jungla
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la Terra è una palla che galleggia nello spazio.
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C’era un uomo che aveva una sputacchiera ma non la usava mai. La teneva sempre a portata di mano. Ma non la usava in quanto gli sembrava poco igienico e consono ai buoni costumi. Pertanto la teneva lì, inutilizzata, ma sempre lucida e pronta all’uso. Fra l’altro non molti sapevano che era una sputacchiera. Molti pensavano fosse un oggetto qualsiasi e non ci facevano caso. Pertanto quella sputacchiera era come se non esistesse. La gente sì e no se le dedicava un rapidissimo sguardo distratto. Quindi che fosse o meno una sputacchiera nelle intenzioni di chi l’aveva fabbricata è un fatto del tutto irrilevante. Ora era semplicemente una cosa di proprietà di un tizio che si occupava di tenerla lucida. Ma in realtà (colpo di scena!) quel tizio non esiste. Me lo sono inventato. Invece la sputacchiera no, esiste. Nel senso che da qualche parte, a questo mondo, ci sarà una sputacchiera dimenticata da tutti. Ma questo implica che, anche se c’è, è come se non ci fosse. Se “dimenticata” significa quello che significa. E se “tutti” significa quello che significa. Ma, sempre per le stesse ragioni, è come se non ci fosse, pertanto non posso essere sicuro al cento per cento che ci sia. Pertanto un po’ può anche essere che non ci sia. Tuttavia da qualche parte a questo mondo ci sarà una sputacchiera. E’ un fatto molto importante.Etichette: machenesò
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oggigiorno la gente è maleducata. non come ai tempi andati, quando era molto educata. si toglieva il cappello e salutava. oggi invece non si toglie il cappello e non saluta. tira dritto. la gente. ai tempi andati, no. si fermava. e salutava. la gente. e si toglieva il cappello. oggigiorno invece no. la gente non è piu' educata come un tempo. e' tutta maleducata. e non si toglie il cappello, non si ferma, non saluta. tira dritto. ai tempi dei babilonesi, se uno non si fermava e non salutava, togliendosi il cappello, veniva decapitato. questo per dire quanto era imporante, ai tempi andati, salutare, fermarsi e togliersi il cappello. i babilonesi sì che ne capivano di buone maniere. noi invece assistiamo ogni giorno a scene di gente che non si ferma, non saluta, non si toglie il cappello, nella totale indifferenza. quando invece dovremmo fermarci, salutare e toglierci il cappello. e poco importa che cappello non ne usiamo. dovremmo recarci di corsa a un venditore di cappelli, acquistarne uno, calzarlo, quindi raggiungere la scena precedente, fermarci, toglierci il cappello e salutare. questo fa la gente per bene. quella un po' all'antica, certo. tipo i babilonesi.Etichette: machenesò
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prendete del tonno in scatola, del burro, dei capperi e mischiate il tutto in una terrina. quando avrete ottenuto un composto omogeneo, inserire il composto nei baba' comprati in precedenza e che mi ero dimenticato di dire. dovete a quel punto passare all'operazione piu' complicata, ovvero l'imbibizione. ovvero dovete imbibere il baba' gia' ripieno di qualcosa. si consiglia lo sciroppo di chiodi la cui ricetta è la seguente: prendere dei chiodi e lasciarli a macerareper una settimana in un litro di alcol; quindi, dopo la settimana di cui sopra, preparate mezzo litro di acqua e bicabornato; unite l'alcol al liquido facendolo colare con un colo in una bottiglia di vetro. quindi potete passare all'imbibizione dei babà. ovviamente lo scirtoppo di chiodi dovrà prepararsi una settimana prima, altrimenti i babà ripieni di tonno e capperi si deteriorano. una volta che i vostri baba' saranno pronti, si raccomanda di buttare il tutto: ingerirlo può provocare decesso.Etichette: cucina
Se vi trovate di fronte a un bivio, una scelta o una decisione da prendere, e le opzioni sono solo due, un dilemma insomma, c’è uno strumento che potrà operare la scelta in vostra vece. Si tratta di una rondella metallica del diametro di due o tre centimetri, di forma rotonda, spessa qualche millimetro che su una delle facce reca un simbolo diverso da quello che reca sull’altra faccia. Tale strumento è comunemente detto “moneta”. A questo punto basterà assegnare un valore x a una delle facce, ove x starà per una delle due opzioni della vostra decisione, e un valore y all’altra faccia, ove y starà per l’opzione opposta. Quindi occorrerà lanciare il suddetto strumento in aria e attendere che atterri, grazie alla forza di gravità, al suolo o su una delle vostre mani. A quel punto basterà osservare la faccia che lo strumento mostra (evidentemente diversa da quella su cui lo strumento e’ atterrato), ricordarsi il valore attribuitogli e prendere la decisione di conseguenza. Se siete indecisi se farla atterrare a terra o su una delle vostre mani, basterà ripetere l’operazione facendo atterrare la moneta da qualche altra parte. Se siete indecisi dove fare atterrare la moneta, si può facilmente decidere prima di ripetere l’operazione con lo stesso metodo indicato. E se siete indecisi su dove fare atterrare la moneta per decidere dove fare atterrare la moneta per decidere dove fare atterrare la moneta, se su una delle vostre mani o per terra, allora siete fottuti. Mica posso continuare sto post all’infinito. Eccheccazzo.Etichette: machenesò
allora, secondo me san valentino è frocio. proprio frocio perso. con tutte quelle cazzo di cose rosa a forma di cuore a me san valentino mi fa vomitare. forse perché non sono innammorato e blablabblà, ma fa veramente cagare, come festa. in una scala di cazzutismo, san valentino è una festa cazzuta meno di zero. le feste cazzute sono halloween e venerdì santo. quelle sì che sono feste cazzute. san valentino invece le prende, e ne prende tante, in un'ipotetica guerra delle feste di cui già scrissi in passato. tipo che si ripara dietro al coniglio di pasqua. che magari forte non è ma che è spalleggiato da Venerdìssanto. Halloween è un po' come The Undertaker, cioè spacca culi per mestiere. e san valentino, che ha pure un nome del cazzo, diciamocelo, si ripara dietro al coniglio di pasqua. e mentre The-Undertaker-Halloween picchia a sangue Babbo Natale e Primo Maggio, che da nemici che erano, ora si presentano insieme alle elezioni per il governo delle feste, san valentino trema dietro al coniglio di pasqua. e così Venerdìssanto si ribella e tradisce all'improvviso il coniglio di pasqua. e lo distrugge di pugni. san valentino gli chiede pietà e Venerdìssanto si limita a pisciargli in testa. Carnevale se ne sta in un angolo. in quanto soffre di personalità plurima. c'ha quello di venezia, quello di viareggio, quello di rio, quello di new orleans. insomma, si fa un po' i cazzi suoi in un angolo perché è in lotta con se stesso. e nessuno gli rompe i coglioni visti i problemi che si ritrova. alla fine vicono Halloween e Venerdìssanto. pasqua, natale, sanvalentino e primomaggio rimangono al tappeto storditi e umiliati. Carnevale va in birreria a festeggiare con Halloween e Venerdìssanto. si fanno insieme una porchetta e a un certo punto Carnevale dice a Venerdìssanto: ma tu non eri quello che non si mangia la carne? Venerdìssanto lo guarda serio un attimo e poi BUAHAHAHAHAH!!! scoppia a ridere. e così felici e contenti Carnevale, Halloween e Venerdìssanto si prendono una sbornia di quelle indimenticabili, poi escono dalla birreria e vanno a puttane. ecco.Etichette: machenesò
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è scontato che un ippopotamo pesa molto. ma è anche scontato qualsivoglia fregno che prima costava di piu' e poi costa di meno. tipo una cosa venduta con i saldi. o una cosa venduta da un venditore amico che ti fa lo sconto. insomma, a pensarci bene la parola "scontato" potrebbe creare degli equivoci. ma uno ci deve pensare proprio bene. perche' se non ci pensa poi tanto, capisce subito e l'equivoco non si crea. e non si creda che queste osservazioni siano inutili. sono osservazioni molto profonde. bugia. sono inutili. tuttavia sentivo l'esigenza di renderle manifeste. bugia anche questa volta, non sentivo nessuna esigenza in tal senso. le mie esigenze sono altre. tipo uscire la sera, qualche donna, mangiare, bere eccetera eccetera. fumare. non certo scrivere cose scontate. perche' quanto ho scritto finora è estremamente scontato. e non nel senso che prima costava di piu' e ora costa di meno. no. nell'altro senso. quello dell'ippopotamo.Etichette: machenesò

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Conoscevo uno che amava travestirsi da travestito brasiliano. E vendeva il suo corpo per le strade. Ma rischiava molto. Infatti c’era una legge che riconosceva il marchio D.O.T., Denominazione d’Origine Travesta, solo a chi rispondeva ad alcuni requisiti. Ovverosia: pelle marrò (naturalmente, non per trucco o scarsa igiene); parlare strano; due bicipiti da scaricatore di porto; minimo una quarta di reggiseno; il pisello. Se mancava anche uno solo di questi requisiti, era vietato andare a battere per la strada atteggiandosi a travestito brasiliano. Al limite si poteva andare a battere atteggiandosi a travestito extracomunitario generico. Altrimenti arrivavano subito i gruppi antisofisticazione. E facevano la contravvenzione. Che fa rima con “antisofisticazione”.Etichette: machenesò
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questoggi racconto una storia successa veramente ierisera. arrivo alla salsamenteria con la cugina, due posti prenotati a nome "astrosio", e dopo aver preso posto la cugina si alza per andare in bagno. arriva una cameriera e toglie la scodella per il vino dal posto della cugina. alché io attiro l'attenzione della ragazza, bella e straniera, e le chiedo: "scusi, perché mai ha fatto cio'?". e la cameriera: "perché lei è solo!", e io: "no no, non sono solo!". nel frattempo arriva un cameriere e fa alla sua collega: "infatti, non è solo, non vedi che è con il suo amico immaginario?". a quel punto io ho pensato due cose: a) che il cameriere seguisse il blog e fosse al corrente della storia di stronzo; b) che mi fossi inventato tutto, che la cugina non esistesse e fosse un parto della mente. mentre mi arrovellavo in questo dilemma, ho notato che la cugina aveva lasciato la borsa appesa alla sedia. alché ho indicato la borsa e ho fatto al cameriere: "sì, infatti, ho un amico immaginario, e ha gusti particolari!". e mi sono messo a ridere, e il cameriere si è messo a ridere. la cameriera, invece, quella bella e straniera, no. vabbe', nel frattempo è tornata la cugina e le ho raccontato tutto ridendo. ma non ho smesso di guardarla strana per tutto il resto della serata. ecco.Etichette: machenesò
io penso che in parte abbia ragione... non chiedetemi chi o perchè: è la prima volta che uso un congiuntivo e non sono pratico. PGEtichette: breviario astruso
c'era una signora di Fidenza che si chiamava marta. e finquì nessun problema. il problema nasceva dal fatto che di cognome faceva Diffidenza. e finiva per essere la signora Diffidenza di Fidenza. il ché le creava dei problemi. ma minimi. insomma, non è che poi succedeva chissà che cosa perché gli equivoci che si verificavano in virtù della somiglianza terminologica del suo cognome con il suo luogo di residenza si risolvevano in breve e con qualche risata. e non era neanche diffidente in particolar modo, nonostante il cognome. anzi, invece era mediamente ottimista e si fidava mediamente del prossimo. insomma, era una signora come tante. con il cognome strano. ma ci sono cognomi ben piu' strani, e situazioni ben piu' bizzarre di questa testè prospettata. e questa storia insegna, a tutti quelli di Fidenza che si chiamano Diffidenza di cognome, che non devono prendersela per così poco. ovviamente, qualora non esistano persone di Fidenza che si chiamano Diffidenza di cognome, questa storia non serve a un beneamato cazzo. ecco.Etichette: nomen omen
è bello trovare cento euro per strada. ma non ci si può lamentare se non si trovano. così si comporta la gente nell'amore: si lamenta che non trova cento euro per strada.Etichette: breviario astruso
ecco un altro esempio di titolo suggestivo che cattura l'attenzione. forse. non lo so. forse la cattura. forse no. pero' in genere uno si sente intelligente quando legge un titolo del genere. pensa: e' vero! ho pensato un sacco di volte anche io al fatto che le cose vanno dal generale al particolare. e quindi si interessa. e si legge magari il testo a cui il titolo faceva da titolo. cioè, per esempio, quanto sto andando scrivendo. che probabilmente non è niente di imperdibile e non porterà da nessuna parte. posso a questo punto, fatta questa premessa, scrivere un po' che cazzo voglio. ma voglio sforzarmi di scrivere una cosa di nessuna utilità o interesse. come per esempio il fatto che l'altro giorno quando ho parcheggiato nell'unico posto libero del parcheggio di linate, le macchine affianco alla mia erano parcheggiate così male che ho dovuto fare il contorzionista per uscire dalla mia. e un angolo dello sportello mi si è conficcato nel petto, mentre uscivo, procurandomi del dolore. ma il dolore non era poi tanto forte. e non mi è uscito neanche il livido. e me n'ero completamente dimenticato finora. cioè fino a quando ho deciso di scrivere qualcosa di inutile e di nessun interesse. ecco.Etichette: machenesò
c'era una volta uno che per hobby dissentiva. se si discuteva, lui interveniva e diceva: "io dissento!". poi magari non argomentava, non diceva niente di niente, ma gli piaceva troppo a un certo punto assumere un'aria sprezzante e indignata e dire: "io dissento!". e insomma divento' un dissenziente famoso, e cominciarono a chiamarlo per farlo dissentire a pagamento. per esempio, quando gli organizzatori di un convegno erano preoccupati perché c'era il rischio che al convegno che stavano organizzando tutti fossero troppo d'accordo, chiamavano lui, e lo facevano dissentire a pagamento. questo successe, ad esempio, al convegno dal titolo: "ma quanto è buona la pizza margherita?". e insomma, il dissenziente cominciò ad avere soldi e successo. ma tutto quel dissentire lo fece ammalare. e il dissenziente morì di dissenteria. com'era prevedibile.Etichette: racconti
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