non astruse.

cose astruse:

1) il buon senso
2) il brodovegetale
3) i vegetariani
4) i samaritani
5) gli elenchi
6) i carmelitani scalzi
7) gli occhiali da sole
8) ...

STOP!
non ha senso questo elenco.
infatti, si dà una cosa che può sembrare poco astrusa, come il buon senso, che però, a pensarci bene, una volta assodato che è una stronzata, diventa automaticamente astrusa in quanto cosa immaginaria in cui la gente ripone fiducia.
stesso dicasi per il brodovegetale, che a prima vista può sembrare il massimo dell'ordinario, ma a ben pensarci diventa astruso non appena si pensa ai contesti in cui si consuma tale pietanza. contesti assolutamente in contrasto con ogni tipo di cerimonialità, lusso, festa e così via. insomma, se alla vigilia di natale può capitare che qualche sciagurato per tradizione proponga tortellini in brodo di carne, è difficile invece che ti proponga un brodovegetale tipo se ti invita a cena o se fa una festa. (difficile, non impossibile!)
e, procedendo random, arriviamo ai carmelitani scalzi. che entrano di diritto fra le cose astruse per il loro nome. per il resto io non so un cazzo dei carmelitani scalzi. posso intuire che camminano senza scarpe. ma magari manco quello, bu, che cazzo ne so.
e gli occhiali da sole? cos'hanno di astruso gli occhiali da sole? gli occhiali da sole sono pezzi di vetro che ci mettiamo sugli occhi a causa di una stella. insomma, sono una di quelle cose che a pensarci bene ci fanno capire quanto le stelle condizionano la nostra vita anche se non ci pensiamo.
e le stelle sono di molto astruse.
come più volte ho detto di pensare. e lo penso veramente.
insomma, non ha senso dire questo è astruso e questo no. perché l'astruseria è immanente. si trova dappertutto, se la si cerca.
se non la cerchi, bon, rimani bruto.
stronzo.

sabato, luglio 01, 2006

attenzione



questi due sono due attori, e non due veri ladri. anzi, uno è attore e regista, e l'altro, prima era solo un attore, ora è anche un regista. le immagini sono solo di un film e, per quanto realistiche, frutto di messa in scena.
i due soggetti qui rappresentati non costituiscono un pericolo