Roberto Ferrarese, oltre a fare
fumetti, è
research associate nel Dipartimento di Biologia del City College of New York, City University of New York. Si occupa del sistema immunitario degli insetti, fra le altre cose. Oltre a questo, scrive una rubrica fissa,
Smoke, sul blog
www.freddynietzsche.com . Il fatto è che io trovo estremamente astrusi gli insetti e il loro mondo. Adoro le
blatte, e quando ne vedo strisciare una per casa, mi illumino di immenso (vabbè, ho un po' esagerato). Insomma, dopo le precedenti due interviste ad
Alessandra Rotundi sulle comete, e a
Francesco Dimitri sull'immaginario, cose enormi e immanenti, secondo me è bello fare un'intervista su qualcosa di piccolo e, forse, transeunte. (Gli insetti sono transeunti? Non lo so. In effetti forse non c'entra molto, però non ho compreso questa domanda nelle cinque che ho spedito a N.Y., mannaggia!) Insomma, andare dall'enorme al piccolo, con tutte le implicazioni che ne coseguono, risulta alla fine molto rivelante (oltre che rilevante) di quanto la roba astrusa, grande e piccola, comete, immaginario e insetti, finiscano poi per avere a che fare con la specie umana. Insomma, cade una cometa sulla terra, si forma la vita, l'uomo immagina, gli insetti ci aiutano a guarire dai malanni. E questo è di molto astruso.
1. QUAL E? PRECISAMENTE IL TUO SETTORE DI RICERCA ATTUALE?
Attualmente il mio principale interesse e’ studiare il sistema immunitario degli Insetti. L’organismo modello che sto usando, il moscerino della frutta o Drosophila melanogaster, e’ molto comune in questo e in molti altri settori della ricerca. In particolare io studio la risposta immunitaria di questo insetto a organismi patogeni multicellulari (cioe’ praticamente tutto cio’ che non e’ un batterio, un virus o un protozoo...). Ancora piu’ nel particolare, gli organismi che utilizzo per evocare le difese immunitarie nei moscerini, appartengono al gruppo (inteso non in termini filogenetici) dei parassitoidi. Questi animali, per lo piu’ imenotteri (cioe’ vespe), hanno delle abitudini particolari: gli adulti a vita libera depongono uno o piu’ uova all’interno del corpo di un altro insetto ospite; dall’uovo nasce una larva parassita che cresce all’interno del proprio ospite nutrendosi dei tessuti di quest’ultimo; quando l’ospite muore, viene interamente consumato dalla larva parassitoide, la quale infine compie la metamorfosi e diventa una vespa adulta a vita libera pronta ad infettare a sua volta nuovi ospiti. In pratica, per i non addetti e/o per i nozionisti, l’idea di Alien e’ nata da qui...
Comunque, ospiti e parassitoidi nel corso della loro convivenza hanno sviluppato sistemi per resistere alle infezioni (i primi) o per aggirare le difese immunitarie (i secondi), in entrambi i casi il successo di questi meccanismi determina la sopravvivenza di una (e una soltanto) delle due specie.
Ecco, io studio questi meccanismi.
Questo ci porta alla tua seconda domanda...
2. QUAL E? L?AMBITO DI APPLICAZIONE PRATICA DELLE TUE RICERCHE?
Ci sono differenti punti di vista da cui si puo’ guardare questo tipo di ricerca. Mi soffermero’ sui due principali, ricordando pero’ che la ricerca dovrebbe essere ricerca della conoscenza e, seppur con dei criteri di priorita’, gli scienziati avrebbero quindi il compito di descrivere i fenomeni naturali in quanto tali, evitando di essere mossi (e percio’ vincolati) da uno scopo particolare.
Detto questo, il primo motivo di interesse e’ che un numero sempre maggiore di evidenze dimostra come molti dei meccanismi implicati nel riconoscimento di organismi patogeni e nella loro eliminazione sia pressocche’ identico (tecnicamente, si dice che sono altamente conservati) in animali molto diversi quali, per esempio, gli Insetti (moscerino) e i Vertebrati (uomo). Tuttavia, a differenza dei Vertebrati, in cui la situazione e’ complicata dalla presenza di un particolare tipo di risposta immunitaria legata agli anticorpi, gli Insetti possiedono soltanto la cosiddetta immunita’ innata, diversa da quella acquisita (anticorpi) ma comunque presente anche nell’Uomo. Insomma, gli Insetti, possedendo soltanto una parte del sistema immunitario dei Vertebrati ed essendo questa parte molto conservata, costituiscono un buon modello per capire come essa funzioni e quale sia il suo ruolo nella risposta agli agenti patogeni.
Il secondo motivo e’ di carattere ecologico. Molti Insetti sono dannosi per le coltivazioni, per questo sono stati inventati e prodotti i pesticidi, insetticidi in particolare. Il caso, penso a tutti noto, del DDT descrive chiaramente quali siano i problemi sorti dalla dispersione di queste sostanze nell’ambiente: non uccidono soltanto gli organismi dannosi, ma anche gli altri, tra cui alcuni benefici e, in ultimo, l’uomo. Ora, molto spesso le interazioni tra i parassitoidi e i loro ospiti sono specifiche al punto che un particolare parassitoide e’ in grado di infestare soltanto un data specie ospite e non altre; questo vuol dire che i meccanismi che utilizza per l’infezione vanno bene per quel dato ospite ma non per altri. Da qui l’idea di tentare di riprodurre quei meccanismi che vanno a colpire in modo cosi’ specifico le specie dannose ma che non producono effetti sulle altre.
Questo mi permette di procedere con la prossima questione...
3. QUALI SONO, ATTUALMENTE, LE PREOCCUPAZIONI IN AMBITO SCIENTIFICO, A PROPOSITO DELLA BIODIVERSITA’?
La biodiversita’ e’ un tema molto ampio e la ricerca scientifica che se ne occupa risulta spesso abbastanza frammentata. Tuttavia, credo che la visione generalmente diffusa attualmente preveda che analisi, protezione e gestione di questa risorsa debbano essere coordinate a un livello superiore e che le informazioni provenienti da settori molto diversi tra loro vengano integrate per ottenere una visione olistica del sistema.
Da un punto di vista teorico, la vera questione riguardo la biodiversita’ penso sia la posizione che la specie umana debba occupare nel quadro generale: l’uomo e’ probabilmente l’unica specie in grado di comprendere la propria posizione nell’ecosistema e di valutare la propria influenza su di esso.
4. JAQUES MONOD DICEVA CHE GLI ESSERI UMANI SONO “OGGETTI STRANI”. COSA PENSI A RIGUARDO?
Io nel sottoscrivere, aggiungerei che gli organismi in genere sono “oggetti strani”; gli esseri umani sono forse i piu’ strani di tutti...
Pur non essendo un esperto della materia, la componente che piu’ mi affascina della Genetica e’ la comprensione del legame che collega l’espressione genica, legata a fattori fisici e meccanici ben definiti, alla manifestazione di comportamenti complessi. Da questo punto di vista credo che l’uomo rappresenti un “oggetto” veramente strano!
Ricordo soltanto brevemente che spesso si sono affrontate considerazioni riguardo la “stranezza” degli organismi viventi sulla loro natura fisica, su basi termodinamiche e, non ultimo, sul concetto stesso di organismo. Concludo suggerendo, a proposito di quest’ultima considerazione, la lettura del ben noto
“The selfish gene” di Richard Dawkins, ottimo esempio di riflessioni sulla Biologia.
5. TI SENTI UN “CERVELLO IN FUGA”?
Beh, per la verita’ no! Credo che il ragionamento sia semplice: io volevo che il mio lavoro fosse quello di fare ricerca scientifica; in Italia, al momento, le alternative sono o essere uno dei pochissimi ricercatori assunti tramite concorso pubblico in enti statali (e comunque essere sottopagati) o accettare una borsa di studio, lavorando a tempo determinato con delle entrate che definire stipendio sarebbe offensivo. Guardando all’estero l’offerta e’ semplicemente piu’ allettante, negli Stati Uniti in particolare. Da qui la mia decisione.
Non ne farei un questione di politica nazionale: e’ un dato di fatto che la comunita’ scientifica ha attualmente una scala (quasi) planetaria, di conseguenza non vedo perche’ l’offerta lavorativa debba essere limitata entro i confini della propria nazione. Casomai, fossi io a dover decidere degli investimenti nazionali per la ricerca, mi preoccuperei di mantenere il livello della ricerca (piu’ che i ricercatori) alla pari con la concorrenza internazionale...
Ma purtroppo/per fortuna non sono io a decidere!