domenica, settembre 30, 2007

babbo natale e la piccola paralitica

c'era una volta una bimba paralitica. che beveva fumava e diceva parolacce. e giocava a dadi. nessuno le voleva bene. tranne una persona che provava ad accudirla e ad esserle amica. questa persona era una signora di circa 45 anni che non aveva un cazzo di meglio da fare. e la bambina la uccise. fingendo un incidente. molti sospettarono che fosse stata lei, la bambina paralitica, ad ucciderla. ma nessuno se la sentiva di prendersela con una bambina paralitica. che un giorno però per miracolo riuscì ad alzarsi dalla carrozzina e a camminare. molti gridavano: "miracolo! miracolo!". ma siccome la bambina era una grande stronza, molti dicevano: "cazzo, forse non è proprio un miracolo..."; e infatti la bambina, che ormai paralitica non era, diventò ancora più stronza e zoccola. a scuola tiranneggiava i bambini più piccoli, li umiliava e li ricattava. gonfiava con la pompa i cuccioli di cani e di gatti fino a farli scoppiare. mandò in carcere due professori dicendo che avevano abusato di lei. fumava e beveva e diceva parolacce. ma un giorno babbo natale le sparò un colpo fra gli occhi. e la uccise. ma nessuno gliene fece una colpa.

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venerdì, settembre 28, 2007

il cinico e la disagiata

c'era una volta un impresario cinico che sfruttava il disagio mentale creativo di un'artista. (c'è l'apostrofo perché era donna.) un giorno però l'impresario gettò una sigaretta in una carrozzina dove c'era un bambino appena nato. (il bambino fortunatamente non si fece niente. la storia è mia quindi ho deciso così.) e si rese conto quindi di essere diventato un tantino troppo cinico. quindi andò da un neuropsichiatra per diventare meno cinico. il neuropsichiatra lo guarì. e da quel momento l'impresario non riuscì più a sfruttare il disagio mentale della artista. anzi, la portò dallo stesso neurologo che la guarì dal disagio mentale. rimasti senza lavoro, i due trovarono posto come impiegati del catasto.

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peperoni

photo by Astrosio - all rights reserved
tutti* a parlare male dei peperoni: non fanno digerire, sono brutti, non come le pere, le mele, l'uva e tutta l'altra frutta bella che fa bene. invece no! basta con questa discriminazione! i peperoni sono buonissimi e bellissimi. sono calocagatici. questo sostengo e dico addì 28 settembre 2007!

*vabbe', non proprio tutti. ma era per inveire a sproposito.

p.s. quelli nell'immagine non sono peperoni. me l'ha detto un mio amico magro belga.

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giovedì, settembre 27, 2007

birra & napalm

Uno in un pub sale sopra una sedia e con un bicchiere di birra in mano grida: “fate tutti come me!” e si versa la birra in testa. La gente lo guarda e si zittisce. Dopo un po’ un altro ragazzo si versa il bicchiere di birra in testa e grida: Alè! E quindi a ruota tutti cominciano a versarsi boccali di birra in testa, urlanti e festanti. “E’ bellissimo!”, grida una ragazza tutta sporca di birra. E tutti si rovesciano boccali di birra in testa. Euforici e impazziti, escono dal locale e vanno in strada a ballare senza musica con movimenti scomposti e gridando. In quel momento passa da lì un aereo e gli versa addosso il napalm. E ci ripassa altre due tre volte (versando altro napalm). Per sicurezza.

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mercoledì, settembre 26, 2007

un argomento importante

La fiorentina si spogliò: sotto il seno, una linea scura indicava il livello dell'acqua nell'alluvionedel 4 novembre '66. Ennio Flaiano

Questo argomento è importante. forse troppo. ma troppo in maniera esagerata. le parole tracimerebbero dal blog e finirebbero sugli altri siti. poi uscirebbero dai pc e si riverserebbero sulla scrivania. Invaderebbero la stanza, uscirebbero dalla finestra, si riverserebbero per la via della città. E la gente non capirebbe più un cazzo con tutte quelle parole in libertà che si insinuano nei discorsi, spingendo fuori alcune parole e prendendone il posto. Uno per esempio vuole dire: “A che ora passa il tram?” e invece gli esce dalla bocca: “A che ora passa la scamorza?”. Una signora vede un bambino nella carrozzina e vuole dire alla madre: “Ma che bel bambino!”, e invece gli esce: “Ma che bel abbecedario”. Allora tipo la mamma del bambino si sente presa per il culo e risponde: “Come si scommette?” e allora la signora di prima: “Perché se la intende? Volevo solo fare un lamento!”, la mamma del bambino non ci vede più e parte con diretto al volto della signora, che però lesta lo scansa e fa partire un jab che colpisce la mamma del bambino sul mento. La mamma del bambino accusa il colpo ma incassa bene e senza pensarci due volte risponde con un destro-sinistro al volto della signora. E continuano a picchiarsi insultandosi: “Brutta centrifuga!” “Figlia di banana!”. E così per la città infurierebbero altre liti che poi in un modo o nell’altro sfocerebbero in un incendio, devastazioni varie eccetera. Pertanto non si affronterà quel argomento importante.

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martedì, settembre 25, 2007

vera storia del martello

se prima di iniziare a leggere il post qualcuno ha letto il titolo, penserà che ora qui si parlerà della storia del martello. invece non è assolutamente vero. qui si parlarà di altra roba. come per esempio il vero senso della vita e non quello finto che si finge vero. in genere si insinua nei pensieri della gente e si spaccia per il vero senso della vita. ma è facilmente smascherabile in quanto porta un cappello a falde larghe e un impermeabile a là anfri bogart. pertanto questo post serva da avvertimento: qualora si dovesse insinuare nei vostri pensieri un senso della vita con cappello a falde larghe e impermeabile, non dategli retta. se ho messo quel titolo lì è solo per non attirare la sua attenzione. egli infatti è un tipo molto astuto. sa camminare senza fare rumore come agli indiani nella foresta. e spunta all'improvviso da dietro a un angolo. ha un cappello a falde larghe e un impermeabile a là anfri bogart. anche la faccia somiglia a quella di anfri bogart. in realtà, il finto vero senso della vita è anfri bogart. che si scrive: humphrey bogart. prima faceva l'attore. poi è morto e si è messo a fingersi il vero senso della vita. è fissato proprio. in sostanza, il senso di questo post è: il finto vero senso della vita è humphrey bogart.

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domenica, settembre 23, 2007

astrosio, fambrus e il samoano

Essendo Astrosio andato nuovamente al mare (essendo Astrosio con la nostalgia), difatti avendo Astrosio fotografato una palla rossa che galleggiava belbella in mezzo al mare. Essendo che Astrosio si è ritrovato con gli amici. Essendo tutte quelle cose di prima, ora Astrosio racconta una scena: la scena è questa: due di notte, piazzetta di un paese sul mare, settembre inoltrato. Pertanto, notte, deserto, un bar aperto, l’unico. Modello chioschetto. Diciamo al centro della piazzetta. Un’oasi di luce eccetera eccetera. Intorno, il deserto di un paese sul mare appena svuotato dopo l’estate. E musica a palla. Numero avventori: meno di dieci, sui 7\8. Fra questi Astrosio, Fambrus e il Samoano, amici del proprietario nonché gestore del chiosco, Mario, anch’egli presente al fattaccio. Mentre si festeggiava qualcosa che non si sa, ma è certo che si festeggiava, macchina dei carabinieri entra in piazzetta e si avvicina. Dalla macchina dei carabinieri escono, manco a dirlo, due carabinieri. Che con volto minaccioso si avvicinano agli avventori.
(Il dialogo che segue non è realistico manco per un cazzo. n.d.r.)
“Ci hanno chiamati. State disturbando la quiete pubblica”
“La quiete pubblica?!?!?” fa Astrosio. Mario ha abbassato subito il volume e scende il silenzio. Si sentono dei grilli notturni. Nessuna macchina nel giro di dieci chilometri di diametro. Le case lì intorno disabitate e buie. Gli avventori zitti, i carabinieri zitti. Tutti zitti.
“Documenti”, fa un carabiniere ad Astrosio.
Astrosio tira fuori prontamente la sua carta d’identità, e contestualmente dice: “Ok, ma lei ce l’ha una sigaretta?” e mentre un carabiniere verbalizza l’altro prontamente offre ad Astrosio una sigaretta e gli chiede (ad Astrosio):
“Lei che fa di lavoro?”
E Astrosio, mentre si accende la sigaretta, risponde: “L’avvocato.”
“Ah!” fa il carabiniere. E si accende subito anche lui una sigaretta. Intanto gli altri avventori si avventano (appunto) sul carabiniere tabagista: “Una anche a me!” “Una anche a me!”
E il carabiniere: “Eh, non è che mo posso finirle!”
Allora, rassegnati, due avventori tirano fuori una triste bustina di tabacco Old Holborn. Uno fa all’altro: “Fai il filtrino…”
E il carabiniere: “Non è che mo ci facciamo una canna!?!?”
E Astrosio interviene: “No, no, tranquillo, hehehe, ma che stavamo facendo?”
Il carabiniere: “Ci hanno chiamati… Disturbo alla quiete pubblica.” A questo punto il carabiniere fa un’espressione che si capisce. Non si può spiegare, ma si capisce. Con gli occhi dice: “Ci ha chiamati un rompicoglioni per una puttanata e noi siamo dovuti venire per forza.” Non a parole. Ma con gli occhi. Non si può spiegare. Ma si capisce. E comunque dice: “Però è lampante che state violando la legge vista l’ora tarda e il volume della musica.”
Allora interviene Fambrus che fa: “Ma scusa, non potete accusarci di questo, noto infatti che siete sprovvisti degli appositi misuratori di decibel. Pertanto non potete affermare con sicurezza che quanto da noi suonato o schiamazzato vada oltre la misura consentita dalla legge.”
E il carabiniere, a Fambrus: “E lei ce li ha i documenti?” e Fambrus: “No.” E il carabiniere “e lei che lavoro fa?”, e Fambrus: “il magistrato.” “Ah…”, fa il carabiniere. Il Samoano coglie la palla al balzo e dice: “Manco io ce li ho i documenti”. E intanto l’altro verbalizza. Intanto Mario arriva e fa: “Posso offrirvi qualcosa, un uischi, un amaro?” e i carabinieri: “No, grazie, siamo in servizio.” E tira un altro tiro di sigaretta. E mentre il verbalizzatore con la faccia scura continua a trascrivere nomi e dati su un foglio, il carabiniere tabagista fa ad Astrosio: “Mo tiro fuori l’etilometro” E Astrosio gli fa notare gentilmente: “Guardi che siamo a piedi.” Poi un avventore alto e ubriaco fradicio (definirlo alticcio credo sia un’ottima idea) fa al carabiniere: “Mo, io non so che grado siete, perché non riconosco i gradi, però volevo dire…” e protesta la sua estraneità da ogni accusa con un discorso sconclusionato da ubriaco, ridendo, come se fosse una cosa tra compari. Troppa confidenza. E il carabiniere con gli occhi dice: “Qui stiamo esagerando; voi potete dire quello che volete, ma mo noi se vogliamo vi facciamo il culo”. Allora Astrosio prontamente interviene e dice all’avventore alto e alticcio: “Stai zitto, non dire cazzate.” Il carabiniere apprezza e lascia cadere. Ma l’avventore alto, che non gli sembra vero di familiarizzare con dei carabinieri, vuole continuare. Gli sembra che ormai il carabiniere tabagista è il suo migliore amico. Allora Astrosio lo prende e lo trascina via. Insomma, hanno preso nomi e cognomi e se ne sono andati. Finito. Che c’è? Che volete? Ho detto che non era un racconto. Solo una scena. E la scena era quella.

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lunedì, settembre 17, 2007

mezzi termini

scrivo questo post per dire che sono contrario ai mezzi termini. se si deve discutere, si deve farlo senza mezzi termini. altrimenti la discussione potrebbe non avere senso alcuno. per esempio, se io voglio parlare male dell'inquinamento, devo avere il coraggio di parlare senza mezzi termini. se invece parlo con i mezzi termini ne esce qualcosa del tipo: l'inqui è un co mol bru e bisog ch qualc fac qualc pri ch si tro tar. ecco, come si può vedere nell'esempio fatto non si capisce niente. ma non vale solo per l'inquinamento. questo discorso ovviamente vale per tante altre cose come la politica. per esempio, se parlo di politica usando mezzi termini devo dire: l situaz poli ital è mol brut perc tut s fan i caz lor. e già non sto usando mezzi termini. ne sto usando nella maggior parte dei casi almeno 3/4. se usassi proprio mezzi termini, ovverosia 1/2, sarebbe molto molto peggio. ma mi dovrei andare a contare tutte le lettere di ogni parola e poi dividere il numero risultante per due. ma siccome erano giusto degli esempi, non era il caso di fare tutta quella fatica. e se era il caso, a me non mi andava.

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domenica, settembre 16, 2007

archibugio

stanotte ho sognato un archibugio. anzi, mi sarebbe piaciuto sognare un archibugio. in realtà, se ho sognato qualcosa, non me lo ricordo. quindi posso dire con una certa tranquillità che l'archibugio l'ho non-sognato. questo tuttavia non mi toglie il diritto o la possiblità di descrivere quell'archibugio che ho non-sognato. questo, se mi andasse di descrivere archibugi. cosa che non mi passa neanche lontanamente per la testa. non posso passare certo la domenica mattina a descrivere archibugi! ci sono tante cose migliori da fare la domenica mattina! per esempio... per esempio... uhm... no, in questo momento non riesco a farmi venire in mente niente di meglio che descrivere archibugi. la descrizione di un archibugio in questo momento mi sembra la più appetibile delle attività praticabili di domenica mattina. peccato che non mi va. questo è vero. ma analizzando meglio questa mia sensazione di non-andarmi, forse è più giusto dire che non ne sono capace in quanto di archibugi ne so pochissimo. solo che trovo la parola, "archibugio" appunto, formidabile. questo è senz'altro vero.

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sabato, settembre 15, 2007

fiona hilton

allora... sì... insomma... io a volte faccio confusione fra fiona swarowski e paris hilton. tutte e due ricche ereditiere e cazzi e mazzi. allora poi siccome quella, la prima, la swarowski, si chiama come a fiona di shrek, capita che quando sento parlare di queste due, ricche ereditiere, mi viene in mente anche fiona in shrek, anch'essa a sua volta ricca erediera. e va a finire che nella mia mente si confondono. e più o meno questa immagine a corredo del presente post è quello che la mia mente elabora quando accade tutto ciò. cioè che sento parlare di ricche ereditiere. che poi si chiamino paris o fiona, swarowski o hilton, non cambia molto. e dentro alla mia testa si forma più o meno questa immagine. giuro. poi non è che posso proprio fotografarla. non è proprio fedelissima. nella mia testa è un po' più definita. ma era giusto per dare un'idea. su una cosa di fondamentale importanza. non parisilton o fionasvaroschi, ovviamente. ma la moglie di shrek e quello che succede nella mia mente. ecco.

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venerdì, settembre 14, 2007

esclusivo!!!

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è con una certa emozione che quest'oggi posto un'immagine in esclusiva. Titolo: "Il Pensatore". Fotomodello: Astrosio. Fotografa: Claudia Pasanisi Smith. Ecco.

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giovedì, settembre 13, 2007

strumenti

spesso ci si chiede come andrà una certa qual cosa che ancora si deve verificare. non tutti però hanno gli strumenti utili per saperlo. pertanto sarebbe opportuno che un imprenditore si prendesse la briga di vendere strumenti per capire come andrà una certa qual cosa che ancora si deve verificare. nello staff di persone che devono mettere a punto questi strumenti ci devono essere: matematici, medici, giuristi, architetti, indovini, cuochi e fotomodelle. gli ultimi due per provvedere all'intrattenimento dei precedenti. infatti non è che i precedenti possono stare tutto il tempo a mettere a punto gli strumenti utili a capire come andrà una certa qual cosa tutto il tempo senza mai un attimo di svago e\o gratificazione. tutti hanno diritto a prendersi un attimo di pausa! è proprio un diritto umano! non si può e non si deve eccetera eccetera e bla bla bla. ecco! questa mi sembra una battaglia sociale che valga la pena combattere: i matematici, giuristi medici, architetti che lavorano a mettere a punto gli strumenti utili a capire come andrà una certa qual cosa che ancora si deve verificare hanno bisogno di cuochi e fotomodelle! diamine! è una vergogna che non ci abbia pensato ancora nessuna in questa società sempre più indifferente ai bisogni degli altri! non è giusto! è ora di dire basta a questi eventuali esperti che eventualmente si occuperanno di qual cosa che ancora non c'è, questi eventuali esperti, dicevo, che non hanno a disposizione fotomodelle e cuochi! il problema è che come al solito sono in anticipo sui tempi. e nessuno mi capisce. ma quando un giorno si verificherà, se si verificherà, quanto ho prospettato in precedenza, allora tutti diranno: aveva ragione Astrosio! ecco... sì... uhm... vabbe', forse...

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mercoledì, settembre 12, 2007

ultime dal giambellino

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Claudia Pasanisi Smith, cinque minuti fa, a casa di Astrosio.

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scaccaerobica

Scopo della fitboxe non è colpire e neutralizzare l'avversario. L'obbiettivo è il miglioramento della forma fisica praticando un'attività aerobica. E così scopo della fitchess, altresì detta scaccaerobica, non è vincere o perdere a scacchi ma il miglioramento della forma fisica praticando un’attività aerobica. Così come nella fitboxe non si colpisce un avversario ma semplicemente l’aria, riproducendo i movimenti della boxe, la fitchess si pratica a coppie e si sta uno di fronte all’altro, fermi e in silenzio, minimo due ore, facendo finta di muovere dei pezzi su una scacchiera inesistente. Ovviamente il tutto conferirà a chi la pratica tutto quello che in genere conferisce una partita di scacchi ma eliminando tutti gli aspetti violenti o spigolosi, competitività eccetera, che in genere il gioco comporta. E poi c’è anche la versione femminile. La fitdama.

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martedì, settembre 11, 2007

ultime dal giambellino

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giuro. neanche cinque minuti fa. dalla finestra di casa mia. sembra finto.

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Paolo Mantegazza - ovvero - l'Astruso Definitivo

Gli alimenti nervosi contribuiscono assai a rendere più lieta la vita. Sotto la loro azione si aumenta sempre la coscienza di esistere, si mitigano o si dimenticano i dolori morali e si ridesta un'allegria, che può arrivare al massimo grado di felicità.

Arriva un momento in cui qualcuno scopre qualcosa. E si commuove. E' quanto è successo a me fra ieri e oggi. Ero alla ricerca di che straminchia significasse Heracleum Mantegazziani. Che sta in una canzone di Nursery Crime, The Return of Giant Hogweed. Me lo chiedevo da più di vent'anni in realtà. Da quando cioè il Giovanni delle Paludi introdusse in casa il vinile del suddetto disco, di ritorno da una sottospecie di gita scolastica all'Expo Levante di Bari. Che fosse una pianta, ovviamente, era facile capirlo. Ma da dove prendesse il nome, era un tantino più difficile. Ora sembrerà facile. Ma brutti indigenti spirituali, non lo è stato per niente, cazzo. Ho scoperto infatti solo in questi giorni che il nome è dovuto non a chi ha scoperto la pianta, ovvero il botanico Stephen Sommier, ma a un suo amico, Paolo Mantegazza. Il quale ha condotto vita e studi astrusi in lungo e largo per il mondo. Compiendo la sua opera con un libro, "3000", che a prima vista potrebbe sembrare ucronico, patafisico, utopico, ma a mio insindacabile giudizio, Egli, il Maestro, l' Astruso Definitivo, Paolo Mantegazza il Grande, lo ha scritto riportando esperienze vissute veramente. Come nei suoi precedenti, meravigliosi, libri di viaggio. Egli infatti è andato nel 3000 con una macchina del tempo. A vapore. E ne ha fatto un resoconto romanzato per non sconvolgere le menti di chi non sa, non accetta, non vuole prendere coscienza del fatto che viviamo su una palla che galleggia nello spazio. Ma bando alle ciance. Il dottor professor Paolo Mantegazza ci invita tutti a teatro. Il 26 aprile del 3000. Nella città di Andropoli:

SPETTACOLI
che si daranno nei Teatri di Andropoli il giorno 26 di aprile dell'anno 3000.

PANOPTICON. - Serata di gala coll'intervento del Pancrate. - Il ciclo del piacere cosmico da Omero all'anno 3000.
PANGLOSSO (Il Panglosso è un teatro riserbato agli uomini molto colti e dove si danno rappresentazioni nelle lingue morte, dal greco all'italiano, dal latino e dal sanscrito all'inglese, al turco al chinese). L'Edipo di Sofocle in greco antico. - Una pochade del secolo XIX. In lingua francese.
TEATRO DELLA COMMEDIA GAJA. - Le gelosie d'un podestà e di due sindaci. Commedia in quattro atti.
TEATRO DELLA TRAGEDIA CLASSICA. - L'Amleto di Shakespeare, tradotto dall'inglese in lingua cosmica.
TEATRO DELLA TRAGEDIA MODERNA. - La povera Lisa. Tragedia in cinque atti del celebre scrittore inglese John Trembley.
TEATRO DELLA TARANTELLA. -La Capricciosa. - Commediola tutta da ridere con canzonette e balli degli antichi spagnuoli e napoletani.
TEATRO DELL'ARMONIA. - Grande opera seria del maestro andropolitano Soavi. - L'ultimo Re Papa.
TEATRO DELLA MUSICA ANTICA. - Un atto del Barbiere di Siviglia. - Un atto della Norma di Bellini. - Un atto del Lohengrin di Wagner.
TEATRO DELLA BELLEZZA. - Pantomima e quadri plastici, nei quali figureranno cento fanciulle bellissime fra tutte le razze d'Asia, d'Europa e d'Africa.
TEATRO DELLE MERAVIGLIE. - Spettacolo variato in cui si riproducono al vero tutti i cataclismi tellurici. - Questa sera avrà luogo la rappresentazione di un'eruzione vulcanica e d'un terremoto. Si sta preparando per la settimana prossima: Un'inondazione nel Mississipì.
TEATRO DELLA LUCE. L'iride magica. Spettacolo fantastico di giuochi di luce, che rappresenterà un'aurora boreale al polo nord e il sorger del sole nel mondo della luna.
TEATRO DELLA FANTASMAGORIA. - Una scena d'amore nel pianeta di Marte. Sogno di un poeta.
TEATRO DI TERSICORE. - Cleopatra. - Ballo dell'antico Egitto, nel quale agiranno 500 ballerine, delle quali 200 negre, e 300 bianche, tutte giovani e belle.
TEATRO ISTRUTTIVO. - La storia della locomozione. Si rappresentano in altrettanti quadri tutte le invenzioni dei mezzi di trasporto terrestre e aereo, dal carro a due ruote trascinato dai bovi alla locomotiva, al velocipede, al tram elettrico, all'aerostato. La musica, che accompagnerà tutto lo spettacolo, sarà del tempo corrispondente ad ogni invenzione.
TEATRO ZOOLOGICO. - L'Arca di Noè. Gli attori saranno tutti animali educati magistralmente dal celebre domatore parmigiano Faimali. Entreranno sulla scena belve scomparse da secoli dal nostro pianeta e gentilmente prestate dall'Accademia delle scienze.
TEATRO BOTANICO. - La grande battaglia delle piante. - Non si vedranno che fiori che parlano, piante che camminano e prati che bisbigliano. Lo spettacolo, nuovissinio per Andropoli, rappresenta la lotta delle monocotiledone del terreno carbonifero colle piante dell'evo moderno.
FEATRO DEGLI INSETTI. - Le metamorfosi di un baco. Uomini travestiti mirabilmente da insetti rappresenteranno la storia di un baco da seta, che fuggendo di nascosto da un bozzolo in forma di farfalla si reca in un'isola, dove invita tutti gli insetti a ribellarsi dal giogo e dalla crudeltà dell'uomo, fondando una Repubblica entomologica. - Lo spettacolo sarà chiuso da un ballo fantastico delle farfalle e delle libellule più belle del tropico.
TEATRO MARITTIMO. - L'ultimo pesce cane. Storia di una congiura dei pesci marini per uccidere l'ultimo pesce cane rifugiatosi in una grotta madreporica delle Isole Marchesi. Tutto lo spettacolo si dà sotto l'acqua e vi figurano le antiche balene e molti altri animali ormai scomparsi dalla terra.
TEATRO DEI BUFFONI ( Il Teatro dei buffoni di Andropoli ha lo scopo di far ridere ad ogni costo, onde rallegrare gli ipocondriaci, gli annoiati e tutti i depressi). Le miserie di un antico buffone. Farsa tutta da ridere. Si raccomanda agli spettatori di adoperare con molta energia il freno moderatore, onde non uscire dal teatro col ventre scoppiato per il troppo ridere.
TEATRO DEL PIANTO.(Il Teatro del Pianto non dà che rappresentazioni melanconiche, ma non mai strazianti, per mettere una nota triste e pur desiderata nella vita dei troppo felici). Le lagrime di una tradita nel secolo XIX.
TEATRO DEI MIRACOLI. - Le metamorfosi di un sasso. Spettacolo curiosissimo e istruttivo, nel quale si vedrà una pietra fondersi e trasformarsi in tutti i metalli conosciuti, per fondersi di nuovo, volatizzare, diventare invisibile, poi ritornare all'antica pietra.
TEATRO DEI PROFUMI. - Le danze degli odori. Si daranno sinfonie svariate dei profumi più delicati dei fiori con accompagnamento di musica e cori invisibili di voci femminili.
TEATRO DELL'AGILITA'. - L'acrobatica antica. Spettacolo svariato, che riprodurrà gli esercizii più curiosi del trapezio, della corda tesa, e delle sbarre usati nell'antichità.
TEATRO ATLETICO. - Le meraviglie del famoso atleta Ercole X. Sfida di Ercole X a tutti i lottatori del mondo. Egli darà un premio di L. 10.000 a chi riuscirà ad abbatterlo.
TEATRO SOTTERRANEO. - Il centro della terra. Scene di gnomi e di giganti che si contrastano il dominio sotterraneo. Scene geologiche e paleontologiche svariate.

TEATRO DELLA SATIRA. - Le avventure di un antico commendatore. Commedia tutta da ridere. Si raccomanda caldamente l'uso del freno moderatore.
TEATRO DI DECLAMAZIONE. - Le vette del mondo ideale. Tre celebri declamatori e tre celebri declamatrici, declamano tradotte in lingua cosmica le poesie più sublimi di Byron, di Shelley e di Victor Hugo e porteranno gli spettatori a godere le note più alte del mondo ideale.
TEATRO DELLA VOLUTTA. - La sinfonia del piacere. Gli spettatori godranno le armonie della musica, del profumo, del sapore artificiale e delle vibrazioni edoniche, mentre gli occhi si inebbrieranno di continuo collo svariato caleidoscopio di immagini, che passeranno con corrente interrotta sulla scena.


...sono commosso... e tornerò sull'argomento. O! Se tornerò! Per ora sono troppo emozionato. Questo è solo un assaggio.

p.s. ringrazio sentitamente mia cugina per il contributo fattivo.

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venerdì, settembre 07, 2007

pavarani sabanotti

quando ho saputo della morte di pavarotti, ho acceso subito la televisione. e tutti che parlavano di quanto era bravo a fare le imitazioni. e poi facevanno vedere delle immagini dove era magrissimo e senza barba. e ho pensato fosse la malattia, invece era gigi sabani.
quando ho saputo della morte di sabani, invece, ho acceso subito la televisione, e tutti che parlavano di quanto era bravo a cantare. e poi facevano vedere delle immagini dove era ciccione e con la barba. e ho pensato: ma guarda come si è ridotto dopo due anni di lontananza dalla televisione. e invece era pavarotti.
a quel punto ho riflettuto e ho capito: GIGI SABANI E LUCIANO PAVAROTTI ERANO (sono) LA STESSA PERSONA! e infatti, a pensarci bene, tutto sembra dimostrare questa verità. per esempio, ha mai fatto sabani l'imitazione di pavarotti? no eh? e perché non l'ha mai fatta? non era pavarotti abbastanza famoso da meritarsi un'imitazione? era piu' famosa ornella vanoni? no! non faceva mai l'imitazione di pavarotti per non fare nascere sospetti sulla doppia identità. e poi ha inscenato questa falsa morte perché la situazione stava diventando troppo compromettente. e ora sta seduto su una sdraio con un cocktail di ananas tipo in qualche isola tropicale. come a: a) elvisprisli; b) gimmorisò; c) catena turidda (una svergognata catanese); d) merlì morrò; e) altri famosi morti vari ed eventuali. questa è la verità: gigi sabani e luciano pavarotti erano (sono) la stessa persona. Si chiama(va): Luigi Luciano Pavarani Sabanotti.

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MARS ATTACKS!

dei marziani, che sono brutti e cattivi, bastardi proprio, e che sparano a chi gli capita e ridono un sacco, si divertono a montare le teste delle persone sul corpo degli animali e stanno quasi per conquistare la terra. ma poi si scopre che la musica country gli fa scoppiare la testa. e così vengono sconfitti e la terra non viene più conquistata.

questo film qua è un film molto bello e che fa molto molto riflettere. non è come quei film che non ti lasciano niente dentro. questo film, al contrario di quegli altri, ti lascia dentro molte cose. infatti è un film-documentario. quelle cose che racconta sono successe veramente. e il regista è stato così bravo da andare a riprendere tutto dal vivo mentre succedevano. contrariamente a tutti quei film con gli effetti speciali, questo effetti speciali non ce n'ha perché è tutto quanto verissimo. infatti alcuni hanno protestato perché l'allora presidente degli stati uniti somigliava troppo a jack nicholson. non so perché hanno protestato, però la somiglianza c'è tutta. infatti è vero. se non lo fosse stato, non avrei scritto "infatti". infatti ho scritto infatti.

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verruche

secondo alcuni recenti studi la muffa dei portelli cosmici delle astronavi, che si crea a contatto con il plasma, può curare le verruche. a parte il fatto che me lo sono inventato di sana pianta, sarebbe assolutamente antieconomico costruire delle navicelle spaziali apposta per creare delle colture di muffa spaziale. e quindi mandarle nello spazio eccetera. il tutto per curare le verruche. che poi, belle non sono, è vero, però se ne stanno lì e in genere non danno fastidio a nessuno. però la gente odia le verruche. preferisce tipo avere il raffreddore che le verruche. solo perché sono brutte. ecco. questo a me non sta bene. non si possono discriminare cose solo per il loro aspetto estetico. e lo dice l'uomo piu' bello del mondo, quindi. insomma, per questo motivo, per sensibilizzare la gente su questo problema, ho indetto il primo concorso di bellezza per verruche. sogno infatti che un giorno si sviluppi una sorta di senso estetico per le verruche. che diventino di moda. che si crei, intorno alle verruche, una sorta di mercato di prodotti di bellezza che servano a mettere in risalto le verruche. tipo il lucido per verruche. sogno che un giorno quando una ragazzina adolescente scoprisse una verruca su un mano, gridi: "EVVAI! HO UNA VERRUCA!" ecco. questo sarebbe giusto. non spendere un sacco di soldi per andare nello spazio con le navicelle per la coltura della muffa spaziale. per fare cosa poi? per curare le verruche! con tanta gente che muore di fame nel mondo! basta! è ora di finirla con questi viaggi spaziali fatti al solo scopo di curare le verruche! non esistono, è vero. ma prevenire è meglio che curare.

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giovedì, settembre 06, 2007

torta astrosio

niente, solo per dire che winx, a cui dedico questo post e colgo l'occasione per esprimere tutta la mia gratitudine, mi ha dedicato una torta che d'ora in poi porterà il mio nome. ed è scontato che è buonissima. ed è anche scontato che la cosa mi ha riempito di me: c'è chi c'ha il nome di una strada, di una piazza, di uno stadio eccetera. io ci ho il nome di una torta. cos'è meglio? secondo me non si pone proprio il problema. (la torta, ovviamente.)

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contest astruso

stanotte, in sogno, mi è venuta in mente la seguente frase: "i romani piangono i pomodori". la trovavo, non so perché, ridicolissima. e ridevo, ridevo, ridevo. ora, so che non sembra avere molto senso, ma se qualcuno volesse cimentarsi nel trovarne uno, sarebbe interessante come esperimento. pertanto, chiunque legga e decida di accettare questa sfida, provi a trovare un senso alla frase: "i romani piangono i pomodori". ecco.

p.s. anche se nella giornata di oggi dovessi scrivere altri post, e nella giornata di domani, di dopodomani e di dopo ancora, questo contest rimane aperto all'infinito.

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mercoledì, settembre 05, 2007

farsi coraggio a Vicenza

mentre è un'ottima cosa farsi coraggio a vicenda, farsi coraggio a Vicenza secondo me non è poi tanto conveniente, tranne per i vicentini. o quelli che ci mettono poco a raggiungere la suddetta città. tipo uno di Breganze o di Castelgomberto. insomma, dopo lunghi ragionamenti sono giunto alla conclusione che raggiungere la città di Vicenza solo per farsi coraggio non sarebbe ragionevole. per le seguenti ragioni: primo) chi mi assicura che a Vicenza riesco a farmi coraggio? secondo) se tipo Coraggio fosse il nome di una persona che abita a Vicenza, il suddetto sig. Coraggio sarebbe poi così entusiasta? In realtà ci sono molte altre ragioni per cui farsi coraggio a Vicenza non risulta essere una buona idea. ma tutto sommato penso che le due esposte siano sufficienti a farmi dare ragione, gratis, dai più. ecco. ci tenevo a dire questa cosa. mi sembrava indispensabile. prima. ora un po' meno. ma tuttavia...

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gru indisponente

no, chiedo scusa a tutto la popolazione mondiale se stamattina sto postando a profusione, ma essendomi conferito dei poteri, in virtù di essi lo faccio a cuor leggero. insomma, mi affaccio alla finestra tipo dieci minuti fa e che vedo? questa gru indisponente che alza il suo braccio quasi a voler sfidare il cielo, dii vari ed eventuali, le stelle, marte, plutone, le forze della natura e me stesso, Astrosio... al ché mi sono detto: ma come si permette questa faccia di cazzo di una gru di stare lì, con il naso all'insù, a prendermi per culo? e ho pensato: mo gli faccio una foto e la pubblico, così poi tipo mi fa causa e io finisco sui giornali. ma tanto per legge posso farlo in quanto: a) la gru non ha capacità giuridica; b) l'ho fotografata in un luogo pubblico. pertanto, gru indisponente, beccati questa!

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spleen

un pomeriggio d'autunno di tanti anni fa, ero stato parcheggiato a casa dei nonni, e mentre guardavo sconsolato il cielo plumbeo dalla finestra, pensai a quanta gente è passata per il mondo. cioè, da quando l'uomo sta sulla terra, quanta gente sarà nata e poi morta? tantissima, secondo me. ma proprio tanta tanta tanta. tanto che mi sono messo a contarla, ma poi era noioissimo e allora ho fatto altro. ora non mi ricordo che ho fatto quel pomeriggio d'autunno, ma di sicuro ho smesso di contare la gente che è passata sulla faccia della terra da quando l'uomo diciamo piu' o meno si è grosso modo civilizzato. nel senso che non viveva piu' dentro alle caverne, era piu' o meno formato come adesso, tipo che non era uno scimmione, eccetera. secondo me un matematico dovrebbe provare a fare questo calcolo ricorrendo a qualche algoritmo e cose così. e magari qualcuno l'ha già fatto. però io di contarli tutti proprio non me la sento. eccomunque, tornando a quel pomeriggio d'autunno, non ricordo proprio cosa ho fatto dopo aver smesso di contare tutte le persone che sono esistite sulla faccia della terra. tipo mi devo essere addormentato. (l'ho detto che era noiosissimo...)

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citazioni

ecco, se andate a questo link, troverete la citazione di un mio commento sul blog dell'idiotaignorante, a proposito del caso di garlasco. inutile dire che la cosa mi gratifica un bel po'. ma comunque indipendentemente da questo, in quelle poche e scarne parole è racchiusa una sottile critica al mondo dei mass media contemporanei che bla bla bla bla bla bla bla bla bla eccetera. e ovviamente la mia ultima affermazione non è necessariamente vera.

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martedì, settembre 04, 2007

Nursery Crime


C’è una canzone che parla di una bambina, Cynthia, che, sullo sfondo dell’Inghilterra vittoriana, uccide il suo compagno di giochi, Henry, con una mazza da croquet. Recidendogli la testa. [While Henry Hamilton-Smythe minor (8) was playing croquet with Cynthia Jane De Blaise-William (9), sweet-smiling Cynthia raised her mallet high and gracefully removed Henry's head. Mentre il più piccolo Henry Hamilton-Smythe (8 anni) giocava a croquet con Cynthia Jane De Blaise-William (9 anni), Cynthia dal dolce sorriso sollevò in alto la sua mazza ed elegantemente decapitò Henry.] Circa due settimane dopo, Cynthia scopre il carillon del suo amichetto, lo apre, e dal carillon, sulle note di "Old King Cole"*, una filastrocca per bambini, spunta fuori il fantasma di Henry. Il fantasma di Henry prende a crescere e a invecchiare velocemente sotto gli occhi di Cynthia, come se vivesse in pochi secondi la vita che non vivrà mai. Inconsolabile, Henry cerca di convincere Cynthia ad appagare la sua… brama romantica.[Te ne stai lì con il tuo sguardo fisso / Dubitando di tutto ciò che ti dico / Perché non mi tocchi, toccami / Perché non mi tocchi, toccami, toccami / Toccami ora, ora, ora!] Ma attirata dal rumore entra la tata, che di impulso lancia via il carillon, distruggendo sia il bambino che il carillon. Questa favola struggente, astrusa, gotica e suggestiva, danza sulle note, astruse, di un pezzo rock progressivo che alla fine lascia senza fiato. Forse chiunque ha un disco preferito. Forse. Magari uno non ce l’ha. E per questo motivo non va certo in prigione. Però io ce l’ho. E neanche io vado in prigione. Pertanto ne parlo con la massima tranquillità. Questo disco è Nursery Crime, dei Genesis di Peter Gabriel. Del 1971. Un disco, manco a dirlo, astruso ai massimi livelli, un’opera rock con atmosfere vittoriane, che riesce a trasmettere, con i testi e la musica, atmosfere (appunto) e suggestioni che quel momento storico favoloso (e per “momento storico” intendo tempo e luogo), l’Inghilterra vittoriana, sembra aver seminato in tutta la cultura occidentale, facendone una sorta di archetipo, un preciso luogo della mente, dell’immaginazione. E poi c’è “The Return of The Giant Hogweed”, che parla invece di un esploratore vittoriano a caccia di piante che trova sulle colline della Russia l’artemisia gigante, o Giant Hogweed, o Mantegazzianum, e la porta in Inghilterra. E l’artemisia, resistendo a ogni erbicida, invade il paese, vendicandosi. E ancora, “Harold the barrel”, che si taglia le dita e le serve per il tè. Insomma, astruseria a palla, poesia, suggestione, un viaggio vero e proprio che consiglio a tutti di fare. Vocabolario alla mano. È un peccato perdersi il senso delle canzoni e dei testi di Peter Gabriel. È un’esperienza totale. Wagneriana. In un certo senso…

*Old King Cole was a merry old soul / And a merry old soul was he; / He called for his pipe, and he called for his bowl / And he called for his fiddlers three. / Every fiddler he had a fiddle, / And a very fine fiddle had he; / Oh there's none so rare, as can compare / With King Cole and his fiddlers three.
p.s. senza che nessuno\a me ne voglia, dedico questo post a moya, che ha il blog italiano più vittoriano che esista. credo.

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lunedì, settembre 03, 2007

oggi

oggi è lunedì. e fin qui credo siano ben pochi quelli che potrebbero contraddirmi. nel senso che magari qualcuno che mi contraddice magari c'è pure. e mi dice tipo: oggi è venerdì. e io lo starei ad ascoltare. mica gli direi subito: no, ho ragione io, è lunedì. no. lo farei parlare e ascolterei cosa ha da dire. e se riesce a dimostrarmi che è venerdì e che è già l'inizio del finesettimana, io gliene sarei anche grato. non che abbia chissà cosa da fare questo fine settimana. ma finesettimana è comunque una bella parola. o comunque meglio di parole come feretro, tumore eccetera. eccomunque oggi è lunedì. e come tutti i lunedì, anche oggi inizia una nuova settimana. siamo nel regno dell'ovvio, è vero. ma a volte l'ovvio è estremamente astruso. e se non lo fosse sarebbero guai. ma non ne sono sicuro. devo rifletterci. magari venerdì...

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domenica, settembre 02, 2007

scene di vita astrusa 2

Astrosio, Glenn Gould, Chicchessia Qualunque e un Cavolo seguono sempre lo stesso incontro di Poccabinello.

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sabato, settembre 01, 2007

scene di vita astrusa

Chicchessia Qualunque e un Cavolo seguono un incontro di Poccabinello.

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