puntualizzazione
non so quanti possano in effetti dire a cuor leggero che abbiano sistemato bene gli aghi davanti alla porta di casa per non fare entrare spifferi. gli spifferi infatti rifuggono gli aghi. se per esempio prendiamo un ago e lo mettiamo davanti allo spiffero, non succederà una mazza e pertanto finora si sono scritte fregnacce. che cazzo c'entrano gli aghi con gli spifferi? a chi può venire in mente un'idea simile? se per esempio entra uno spiffero da sotto una porta, e sotto quella porta si mette un ago, lo spiffero entra lo stesso. certo, si può pensare a un ago enorme, e metterlo sotto la porta. ma il gioco non vale la candela. a quel punto meglio prendere tipo uno di quei serpentoni di stoffa che costano poco e si trovano facilmente, piuttosto che scervellarsi su un ago enorme eccetera eccetera. che poi a quel punto forse non potrebbe più chiamarsi neanche ago. perché nel concetto di ago è insito il fatto che sia piccolo, corto, sottile eccetera. altrimenti neanche la storia del cammello avrebbe senso. così come se chiamassimo "cammello" un moscerino. e non avrebbe di nuovo senso quella storia del cammello. ecco. sembrano, questi, concetti che fosse utile puntualizzare. cioè, definire per bene. come il segno di punteggiatura noto come "punto". appunto. e si torna al punto. che se ne sta lì beato come la capocchia di uno spillo. e nessuno riesce a smuoverlo. e tornando al discorso di prima, se il punto non fosse tipo piccolo come una capocchia di spillo ma grande quanto un campo di calcio, non servirebbe a un fico secco parlare di "puntualizzazione". punto.Etichette: machenesò























