venerdì, ottobre 31, 2008

allouin

oggi e' allouin. ma perche' festeggiare una festa che non ci appartiene e blablabbla e sbroc sbroc*. ma lo sai tu, o nemico di allouin, che babbo natale e' stato inventato dalla coca cola? la coca cola non e' una multinazionale cattiva e sbroc sbroc*? ma perche' la gente si deve martellare da sola i coglioni? questo mi chiedo. ammesso e non concesso che allouin non ci appartiene (ci appartiene nella stessa misura in cui ci appartiene babbo natale), perche' ce ne dovrebbe fottere qualcosa? si ha l'occasione di mettersi tipo un vestito da mostro e per la strada nessuno ti puo' dire niente. e non mi sembra poco. eccheccazzo.

*sono debitore per l'espressione "sbroc sbroc" a L'IdiotaIgnorante, unico inventore della suddetta espressione e proprietario dei relativi diritti.

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giovedì, ottobre 30, 2008

catrame

c'era questo che vendeva panini al catrame. ma nessuno glieli comprava. lui diceva: ma perche' nessuno vuole i miei panini al catrame? e la gente gli rispondeva: perche' fanno schifo e fanno male. allora cadde in depressione. si mangio' un panino al catrame e mori'. e dopo morto, tutti a dire: oh, quanto era bravo, quanto era buono, quanto era incompreso! lui, a suo modo, era un artista, un romantico eccetra eccetera eccetera e blablabbla'. invece bugia. vendeva solo panini al catrame. avesse venduto panini alle carote, allora no. ma siccome li vendeva al catrame, allora si'.

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mercoledì, ottobre 29, 2008

siamo immortali

io e te, o lettore, siamo immortali. e te lo dimostro in tre semplici passaggi:
1) dato un tempo infinito, tutto succede;
2) se tutto succede, tu e io moriremo e, anche, non-moriremo;
3) se lo spazio e' infinito e il tempo e' altrettanto infinito, tu e io, o lettore, fra le altre cose, non moriremo.
ecco.

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martedì, ottobre 28, 2008

il coniglio volante

il coniglio volo' dalla finestra. ma non sapeva volare. quindi precipito'. ma non fu tanto terribile per lui, in quanto era gia' morto. praticamente era successo che un macellaio incazzato aveva lanciato un coniglio morto al suo apprendista. il quale fece in tempo a scansarsi e il coniglio volo' dalla finestra. la parabola che fece il coniglio cadendo fu elegante e per un attimo sembro' davvero che sapesse volare. invece bugia. quell'attimo fu menzognero. il coniglio non sapeva volare manco per un cazzo. era un coniglio morto lanciato dalla finestra da un macellaio incazzato. il coniglio atterro' fra i piedi di un passante, il quale si spavento' molto. poi capi' che era solo un coniglio morto, lo prese da terra e si affaccio' alla finestra della macelleria. e disse: "questo e' vostro?". "si' grazie", rispose il macellaio. si avvicino' alla finestra e prese il coniglio dalle mani del passante. il passante sperava che il macellaio si dimostrasse grato, invece il macellaio si giro', porto' il coniglio a un lavandino, lo sciacquo' e lo appese a un gancio. e di nuovo, in qualche modo, quel coniglio stava volando. ed ora e' li che penzola tranquillo. e dietro tutto questo c'e' una grande metafora. bugia. stupido. semplicemente questa storia dimostra poco. forse niente. forse non meritava di essere raccontata, ma mi stava dispiacendo. e quindi alla fine ho detto: ok, dai, ti racconto. ecco.

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domenica, ottobre 26, 2008

l'ispirazione


Usciva in strada a inseguire l'ispirazione, trasaliva per averla colta, poi
abbandonava la sua opera e ne vagheggiava un'altra piu' bella.
(Gustave Flaubert, L'educazione Sentimentale )

Languiva il giorno quel giorno.
Le ore della sera lo rincorrevano lente. Ma inesorabili.
“L’ispirazione”, pensò, “l’ispirazione è l’anima dell’arte, il suo asse portante, la sua ossatura”.
Cosa fosse per lui l’ispirazione è presto detto: era ciò che è chiamato “sentimento” dalle massaie, “amore” dalle adolescenti. E “romanticismo” dai professori di liceo beoti quando fanno il paragone con l’illuminismo. “Sensibilità”, dalle vecchie zie grasse, amanti dei fiori.
Socchiudendo gli occhi, scrutò a lungo l’orizzonte e, come rapito, decise d’un tratto che dello splendido panorama che aveva di fronte ne avrebbe fatto un disegno.
Tirò fuori dalla tasca del lungo cappotto nero l’inseparabile taccuino su cui annotava le sue emozioni e tracciò, su un foglio libero, la linea dell’orizzonte.
Sulla parte destra del foglietto tracciò invece una linea verticale con l’intenzione di riprodurre l’alberello che era alla sua destra.
Dopo i primi due tratti si accorse però che forse l’ispirazione non era bastata a far somigliare il suo schizzo a quanto aveva di fronte.
Prese allora a fissare turbato quanto aveva tracciato sul foglio.
Lo fissò per un po’… poi, pian piano, qualcosa cominciò ad affiorare alla sua coscienza.
“…massi’ ” pensò”come ho fatto a non vedere!”
Quelle due linee incrociate erano in realtà molto di più di quello che sembravano.
L’ispirazione gli aveva fatto da scandaglio per l’ inconscio, permettondogli di tracciare le linee del suo personale, destrutturato, tramonto d’autunno.
Era un’emozione indescrivibile scoprire l’armonia di quelle forme apparentemente banali.
Una sorta di ritorno all’infanzia, ai primordi della sensazione.
Al pleistocene della percezione.
Che movimento, che energia, che scalpore promanava da quei semplici tratti.
“L’orizzontale dell’orizzonte si oppone al verticale dell’alberello che a sua volta interrompe la continuità spazio temporale dell’orizzontale dell’orizzonte”, pensò.
“Ecco! Il tempo del disegno, e, se vogliamo, lo spazio della musica!”
D’ora in poi il tramonto lo avrebbe visto così, come bloccato sul blocchetto: era quello il suo immaginario destrutturato, quello il suo vero tramonto.
Sentiva di averne carpito l’essenza ermetica, intima, vaginale.
“Dove non c’è spazio, non c’e’ luce, non c’e’ materia. Solo orizzontale e verticale.”
D’altra parte, come avrebbe la sua mano, così ispirata, potuto sbagliare qualcosa?
“Non c’è niente di sbagliato nell’arte”, pensò, “perché tutto esprime qualcosa, esprime qualcuno, esprime…esprime e Basta!”.
L’emozione si fece insostenibile.
Divenne commozione.
Si passò sugli occhi una manica del cappotto.
Il coglione.

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sabato, ottobre 25, 2008

Qua

Qua mi sta sul cazzo. Quo e Qui, no. Ma Qua e' un deficiente. E non sono l'unico a cui Qua sta sul cazzo. Solo che, per rispetto a Quo e Qui, non lo dicono. Ma anche per il loro bene, bisogna dirlo una volta per tutte: Qua hai rotto i coglioni! Smettila di spacciarti per un papero per bene. Smettila di vivere all'ombra dei tuoi fratelli. Sappiamo tutti che sei una merda. E vaffanculo. NO MORE QUA!

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venerdì, ottobre 24, 2008

.


arrivo subito al punto.
...
BUAHAHAHAHAHA!!!

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giovedì, ottobre 23, 2008

l'uomo che camminava all'indietro

ho visto un giorno un uomo che camminava all'indietro. ma aveva gli occhi sulla nuca. pertanto era un po' come se camminasse in avanti. siccome era complessato, sulla faccia, dove mancavano gli occhi, si era disegnato due occhi a penna. e siccome non sapeva disegnare bene, gli occhi che aveva disegnato erano patetici e sembravano disegnati da un bambino epilettico. anche perche' se li era disegnati allo specchio, in quanto aveva gli occhi sulla nuca. quindi, anche se avesse saputo disegnare bene, non sarebbe stato facile disegnare gli occhi in modo decente. lo vidi entrare in un ristorante e anche li' ebbe dei problemi. ormai era abituato, certo. pero' mangiare con gli occhi sulla nuca non era facile. anche li' doveva usare uno specchio e spesso comunque sbagliava e si infilava il cibo nel naso o in un orecchio. quando e' uscito dal ristorante, io ero ancora li' che lo osservavo. se n'e' accorto e si e' incazzato. mi si e' avvicinato minaccioso e io me ne sono scappato. ha provato a inseguirmi ma non e' stato difficile seminarlo in quanto camminava all'indietro.

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mercoledì, ottobre 22, 2008

morte(tm)

c'e' un rimedio naturale per ogni tipo di malanno. nel senso che e' uno, e vale per tutti i malanni. fisici e psichici. codesto rimedio naturale si chiama "morte"(tm). grazie a "morte"(tm), ogni dolore fisico scompare, e anche ogni preoccupazione. "morte"(tm) garantisce i clienti con la formula "soddisfatti o rimborsati". se sei interessato, contattaci. un nostro incaricato verra' a casa tua a presentarti il prodotto. la presentazione consiste nel somministrare "morte" a un animaletto molto malato che lo stesso incaricato portera' a casa tua. qualora la cosa dovesse convincerti, o potenziale cliente, lo stesso incaricato provvedera' a somminstrarti "morte"(tm) e a farti guarire all'istante da ogni forma di disturbo fisico o psichico.
"MORTE"(tm), e tutto avra' fine.

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martedì, ottobre 21, 2008

fogliemorte

"...anche ieri mi sono successe delle cose incredibili. a partire dalla mattina, quando ho visto nella mail una mail che proprio non mi aspettavo, di una persona che non vedo e non sento da tempo. e' strano come alle volte basti una piccola cosa per farti riflettere sul tempo. tutto passa, e gli attimi cadono dagli alberi del tempo come foglie secche. e tu li vedi svolazzare incerti, disorientati, come fossero indecisi sulla direzione da prendere..."
scusa scusa...
"che c'e'?"
scusa se ti interrompo...
"dimmi..."
esticazzi?
"come?"
malimortaccitua... vedi d'annattene affanculo, stronzo!

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domenica, ottobre 19, 2008

Ermenualdo

Era una cretino. Proprio un cazzone. Inoltre aveva un nome di merda. Ermenualdo. Era terribilmente antipatico e mellifluo, molto mellifluo. E la cosa non sempre era evidente. Soprattutto quando, per esempio, offriva da bere a tutti. O quando ti veniva in aiuto se ne avevi bisogno. O quando una volta salvo' un suo amico dalla galera grazie a delle conoscenze. Era proprio una brava persona. Era gentile e generoso. Non perdeva mai la calma, sapeva sempre come comportarsi. Insomma, non si puo' parlare male di lui. Aveva un nome particolare, certo. E a volte era invadente. E voleva sempre sapere tutto di tutti. Ed era incapace di mantenere un segreto. In una parola, era insopportabile. Dove non lo aiutava il carattere, comunque, lo soccorreva l'intelligenza. Era molto intelligente. Ma su di lui si potrebbero scrivere molte altre cose. Si potrebbero scrivere libri e libri, intere biblioteche potrebbero essere occupate solo da libri scritti su Ermenualdo. La sua lunga vita, infatti, fu molto avveturosa, e lo sarebbe stata ancora di piu' se non fosse morto a 25 anni. E fino ad allora non aveva avuto una vita granche' avventurosa. Anzi, quasi per niente. Tranne quella volta quando provo' a smettere di bere. E non alcol (era astemio), ma acqua. Voleva proprio smettere di bere. Perche' aveva visto un programma alla televisione dove si parlava dei rischi del bere, ma non aveva capito. E cosi' da un giorno all'altro smise di bere. E stava morendo di sete. Infatti mori'. Di sete. A 25 anni. Era un cretino.

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sabato, ottobre 18, 2008

la fuga

Capii ad un tratto che tutto era compromesso, e scappai. Non c'era niente che potesse trattenermi. ci sono posti in cui non si deve rimanere, e cose che non si devono fare. punto. Ebbi tuttavia la forza di non trascinarla per le lunghe. E, come ho gia' detto, scappai. E andai nel posto dove ero stato meglio in tutta la mia vita, dove tuttora male non si sta.

Faceva un freddo cane. Si era appostato vicino al bancomat e batteva i piedi a terra. Appena fuori dal cono di luce proiettato da un lampione. Un berretto di lana calcato sulla testa e il bavero alzato. Era pronto alla lotta, anche. Non era orario da vecchiette. Se qualcuno faceva bancomat a quell’ora, di certo non sarebbe stata una vecchietta, o più in generale una donna. Ma non era particolarmente preoccupato. Era sempre stato dall’altro lato, da quello dei giusti, dei buoni. Sapeva quanta paura può fare un uomo che ti rapina. E lui non era particolarmente bello né gracile. Era cautamente ottimista. Il caso lo smentì. Nel miglior modo possibile. Dapprima sentì il rumore dei tacchi. Che martellavano il marciapiede con ritmo frenetico. Poi scorse in lontananza la sagoma di una donna che si avvicinava velocemente. La donna arrivò veloce allo sportello. Si accorse di lui. Ebbe un attimo di esitazione. Poi gli chiese: “Posso?”. “Prego”, le rispose. La donna si sentì sollevata. Gli rivolse un sorriso e si avvicinò allo sportello. Lui aspettò con calma che finisse la sua operazione. Quando stava ritirando lo scontrino, le si avvicinò alle spalle e le puntò il cacciavite alla tempia. “metta tutti i soldi nella mia tasca”, le disse. Dandole del lei. La donna provò a girarsi verso di lui istintivamente, e lui fece una lieve pressione con il cacciavite sulla tempia. Tremante, la donna disse: “va bene… non mi faccia…”. E prese i soldi che aveva appena riposto nella borsa. Glieli mise nella tasca. E lui le disse: “non si giri prima di aver finito di contare fino a venti, la tengo d’occhio”. La donna disse: “va… va bene”. Lui si allontanò lentamente. Fino a scomparire dietro un angolo doveva aveva lasciato la bicicletta. Pedalò a tutta velocità fino all’altro bancomat che aveva previsto di visitare. Quello più vicino alla Stazione Centrale. Ci arrivò, buttò la bicicletta a terra. e prelevò con la sua carta la cifra esatta che aveva rubato alla donna. Controllò l’orologio: dalla rapina al suo prelievo non erano passati più di cinque minuti. “Benissimo”, pensò. Lasciò la bicicletta vicino a un cassonetto dei rifiuti. Considerò che non stonava per niente. Poi si avviò a piedi verso la stazione, notò un gruppo di “poco raccomandabili”, ci passò vicino e fece cadere il bancomat. Che aveva sistemato in una custodia insieme al Pin. Entrò in stazione e prese il primo treno per la Francia. In treno si rilassò un attimo. E ripensò alla fortuna che aveva avuto negli ultimi giorni. Sapeva che il vecchio stava per morire. Ma non sperava tirasse le cuoia così presto. Non osava sperarlo. Certo, era uno noto per la discrezione e per l’abilità. Ma ora che stava per andarsene, la sua clientela si era triplicata. Falsificava documenti con una bravura che aveva dell’incredibile. Li invecchiava. Faceva solo vecchie patenti e vecchi passaporti. In poco tempo e a una cifra ragionevole si riusciva così ad ottenere una nuova, vecchia e falsa identità. Diceva sempre che i suoi segreti se li sarebbe portati nella tomba, ma insomma… non si può mai sapere. E lui voleva che tutto fosse perfetto. Per questo aveva deciso di aspettare che il vecchio morisse, prima di attuare il suo piano.
Due giorni dopo che gli aveva consegnato passaporto e patente falsi, le condizioni del vecchio si erano aggravate. E nel giro di dodici ore, se n’era andato. Non aveva parenti. Il suo lavoro lo assorbiva completamente. Un giorno dopo la sua morte, un “misterioso” incendio aveva distrutto la sua casa. Ovviamente lui non c’entrava niente con l’incendio. Ma visto il lavoro del vecchio, era logico pensare che più di qualcuno avesse interesse a distruggere ogni traccia. E poi l’ultimo colpo di fortuna, la donna che faceva bancomat in piena notte.
Un sorriso gli si disegnò sul volto mentre il treno cominciava a muoversi piano.

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venerdì, ottobre 17, 2008

il marziano di latina

una volta un marziano atterro' sulla terra. e siccome era famoso, non pagava mai un cazzo. entrava in un bar, e gli offrivano il caffe'. entrava in un ristorante, e gli offrivano da mangiare. entrava al cinema, e non lo facevano pagare. un giorno poi scoprirono che non era un marziano. e quando gli dissero: ma allora tu non sei un marziano! lui rispose: no, sono di latina. e infatti era di latina.

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giovedì, ottobre 16, 2008

settembre e ottobre

settembre e' un mese particolare, unico nel suo genere. infatti e' preceduto da agosto e seguito da ottobre. nessun altro mese ha questa peculiarita'. infatti, per esempio, ottobre e' preceduto da settembre, e non da agosto, e seguito da novembre, e non da ottobre. d'altra parte sarebbe ben strano se ottobre fosse seguito da ottobre. e, in quanto ottobre, a sua volta dovrebbe essere seguito da ottobre. in pratica, tutti i mesi si chiamerebbero ottobre. tutti sarebbero nati a ottobre e i segni zodiacali sarebbero solo due. fortunatamente questo non e'. per questo settembre e' importante. altrimenti, sarebbe un ottobre qualsiasi.
disclaimer: a tutti coloro che si sentano offesi per il trattamento riservato al mese di ottobre nel presente post, si fa presente che l'autore non ha niente di personale contro il suddetto mese, e che lo ha usato solo per fare un esempio.
disclaimer 2: a tutti coloro che si sentano offesi dal precedente disclaimer, chiedo scusa in modo globale e generico.

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martedì, ottobre 14, 2008

veggenza

ma che cazzo sto scrivendo? non posso veramente perdere tempo prezioso in questo quando invece dovrei perdere tempo prezioso in quello. cioe', facciamo il caso che il tempo sia un vaso. no, ho sbagliato. facciamo finta che davanti a noi ci stanno due vasi. e dobbiamo decidere in quale di questi due vasi mettere il tempo prezioso. i due vasi li chiameremo vaso A e vaso B. allora, se il tempo prezioso lo mettiamo nel vaso A, per esempio, non possiamo poi metterlo nel vaso B. potremmo pero' dividerlo. e metterlo un po' nel vaso A e un po' nel vaso B. a questo punto, pero', se ci avanza un po' di tempo, dovremmo pensare a un vaso C. dove mettere il tempo che avanza. ora abbiamo davanti a noi tre vasi, A, B e C, tutti e tre con un po' di tempo dentro. e a questo punto e' evidente che: 1) ma che cazzo sto scrivendo?; 2) sono un veggente!; 3) ecco.

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occhi di mucca

pur non avendo avuto conferme, ho la convinzione che nel mondo ci siano storie incredibili che solo a raccontarle si corre il rischio di passare per pazzi. come la storia del signore che nel milleottocento circa avvio' un'impresa fallimentare di produzione di colonne ornamentali fatte di occhi di mucca congelati. gli occhi col caldo si scioglievano e le colonne crollavano. allora si invento' un sistema per indurire gli occhi di mucca senza congelarli. ma comunque gli affari non andarono bene. nessuno voleva in giardino una colonna ornamentale fatta di occhi di mucca. io si', l'avrei voluta. ma purtroppo quel signore ora e' morto. anzi, per la verita' forse non e' mai esistito in quanto della sua esistenza non ho avuto conferme. ma questo non e' molto rilevante.

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lunedì, ottobre 13, 2008

qualchino

qualchino era un signore che aveva un nome del cazzo infatti si chiamava qualchino. compro' una macchina e ando' in cina. ma fini' la benzina e non sapeva come tornare. allora decise di fondare una casa discografica di musica cinese. ma gli affari gli andarono male e siccome aveva mille risorse, decise di vendere caldarroste sotto al duomo di milano. l'unico problema era come tornare a milano. stanco di pensare, prese un aereo e arrivo' a malpensa verso le 10 e 30.

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domenica, ottobre 12, 2008

copertoni

vi era nel bosco un sentiero che portava a un mucchio di copertoni vecchi che puzzavano di copertoni vecchi. fossero stati nuovi, il loro odore sarebbe stato diverso. tipo di copertoni nuovi. ma questo non e' determinante ai fini della storia. determinante e' il fatto che quel sentiero non era molto frequentato. e nessuno sapeva che nel bosco ci fosse un mucchio di copertoni vecchi. la pioggia cadeva sui copertoni, come se il cielo piangesse e blablabbla'. gli anni passavano, e tutto intorno ai copertoni cambiava colore e forma. tranne i copertoni. muti testimoni del succedersi delle stagioni e degli eventi. alberi e piante succhiavano linfa alla terra, gli erbivori si nutrivano delle piante, e i carnivori si nutrivano degli erbivori. e in tutto questo, i copertoni rimanevano li', fermi e immutabili. in pratica in questa storia non succede un cazzo. ci stavano dei copertoni vecchi abbandonati in un bosco. fine.

venerdì, ottobre 10, 2008

intervento

volevo intervenire a tal proposito. ma avendo usato l'imperfetto, non so al momento quali siano le mie intenzioni.

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giovedì, ottobre 09, 2008

il calendario rotto

un giorno un contadino compro' un calendario rotto da un cinese. per esempio, c'era scritto che era mercoledi', invece era giovedi'. c'era scritto che era ottobre, invece era agosto. questo causo' diversi disagi al contadino. per esempio, una domenica di luglio usci' da casa tutto imbacuccato convinto che fosse il 20 gennaio. ma la volta peggiore fu quando usci' da casa vestito da marziano convinto che fosse carnevale. la gente che lo vedeva, scappava via terrorizzata, e il contadino torno' a casa deluso e depresso, convinto che la gente non lo apprezzasse. quando finalmente si accorse che il calendario era rotto, era troppo tardi. era, infatti, il 31 gennaio.

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mercoledì, ottobre 08, 2008

temi scottanti

questo post non mi piace. infatti l'ho cancellato (anche se il titolo e' rimasto). lo trovavo stupido, indisponente, manieristico. in sostanza ho appena cancellato un post. e questa non e' una grande notizia. diverso sarebbe se annunciassi che ho un piano per conquistare il mondo. quella sarebbe una grande notizia. ma probabilmente la terrei per me. altrimenti tutti potrebbero conquistare il mondo. e se tutti conquistassero il mondo, sarebbe un gran casino. "il sono il re del mondo!", "no, io!", "no, io!", "no, io!". e via discorrendo. ci sarebbe una quantita' tale di padroni del mondo, che il mondo stesso non basterebbe. bisognerbbe allora accelerare il progresso in tema di astronavi per andare a colonizzare nuovi mondi. o accelerare il progresso in tema di acceleratori di particelle, per crearne di nuovi. io preferirei la seconda ipotesi. creare nuovi mondi, alla fine, e' piu' comodo e meno costoso. vabbe', chi prendo in giro? e' che creare nuovi mondi e' molto, ma molto piu' divertente. credo. ecco.

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martedì, ottobre 07, 2008

il mistero dei fiori di zucca

il 7 ottobre 1808 si verifico' uno strano fenomeno. le spighe di grano presero a germogliare e i fiori di zucca cominciarono a friggersi da soli, e cioe' si trovavano gia' fritti ancora attaccati ancora alla pianta. con la pastella e tutto quanto. parte del mistero venne risolta in quanto non era affatto il 7 ottobre ma un altro giorno in cui era normale che le spighe di grano germogliassero. era stata colpa del contadino che lavorava il podere: aveva un calendario da quattro soldi che non funzionava bene, comprato da un cinese. pertanto, come si diceva, la prima parte del mistero venne risolta facilmente. ma la seconda parte, il mistero dei fiori di zucca, ancora non aveva una spiegazione. sul posto giunsero numerosi studiosi e investigatori, e arrivarono le televisioni di tutto il mondo a riprendere l’evento. ma essendo ancora il 1808, la cosa risulto' problematica in quanto televisioni ancora non ce n'erano. allora, i poveri giornalisti si industriarono a costruire telecamere e microfoni di legno. che pero' non funzionavano. insomma, alla fine erano tutti stanchi e sfiduciati: i giornalisti perche' avevano lavorato inutilmente, gli studiosi e gli investigatori perche' non ci avevano capito un cazzo; e il contadino perche' aveva il calendario rotto. smadonnarono un po' e poi decisero che, vaffanculo, chi se ne fotteva del perche’ i fiori di zucca si erano fritti da soli. andarono a comprare delle birre e se li mangiarono. il contadino, i giornalisti, gli investigatori e gli studiosi. e il tutto infatti e' rimasto ignoto. fino ad oggi.

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lunedì, ottobre 06, 2008

gli altri

spesso non si pensa a quanta gente al mondo sta meglio di noi, peggio di noi o come a noi. ed e' una cosa buona. in quanto questo significherebbe pensare, su circa sei miliardi di persone, a circa 5 miliardi novecentonovantanovemilioni, novecentovantanovemila, novecentonovantanove (5.999.999.999) persone. pertanto si impiegherebbe moltissimo tempo a pensare questo gran numero di persone. non si avrebbe neanche il tempo per mangiare o per andare in bagno. neanche per lavarsi. si comincerebbe a puzzare, crescerebbe la barba o i peli in generale, e via discorrendo. colui o colei che si soffermasse a pensare a tutto cio', non potrebbe fare altro che pensare a tutto cio'. ricorrendo, inoltre, a vari stratagemmi. come per esempio immaginarsi la stragrande maggioranza di quei cinque miliardi e passa di persone. in quanto, tolti parenti, amici e conoscenti, tutti gli altri se li deve immaginare. insomma, avevo un amico che si lamentava sempre che la gente non pensa mai abbastanza agli altri. allora gli chiesi di specificarmi meglio il concetto di "altri". e lui si mise a piangere e ando' dalla mamma. sua mamma venne da me tutta incazzata e per punizione mi mando' in giardino ad abbracciare un albero.

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sabato, ottobre 04, 2008

maccheneso'

un giorno guardai un gabbiano volare lontano, sul mare in tempesta. presi un fucile e gli sparai. il gabbiano cadde a peso morto (e volevo vedere!) nei flutti. mi tuffai quindi per andarlo a recuperare e impagliarlo. ma una gorgone mi avvinghio' fra le sue spire. e poi non mi ricordo piu'.
un giorno vidi un gabbiano
volare lontano
sul mare in tempesta.
presi il fucile e lo copii in testa.
il gabbiano, non a torto,
cadde nei flutti a peso morto.
a mia volta, come un pazzo,
mi tuffai nelle onde
in quanto d'altronde
volevo farne un pupazzo
ma una gorgone m'acchiappo'
e fra le sue spire m'avvinghio'.
e poi non mi ricordo piu'
ma se vuoi continua tu.

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venerdì, ottobre 03, 2008

cavrologio

stanchi del solito orologio da polso? stanchi del segno dell'abbronzatura che vi lascia in estate? stanchi per altri motivi vari ed eventuali che in questo momento non mi vengono in mente? da oggi (non proprio oggi) avete risolto tutti i vostri problemi con il cavrolgio(tm). Il cavrologio(tm) si mette alla caviglia invece che al polso e si puo' consultare con un semplice e simpatico movimento della gamba. in un mondo in cui tutti passeranno al cavrologio(tm), la gente camminera' per strada come ballando, per consultare il cavrologio. e tutto sara' piu' bello ed elegante. senza dire che secondo il dottor Konato, luminare dell'universita' di La, il movimento che si deve fare per consultare il cavrologio(tm) agevola la circolazione sanguigna e aiuta a dimagrire e altre cose buone. Il quadrante del cavrologio(tm) puo' essere rivolto sia all'interno che all'esterno. e inotre il cavrologio(tm) puo' essere indossato, per i piu' originali e trendy, anche sopra al pantalone, analogamente all'orologio che puo' essere indossato al di sopra del polsino. insomma, il cavrologio(tm) e' l'orologio del domani. piu' o meno.

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giovedì, ottobre 02, 2008

salvataggio

insomma, c'era un topo nel condotto dell'aria condizionata. e il problema era come ucciderlo. non il topo, ma il condotto dell'aria condizionata. che teneva intrappolato il nostro amico. infatti noi siamo dei topi. e odiamo i condotti dell'aria condizionata.

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mercoledì, ottobre 01, 2008

il giorno del cerbiatto

il giorno del cerbiatto e' una festa nazionale di un paese imprecisato in cui si festaggia tagliando la testa a venticinque scoiattoli, i piu' belli scelti fra gli scoiattoli del circondario, e cercando di non urtare la sensibilita' dei cerbiatti che pero', come si vede nella foto, non ci sono in questo paese. i cerbiatti. pero', comunque, non si vuole urtare la loro sensibilita' per principio. effettivamente nessuno sa perche' si chiama il giorno del cerbiatto, visto che i cerbiatti non c'entrano una mazza. e che in questo paese imprecisato di cerbiatti non se ne sono mai visti. tuttavia, se si chiede a un abitante di questo paese perche' si chiama il giorno del cerbiatto, l'abitante suddetto rispondera' che si chiama il giorno del cerbiatto in quanto si pratica la cefalotomia degli scoiattoli cercando di non urtare la sensibilita' dei cerbiatti. e' un po' un vicolo cieco. e' inutile chiedere spiegazione a quei pezzi di merda. perche' assumono un'aria grave e rispondono che hanno molto rispetto dei cerbiatti. e se gli fai notare che li' cerbiatti non ce ne stanno, quelli ti rispondono che hanno molto rispetto dei cerbiatti. allora tu insisti, e dici: "guarda che non ce ne sono cerbiatti, cazzo!", e quelli ti rispondono che hanno molto rispetto dei cerbiatti. quindi li mandi affanculo, risali in macchina, sbatti lo sportello incazzato, metti in moto e te ne vai da quel posto di merda. li mortacci loro.

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