Essendo Astrosio andato nuovamente al mare (essendo Astrosio con la nostalgia), difatti avendo Astrosio fotografato una palla rossa che galleggiava belbella in mezzo al mare. Essendo che Astrosio si è ritrovato con gli amici. Essendo tutte quelle cose di prima, ora Astrosio racconta una scena: la scena è questa: due di notte, piazzetta di un paese sul mare, settembre inoltrato. Pertanto, notte, deserto, un bar aperto, l’unico. Modello chioschetto. Diciamo al centro della piazzetta. Un’oasi di luce eccetera eccetera. Intorno, il deserto di un paese sul mare appena svuotato dopo l’estate. E musica a palla. Numero avventori: meno di dieci, sui 7\8. Fra questi Astrosio, Fambrus e il Samoano, amici del proprietario nonché gestore del chiosco, Mario, anch’egli presente al fattaccio. Mentre si festeggiava qualcosa che non si sa, ma è certo che si festeggiava, macchina dei carabinieri entra in piazzetta e si avvicina. Dalla macchina dei carabinieri escono, manco a dirlo, due carabinieri. Che con volto minaccioso si avvicinano agli avventori.
(Il dialogo che segue non è realistico manco per un cazzo. n.d.r.)
“Ci hanno chiamati. State disturbando la quiete pubblica”
“La quiete pubblica?!?!?” fa Astrosio.
Mario ha abbassato subito il volume e scende il silenzio. Si sentono dei grilli notturni. Nessuna macchina nel giro di dieci chilometri di diametro. Le case lì intorno disabitate e buie. Gli avventori zitti, i carabinieri zitti. Tutti zitti.
“Documenti”, fa un carabiniere ad Astrosio.
Astrosio tira fuori prontamente la sua carta d’identità, e contestualmente dice: “Ok, ma lei ce l’ha una sigaretta?” e mentre un carabiniere verbalizza l’altro prontamente offre ad Astrosio una sigaretta e gli chiede (ad Astrosio):
“Lei che fa di lavoro?”
E Astrosio, mentre si accende la sigaretta, risponde: “L’avvocato.”
“Ah!” fa il carabiniere. E si accende subito anche lui una sigaretta. Intanto gli altri avventori si avventano (appunto) sul carabiniere tabagista: “Una anche a me!” “Una anche a me!”
E il carabiniere: “Eh, non è che mo posso finirle!”
Allora, rassegnati, due avventori tirano fuori una triste bustina di tabacco Old Holborn. Uno fa all’altro: “Fai il filtrino…”
E il carabiniere: “Non è che mo ci facciamo una canna!?!?”
E Astrosio interviene: “No, no, tranquillo, hehehe, ma che stavamo facendo?”
Il carabiniere: “Ci hanno chiamati… Disturbo alla quiete pubblica.” A questo punto il carabiniere fa un’espressione che si capisce. Non si può spiegare, ma si capisce. Con gli occhi dice: “Ci ha chiamati un rompicoglioni per una puttanata e noi siamo dovuti venire per forza.” Non a parole. Ma con gli occhi. Non si può spiegare. Ma si capisce. E comunque dice: “Però è lampante che state violando la legge vista l’ora tarda e il volume della musica.”
Allora interviene Fambrus che fa: “Ma scusa, non potete accusarci di questo, noto infatti che siete sprovvisti degli appositi misuratori di decibel. Pertanto non potete affermare con sicurezza che quanto da noi suonato o schiamazzato vada oltre la misura consentita dalla legge.”
E il carabiniere, a Fambrus: “E lei ce li ha i documenti?” e Fambrus: “No.” E il carabiniere “e lei che lavoro fa?”, e Fambrus: “il magistrato.” “Ah…”, fa il carabiniere. Il Samoano coglie la palla al balzo e dice: “Manco io ce li ho i documenti”. E intanto l’altro verbalizza. Intanto Mario arriva e fa: “Posso offrirvi qualcosa, un uischi, un amaro?” e i carabinieri: “No, grazie, siamo in servizio.” E tira un altro tiro di sigaretta. E mentre il verbalizzatore con la faccia scura continua a trascrivere nomi e dati su un foglio, il carabiniere tabagista fa ad Astrosio: “Mo tiro fuori l’etilometro” E Astrosio gli fa notare gentilmente: “Guardi che siamo a piedi.” Poi un avventore alto e ubriaco fradicio (definirlo alticcio credo sia un’ottima idea) fa al carabiniere: “Mo, io non so che grado siete, perché non riconosco i gradi, però volevo dire…” e protesta la sua estraneità da ogni accusa con un discorso sconclusionato da ubriaco, ridendo, come se fosse una cosa tra compari. Troppa confidenza. E il carabiniere con gli occhi dice: “Qui stiamo esagerando; voi potete dire quello che volete, ma mo noi se vogliamo vi facciamo il culo”. Allora Astrosio prontamente interviene e dice all’avventore alto e alticcio: “Stai zitto, non dire cazzate.” Il carabiniere apprezza e lascia cadere. Ma l’avventore alto, che non gli sembra vero di familiarizzare con dei carabinieri, vuole continuare. Gli sembra che ormai il carabiniere tabagista è il suo migliore amico. Allora Astrosio lo prende e lo trascina via. Insomma, hanno preso nomi e cognomi e se ne sono andati. Finito. Che c’è? Che volete? Ho detto che non era un racconto. Solo una scena. E la scena era quella.