venerdì, dicembre 29, 2006

ritalevimontalcini


a me rita levi montalcini non me la conta giusta.
insomma, quanti cazzo di anni ha?
sì, ok, uno se vuole si può andare a trovare la data di nascita.
ma io non ci credo.insomma, si veste come una del secolo scorso, è lucidissima, quando parla non fa una grinza... insomma, secondo me le cose stanno così: quella, studiando studiando, è riuscita a trovare la formula dell'immortalità. e muore quando decide lei. se si mostra vecchia è solo per scelta. perché secondo me se volesse quella poteva pure aggiustarsi tutte le cellule e tornare giovane.
quella secondo me sta sul pianeta terra da almeno 120 anni. solo che non possono dirlo.perché sicuramente c'è qualche tipo di complotto dietro.
quale, non lo so.
ma certo che già ci sono problemi di sovrappopolazione sul pianeta terra. se quella se ne esce e dice "ragazzi, la morte non è più un problema, qui si può vivere quanto cazzo ci pare", figurarsi che casino. voglio dire, se non ci fosse il tumore, al mondo, chissà quanti cazzo saremmo. per esempio.
o se le macchine fossero più sicure. o se non ci fosse l'aids. o se non ci fosse la fame nel mondo. qua non si scherza. vabbè... però perché non pensarci ogni tanto? cioè, tutti qua a prendersela con le case farmaceutiche e cazzi e mazzi. ma poi, voglio dire, se le case farmaceutiche un giorno dicessero tipo "basta, avete rotto i coglioni, queste sono le medicine, prendetevele!", sai che casino il giorno dopo? niente più malati, la gente viva e vegeta che affolla le strade, vecchi di duecento anni che ancora gli tira, e fanno altri figli eccetera eccetera. il problema potrebbe essere, allora, che lo sviluppo delle biotecnologie è più veloce di quello astronomico. insomma, stanno cercando di terraformare marte, e questo lo posso dire perché ho parlato con uno, un inglese, che ci sta lavorando. quando si sbrigheranno, e marte potrà ospitare qualche milione di persone, forse a poco a poco la formula dell' immortalità potrà essere diffusa nel mondo. e le case farmaceutiche potranno distribuire le medicine aggratis. ma fino a quel momento, forse potrebbe essere meglio che se le tengano. così stiamo più larghi. e tutto sommato rita levi montalcini si dimostra una persona responsabile. la nomino al premio osbel per la responsabilità.

domenica, dicembre 24, 2006

nella speranza...



nella speranza che possa rinfrancare lo spirito fra un regalo (di merda) e un pranzo (da fegaticidio)...

venerdì, dicembre 22, 2006

crismascard

giovedì, dicembre 21, 2006

la guerra delle feste


natale.
non ne voglio parlare.
devo sforzarmi di non parlare di natale.
porca puttana, no!
tutti a parlare di natale.
i parenti parlano di natale.
gli amici parlano di natale.
i conoscenti parlano di natale.
parlano di natale perfino gli sconosciuti.
tipo ieri in ascensore.
pertanto parlerò di pasqua.
ah! pasqua! quant'è bella la pasqua.
la pasquetta no.
fa cagare.
in realtà anche pasqua fa cagare.
ma non ne parla mai nessuno.
quindi è un po' più simpatica di natale.
pasqua vs natale, vince nettamente pasqua.
proprio un cappotto.
tipo dieci a zero.
natale vs ferragosto se la giocano.
ferragosto è un'altra grandissima tritatura di coglioni.
a ferragosto la gente bla bla bla, bla bla bla e bla bla bla.
ovviamente pasqua vince su tutti e due.
la gente è discreta a pasqua.
carnevale dipende. so che ci sono zone in cui la gente si diverte.
mentre per esempio dalle mie parti carnevale significa andare in giro con il giubbotto antiproiettile.
halloween vabbè, è un fuoriclasse.
e tutte le minchiate sulla tradizione importata sono puro esempio di ignorantità.
in quanto tutte le tradizioni sono inventate.
e non lo dico io.
a halloween tutti pensano ai mostri. e questo mi basta e mi avanza.
quindi, in conclusione di questo discorso lucido e sistematico, la classifica della guerra delle feste è la seguente:
1) Halloween
2) Carnevale
3) Pasqua
poi c'è tipo un vuoto di miliardi e quindi ci sono:
4) Natale e Ferragosto (parimerito).


p.s. i&i, sarebbe interessante un torneo di wrestling con queste premesse?

martedì, dicembre 19, 2006

babbo natale


allora, non perché babbo natale a me mi stia particolarmente simpatico.
ma mi sta ancora più antipatico questo positivismo diffuso sulla sua figura.
questa certezza che non esiste.
ma chi l'ha detto?
come si fa a dirlo con certezza?
ecco, io ora dimostrerò scientificamente l'esistenza di babbo natale.
siccome tutti sono convinti che non esiste, tutti corrono e si affrettano ad andare a comprare i regali sennò i bambini poi ci restano male.
poi crescono, e siccome sono abituati ormai ad avere un regalo a natale vanno a comprarseli anche da grandi e se li danno a vicenda.
ma come si fa a essere certi che se nessuno comprasse alcun regalo a natale qualche cosa non arriverebbe lo stesso?
cioè, se per ipotesi nessuno comprasse regali a natale e nessuno regalerebbe niente?
secondo me fa più paura che poi magari babbo natale arriva veramente.
perché se no uno dovrebbe rivedere tutte le sue convinzioni del cazzo sulla vita, sulla morte, sui cazzi e sui mazzi.
secondo me babbo natale esiste.
è stato rapito da un gruppo di potenti commercianti e sbattuto in fondo a una cantina.
"stai lì e non rompere il cazzo!", gli hanno detto i commercianti, "tanto sei immortale!"
e così i commercianti si arricchiscono e babbo natale si rompe i coglioni in una cantina.
sta lì a non fare un cazzo per l'eternità.
le renne sono morte.
le renne volanti erano animali rarissimi.
ne sono scomparsi tanti, quindi figuriamoci le renne volanti, che già erano pochissime.
meno dei dodo.
in effetti le renne volanti per la società occulta dei commercianti sono state l'ultimo dei problemi.
quindi, che babbo natale non esiste non si può dire con certezza.
si può invece dire con certezza che la sua presunta inesistenza arricchisce ogni anno i commercianti che solo grazie a natale potrebbero stare bene fino al natale successivo.
e secondo me i commercianti tipo in famiglia i regali non se li fanno.
mica sono coglioni.
in sostanza, perché io devo trasferire dei soldi dalle mie tasche in quelle dei commercianti per la mia convinzione che babbo natale non esiste?

questo post


ho deciso di scrivere questo post perché sento l'urgenza di dire un paio di cose.
anzi, solo una.
anzi, nessuna.
non devo dire proprio niente.
in realtà, devo solo andare a pisciare.
(ecco cos'era...)

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confusione


nella mente si confondono le cose.
tipo le parole.
nella mia, per esempio, la parola "nudo" si confonde con la parola "bello".
però "nudo" si confonde con la parola "nudo femminile".
insomma, "bello" = "nudo" ma "nudo" = "nudo femminile".
in sostanza, quando dico, uso o penso la parola "bello" nella mia mente si forma l'immagine di una donna nuda.
mentre per esempio la parola "paura" si confonde con "ingresso del tunnel dell'orrore in un luna park abbandonato".
cioè, quando dico, uso o penso la parola "paura" nella testa si forma l'immagine di un luna park abbandonato e l'ingresso della grotta della paura (o tunnel dell'orrore).
e quattro persone in piedi di spalle lì davanti indecise se entrare o non entrare.
poi siccome mi piacciono le parole "bello" e "paura", a volta si combinano fra loro e allora nella mia testa si forma l'immagine dell'ingresso del tunnel dell'orrore, dentro cui ci stanno delle donne nude.
insomma, è un casino.

lunedì, dicembre 18, 2006

giornalismo astruso



tutto il mondo sa che quando succede qualcosa di importante i giornali ne parlano.
i giornali infatti parlano di come sta berlusconi e di quello che dice prodi. di come passerà il capodanno fini e qual è la lunghezza della barca di d’alema. insomma le cose importanti. i giovani che fanno i bulli nelle scuole. poi i bravi ragazzi che ne parlano davanti a napolitano. tutte le cose importanti, insomma.
di certo non perdono tempo a dire che tipo degli scienziati astrusi hanno raccolto con un racchettone di aerogel (vedi immagine) tipo polvere dalla coda di una cometa (vedi immagine). ovviamente era un cosa della NASA... insomma... si sa come sono fatti gli americani. c’hanno ‘ste idee astruse. e noi italiani gli stiamo pure dietro. tipo che a napoli sono arrivate particelle di questa polvere e le hanno pure analizzate, anzi, gli studiosi del centro di napoli sono stati pure fra i primi ad analizzarli. ma roba da matti. ne hanno tempo da perdere! invece di preoccuparsi della salute di berlusconi o di quello che dice prodi al motorsciò.
che poi a quanto pare è la seconda volta nella storia che arriva sulla terra materiale prelevato dallo spazio. e che poi su questo materiale, ripeto, solo la seconda volta che si è fatto questo tentativo, sono stati trovati gli ingredienti del DNA.
mah...
noi italiani, gli eredi di dante, petrarca, michelangelo, ci andiamo a occupare di queste cose astruse.
ti credo che poi i giornali non ne parlano. che ci sarà di interessante?!?!
io quando apro il giornale, per esempio nella pagina culturale, voglio trovare un articolo che parla di platone e petraca. e soprattutto con i congiuntivi tutti apposto. questa è cultura! voglio trovare un articolo che con ironia affronti temi interessanti.
mica voglio sapere formule matematiche.
io di matematica non ho mai capito niente.
invece mi piace politica, letteratura, le arti, la scultura, il cinema. cose così insomma.
lì sì che ne capisco.

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felicità



i soldi non danno la felicità. ma le donne te la danno.

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sabato, dicembre 16, 2006

argomento ipotetico


kant diceva qualcosa a proposito dell'ipotetico argomento di questo post.
o forse non proprio a questo proposito, ma se conoscessi bene il pensiero di kant, probabilmente riuscirei a fare un collegamento. una volta scelto l'argomento di questo post.
l'ho citato perché comunque ha un nome elegante, fa fico citarlo, e inoltre è di facile pronuncia.
non come ad esempio braque.
che vabbè che tutti lo pronunciano brache, però insomma mette sempre un po' a disagio leggere "braque". uno comunque ha un attimo di incertezza, leggendo "braque". poi vabbè si riprende, e lo pronuncia brache. ma c'è da aggiungere però che il modo in cui viene pronunciato in italiano ha un significato non proprio elegante. in quanto brache significa anche altro. e in genere in senso dispreggiativo.
oppure kierkegaard. che vabbè che tutti lo pronunciano chirkgard però è sbagliato. perché la pronuncia in danese è "kiiiko". una cosa del genere.
ma tutti fanno gli intenditori e lo pronunciano chirkgard.
sembrandogli estremamente colto e intelligente saltare la "e".
tornando all'argomento di questo post, c'è da dire che è puramente ipotetico.
facciamo finta che questo post tratti di qualche argomento.
devono però accettare questa regola tutti quelli che leggono.
altrimenti il gioco non funziona.
e tu non ti distrarre!

giovedì, dicembre 14, 2006

milhouse


tutti hanno avuto secondo me un amico come milhouse.
un tipo astruso, con gli occhialoni e le orecchie a sventola.
il periodo è quello elementari\medie.
per quanto mi riguarda il mio amico-milhouse si distinse alle scuole elementari per aver inserito fra gli agrumi, in un compito in classe in cui dovevamo elencare gli agrumi, la scamorza.
poi alle medie cominciò a dare il meglio.
prima di tutto mi ricordo che si organizzavano le feste per ballare i lenti.
i compleanni.
lui mi regalò un libro usato senza la copertina. ma incartato.
un'altro trofeo di milhousaggine lo ottenne quando organizzò una festa a casa sua, e siccome aveva ambizioni di dj e secondo lui la festa non era venuta bene, la fece di nuovo il giorno dopo. con gli stessi panini. che nel frattempo si erano induriti.
non sto inventando una virgola.
ma ce ne sono tante da raccontare.
per esempio mi ricordo nettamente una speciosa capacità di farsi male. tipo fratture, sbucciature profonde, tagli inquietanti, punti di sutura eccetera.
e poi tipo una volta, alle medie, c'eravamo messi in testa di fare jogging sulla spiaggia. passai da casa sua la mattina presto, e la madre disse: visto che state andando sulla spiaggia, fermatevi un attimo ad arricciare questi polpi (arricciare i polpi: sbatterli sugli scogli per farli frollare e renderli più teneri).
e allora la scena era questa: noi due che correvamo sulla battigia con la busta dei polpi in mano.
era una scena astrusa.
tipica cosa che succedeva con il mio amico-milhouse.

citazioni - parte "vattelappesca"


"tre sono i principi essenziali", dichiarò il dottor robert.
"intimidazione..."
il re suonò con il flauto qualche nota triste...
"...isolamento..."
...che si sviluppò in un motivetto malinconico...
"...e costrizione."
...per terminare in una lunga nota simile a un sospiro.
"in questo modo", continuò il dottor robert, "tutte le possibili fonti di eccitazione sono soppresse e al paziente è negata la materia su cui fabbricare le sue fantasie e idee errate."

Susanna Clarke - da "JONATHAN STRANGE & Il Signor NORRELL"

tretrame - (indovina il film)


voleva fare il fotomodello.
ma gli mancavano un braccio, un piede e gli incisivi.
emigrò in america carico di speranze.
ma gli dissero che in quelle condizioni non poteva fare il fotomodello.
allora lui cadde in depressione.
e capì i mali della società capitalista.
no, mi sono sbagliato.
non voleva fare il fotomodello.
era una donna.
voleva fare la ballerina del musical.
ma era ceca, cieca e brutta. (e deficiente.)
emigrò in america, eccetera eccetera.
è la trama di un film, un capolavoro.
di idiozia.
...
gli muore il figlio. e lui è contentissimo.
no, mi sono sbagliato (colpo di scena!), gli dispiace un casino.
però vince a cannes.
...
un vecchio gay pasticciere smemorato vittima del fascismo insegna a fare le torte a una donna sola. no, anzi, a una donna che fa le corna al marito.
quindi tanto sola non è.
un po' noioso, ma in compenso una vera stronzata.
...

mercoledì, dicembre 13, 2006

sensibilizzazione

i pirati


quanto mi piacciono a me i pirati non è possibile esprimerlo con una cifra.
ma anche così mi sembra riduttivo.
erano gente che tipo aveva una scelta davanti: o fare una vita di merda andando tipo a servizio di qualcuno e venire sfruttati e umiliati peggio della merda, oppure si imbarcavano, questa gente, sopra a delle navi e partivano per i caraibi, l’india, l’africa. a fare scorribande.
e c’erano pirati donne, negri, andicappati.
cioè, siccome ai pirati dello schiavismo non gliene fregava un cazzo, mettevano sulle navi anche i negri. tipo se un negro si rompeva un po’ i coglioni di fare lo schiavo, poteva fare il pirata.
e siccome non gliene fregava un cazzo di niente di niente, mettevano sulle navi pure alle donne.
e siccome certe volte perdevano braccia, gambe, occhi, c’erano pure gli andicappati. non li buttavano a mare.
però certe volte per i pirati erano cazzi amari.
partivano dall’europa e restavano in mare finché non trovavano una nave da attaccare. senza navigatori satellitari, cazzi e mazzi.
le navi erano fatte di legno, come le loro credenze, e quindi a stare tanto tempo in mare marcivano.
avevano bisogno di una cazzo di stazione di servizio, e così si costruirono port royal in giamaica.
ovviamente port royal, che tipo era in un’insenatura nascosta, diventò presto un bel posto, con le puttane, le risse, il gioco e il vino.
se ne facevano di cotte e di crude, a port royal.
e qualcuno tipo un dio stronzo si deve essere incazzato.
tanto che nel 1692 port royal sprofondò per un terremoto.
che è la fine che hanno fatto prima di port royal, sodoma e gomorra, e dopo di port royal, new orleans.
insomma, ci sono città divertenti che sprofondano per un terremoto o vengono spazzate via da un uragano. per qualche dio invidioso e vendicativo. che se la prende sempre con le persone sbagliate.
mai che si abbattono queste calamità su berlino, al tempo del nazismo, o su mosca, ai tempi di stalin. no. sempre addosso a chi si sta divertendo.
ma lasciamo perdere, perché poi i pirati si fecero un’altra port royal, new providence, nelle bahamas.
e anche lì fecero un gran bordello.
risse, vino, puttane e gioco.
...i pirati...

martedì, dicembre 12, 2006

caposotto

allora, ragioniamo un attimo.
penso di avere un pensiero ma di non sapere come esprimerlo.
cioè non trovo le parole per dire quello che penso.
in realtà non le cerco neanche.
in quanto non me sbatte un beneamato cazzo.
quindi è anche probabile che non stia pensando a niente.
ma se non sto pensando a niente come faccio a scrivere, dico io?
a qualcosa devo pur pensare, diobuono.
altrimenti non potrei neanche stare qui in questo momento seduto alla mia scrivania a scrivere qualcosa che penso di pensare.
allora probabilmente sto solo pensando di pensare.
e qui mi perdo.
perché mi chiedo se è vero.
altrimenti non so... cioè e se la vita fosse tutta un’illusione?
se fosse tutta un’illusione, probabilmente, non me ne fregherebbe un beneamato cazzo.
e siccome non me ne frega un beneamato cazzo, probabilmente lo è.
ma se così non fosse starei solo qui a impiegare il mio tempo sentendo musica e scrivendo puttanate. delle cose del tutto sbagliate.
a questo punto mi pongo un’altra domanda: che differenza c’è fra “la vita è tutta un’illusione” e “stare qui a impiegare il mio tempo ecc.”?
cosa distingue i due termini?
cosa fa sì che i due termini della questione abbiano un valore diverso?
una diversa struttura ontologica?
e qui mi ri-perdo.
ma mi diverto.
mi viene da ridere.
se penso che a quest’ora in qualche parte del mondo c’è qualcuno che sta dissotterrando minerali in una miniera a duecento metri di profondità sotto terra.
o se penso che a quest’ora c’è qualcuno che sta scopando con tre fotomodelle sottomesse. magari su un dirigibile...
o una mongolfiera...
o se penso che fra un paio d’ore lo spazio che sto occupando io nel cosmo sarà occupato dall’oceano, da una montagna o qualcos’altro.
sì, perché a quanto pare la terra gira.
e a quanto pare a volte noi siamo caposotto, ma non ce ne accorgiamo.
e facciamo gli importanti.
quando non siamo neanche capaci di accorgerci che stiamo caposotto.
e il bello è che facciamo bene, a fare gli importanti.
perché non dovremmo?

lunedì, dicembre 11, 2006

MO. MO. 4


caro diario,
oggi è morto pinoscè, che era uno molto cattivo.
ho letto tante cose brutte che ha fatto ma lo stesso mi dispiaccio.
soprattutto perché c'è tanta gente che è contenta che è morto.
e questo non lo trovo bello. ma proprio per niente.
è pur sempre morta una persona.
per quanto cattivo possa essere stato, è pur sempre morto.
e non è bello scrivere queste cose di uno morto.
poveretto, è morto.
volevo vedere se moriva uno di quelli che dice che è contento che è morto, se scriveva queste cose.
(ne ho parlato anche con marco, e lui è d’accordo con me: non si parla male dei defunti.)

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una storia d'amore...


cioè, mettiamo che un ragazzo e una ragazza di venti anni si innamorino, no?
e questa storia diventa un momento importante della loro vita. si amano alla follia e sentono che trascorreranno il resto della loro vita insieme.
poi invece arriva uno invidioso e manda all'uomo un filmato dove si vede la ragazza che fa pompini e roba così a un altro, prima che si fidanzasse.
questo è un colpo al cuore per il ragazzo, e può far finire una bellissima storia d'amore.
eh già...
e di chi è la colpa di tutto questo? della tecnologia. che ormai con i telefonini puoi fare filmati in ogni dove e in ogni quando.
...
mphggggggggg.... BUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!
mica me la sono inventata sta cosa! è una riflessione sociologica che sta in prima pagina oggi sul più importante quotidiano italiano!!!
BUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!!!!!
ma che cazz... BUAHAHAHAHAHAHAHA!!!
e poi l'astruso sono io!!!!
BUAHAHAHAHAHAH!!!

dedicato...

vecchi


vecchio porco...
ma chi l'ha detto che i vecchi non possono fare all'amore? chi l'ha detto che l'amore non può esistere fra dei vecchi? eh? chi l'ha detto?
nessuno!
e allora perché rompere i coglioni co' ste puttanate?!?!
vecchi di merda...

sabato, dicembre 09, 2006

il presepalbero (c)



il presepalbero è la soluzione per tutte le decorazioni natalizie.
basta con tutti questi dubbi logoranti: e mo che faccio? l'albero o il presepe?
il presepalbero è la risposta a tutte le vostre domande.
per acquistare il presepalbero qui rappresentato, basta contattatare il gestore del blog via mail.
all'incredibile prezzo promozionale di 10 euro sarà vostro!

il ricavato della vendita sarà devoluto all'associazione: "ammazziamo caino mortacci sua e de su madre!"

venerdì, dicembre 08, 2006

intervallo

light my fire!


ieri uno su rai due si voleva dare fuoco in diretta tv. la redazione e il conduttore l'hanno fermato.
certa gente non ha il senso dello spettacolo.

giovedì, dicembre 07, 2006

il labirinto


poche volte al giorno, in media, uno pensa ai labirinti.
ed effettivamente i labirinti non sono proprio un pensiero piacevole.
cioè, se uno ci capita veramente in un labirinto, non tipo per gioco, ma sul serio, cioè che sul serio ha il problema di uscire, non è una cosa tanto bella, se uno ci capita dentro.
cionondimeno volevo scrivere cionondimeno.
cionondimeno, dicevo, il labirinto è una cosa abbastanza bella.
il labirinto è un posto dove tu sai da dove entri ma non sai come uscirne.
tutto ti sembra uguale e devi sempre decidere se andare a destra o a sinistra o a dritto o tornare indietro. e questo penso lo sappiano tutti. basta aprire un vocabolario e consultare il lemma “labirinto”.
a questo punto, però, mi vengono subito in mente almeno due luoghi comuni:
1) non è forse un labirinto anche la vita?
2) il labirinto è la rappresentazione materiale o ideale di un sentimento, di uno stato d’animo, di un modo di vedere le cose.
il fatto è che il labirinto non è un luogo comune.
anzi, diciamo che è un luogo insolito.
non se ne trovano facilmente.
e se io vinco tipo al superenalotto, giuro che non ne costruirei mai uno.
che cazzo me ne fotte a me di costruire un labirinto?
o meglio, magari se uno diventa miliardario, facendosi costruire un labirinto davanti al cancello della villa, disorienta i ladri.
chissà se esistono intenditori di labirinti.
sicuramente esistono.
gente che passa la vita a studiare i labirinti.
però secondo me è difficile trovare dei ladri esperti di labirinti.
ma poi chi mi protegge a me dal costruttore di labirinti?
cioè magari i ladri vanno prima dal costruttore di labirinti, si fanno dare la mappa, e poi vengono a rubare a casa mia. mortacci loro.
l’unica soluzione sarebbe trovare un costruttore di labirinti tipo australiano.
non credo che poi i ladri arrivano fino in australia per farsi dare le mappe, tornano, e poi vengono a rubare a casa mia.
a meno che quando vinco al superenalotto non vado a vivere in australia. allora non avrebbe senso.
(mi rendo conto che questo post visto il titolo poteva essere sviluppato in modo più suggestivo ma non ve la prendete con me. cerco solo di essere previdente.)

il budino che non ho mangiato

questo è un budino che non ho mangiato.
ovviamente sono molti i budini che non ho mangiato in vita mia.
sicuramente più di quelli che ho mangiato o che mangerò.
ma questo ha una particolarità che gli altri miliardi di budini che non ho mangiato non hanno.
ovvero, questo stava nel frigorifero aperto in casa della mia ospite\cugina, fiorella, a meno di due metri da me.
ma poi non l'ho mangiato perché me ne sono dimenticato.
peccato.
ci tenevo a mangiarlo per il colore e la consistenza invitanti.
ovviamente, invitanti per me.
quella "lingua" verde che colava dal centro, quell'aria da budino malato, sciupato... mi attiravano irresistibilmente.
insomma sembrava uno di quei dolci preparati per halloween. buoni, ma dall'aspetto pauroso.
e poi era un budino ai pisaticchi.
che sono una droga per me.
insomma, fra una cosa e l'altra (e nessuna delle due sconcia), io e la mia ospite\cugina ci siamo dimenticati del budino.
d'altra parte, lo scopo del cibo è diventare persona.
e io credo che quel budino volesse diventare astrosio.
temo ci sia rimasto male.
e sinceramente mi dispiacerebbe.

mercoledì, dicembre 06, 2006

martedì, dicembre 05, 2006

le perle di jubal - parte prima


Molti artisti moderni non vogliono usare un linguaggio che tu ed io possiamo imparare; preferiscono sogghignare perché noi " non riusciamo" a capire cosa vogliono dire. Se pure vogliono dire qualcosa. L'oscurità è il rifugio dell'incompetenza.

a cura di asscobra

contare

cioè, l'uomo conta. sa contare. e può contare molto molto di più degli anni che vive.
cioè tipo 60 quando può contare fino a mille.
facendo appunto l'ipotesi che uno vive 60 anni, vede solo 60 volte sbocciare i fiori a primavera.
e 60 è un numero ridicolmente piccolo rispetto tipo a mille, duemila, ottocentocinquantamilanovecentonovantanove.
e non solo. l'uomo si è pure inventato modi astrusi per contare cifre sempre più grandi o sempre più piccole.
insomma, quello di prima sa bene quanto sono mille euro, ma vive solo 60 anni.
(ovviamente mille e 60 sono numeri presi a caso. cambiando... eccetera...)
questo io lo trovo astruso.

cronache verissime


http://www.rael-is-real.org/cronacheverissime.pdf
è il numero speciale di natale del collettivo soda.
scaricatevelo se potete. (è gratis!)
babbo natale esiste!!!

domenica, dicembre 03, 2006

sabato, dicembre 02, 2006

tarzan


fra soli 23 giorni è natale. poi, dopo soli altri 7 giorni, è capodanno. quindi fra 30 giorni è capodanno.
questo perché siamo al due di dicembre. ddd, due di dicembre.
se fosse l'uno di dicembre (udd) o il tre di dicembre (tdd), tutto cambierebbe. i calcoli salterebbero. e bisognerebbe rifarli.
tipo che se fosse l'uno mancherebbero 24 giorni a natale eccetera eccetera
e invece se fosse il tre mancherebbero 22 giorni eccetera eccetera
senza dire che sono circa le 18 e 34 e quindi fra sole poche ore non sarà più il ddd ma sarà il tre di dicembre, il tdd.
insomma, progressivamente mi sono rotto i coglioni di fare addizioni e sottrazioni.
e quindi sono stato via via più vago ma spero non meno pregnante.
anche perché sarebbe molto difficile.
ci tengo a precisare inoltre che il venti di dicembre è il vdd, mentre il ventuno di dicembre è il vudd. da ciò ne consegue che il venticinque di dicembre è il vcdd.
ma il punto non è questo.
alcuni sono convinti che il vcdd di molti anni fa è nato un bambino in mezzo agli animali, ma non mi ricordo come si chiama... tarzan?

brutto


strano mondo quello dei brutti.
i brutti prima di tutto sono quelli che non sanno di essere brutti.
e si pensano belli. poveretti. si curano molto. vanno in palestra, fanno il lifting, fanno cure dimagranti e si mangiano solo frutta e verdura.
poi però... sono brutti.
mannaggia.
un po' mi dispiace per i brutti. (bugia.)
poveretti. (col cazzo, sono bruttissimi, mortacci loro.)
passano tutta la loro vita a ignorare la loro bruttezza. (che coglioni!)
si guardano allo specchio e dicono: "quanto sono bello!", e invece... sono brutti. (e anche coglioni!)
il brutto di questa situazione è che sono brutti.
ma brutti, brutti, brutti.
proprio brutti.
non so se s'era capito.
il brutto vero, quello cioè che è brutto senza speranza, il concetto di brutto, dico, non il brutto-persona di cui parlavo prima, ma proprio il brutto-idea, è qualcosa tipo everwood.
cioè, prendete uno stronzo di cane, mettetelo davanti a una puntata di everwood, e se si riuscirà a essere obiettivi, si capirà che è più bello lo stronzo del cane.
stamattina stavo per pestarne uno che sembrava fatto da un elefante.
chissà quanto era grande il buco del culo di quel cane...
ma sto deviando dal problema di fondo che è il mondo dei brutti.
in effetti non sto dicendo assolutamente niente.
tranne che i brutti sono brutti.
è un post tautologico.
ma magari. non è neanche un post tautologico. tantomeno pleonastico.
è un post brutto. com'è giusto che sia.

parole sante - un ordine fulminante


bisogna che tutto sia disposto all'incirca in un ordine fulminante.

antonin artaud

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venerdì, dicembre 01, 2006

premio osbel

istituisco oggi il premio osbel ovvero il premio più importante di tutti.
destinatari del premio possono essere tutti quelli che uno propone che secondo lui lo meritano.
non per forza tipo chi fa cose buone. o scrive cose buone. eccetera.
ma anche chi fa cose pessime.
tipo se il premio nobel c'è solo per la pace, c'è invece il premio osbel sia per la pace che per la guerra.
se c'è il premio nobel per la medicina, c'è il premio osbel sia per la medicina che per la malattia.
ma insomma, uno si può inventare le categorie sul momento. senza stare troppo a pensarci.
infatti, alla serata della premiazione, non si annunciano solo i premiati e i candidati, ma anche le categorie.
ovviamente proposte al sottoscritto, astrosio, a capo della struttura, e dallo stesso selezionate con l'aiuto del comitato scientifico dell'altrologica, tanto sono sempre gli stessi e non mi va di riscriverli.
più peter brown (p.b.), che infatti è anche membro occulto del comitato scientifico dell'altrologica ma in quanto occulto non lo dovevo dire.
stavolta invece non è occulto, e l'ho detto.

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